Google apre le porte di Castle, la città fantasma delle auto robot

Google apre le porte di Castle, la città fantasma delle auto robot Waymo spalanca alla stampa le porte della città segreta di Castle

Waymo spalanca alla stampa le porte della città segreta di Castle, la capitale fondata da Google per la sperimentazione sulle auto a guida autonoma

29 Agosto 2017 - 08:08

Si schiudono per la prima volta le porte di Castle la città segreta nella quale Waymo, la sussidiaria di Google preposta allo sviluppo delle auto a guida autonoma, ha svolto finora i test driverless al riparo da occhi indiscreti. Costruita sull'area di una ex base aeronautica della Air Force nella California Central Valley, Castle viene utilizzata per ricostruire, in tempi rapidi scenari differenti nei quali mettere alla prova i prototipi senza conducente; gli scenari includono strade residenziali, percorsi autostradali, aree di parcheggio e complessi cul de sac. Le rivelazioni concesse da Mountian View non si fermano soltanto alla città sperimentale, è stato infatti svelato uno degli assi della manica della Google Car.

UNA CITTA' DOVE SPERIMENTARE QUALSIASI CONDIZIONE DI TRAFFICO Lontano dal quartier generale di Google di Mountain View, sfruttando l'area di 100 acri di una base aeronautica in disuso, è sorta, al riparo da clamori mediatici e paparazzate, Castle, la città segreta per la sperimentazione e la ricerca della tecnologia che porterà la guida autonoma sulle strade di tutto il globo. Waymo si è concessa a un tabloid americano, schiudendo la città fantasma per la prima volta alla stampa e svelando quanto lavoro sotto traccia è stato fatto finora sul campo della ricerca driverless. Castle è nata dalla necessità di poter riprodurre gli scenari più difficili al Mondo, anche in scala ridotta, per potere testare in profondità e in condizioni limite i prototipi di auto senza conducente e la tecnologia alla base del driverless. Il terreno è stato è stato affittato a Google dalla municipalità di Merced Country già dal 2014, i canoni mensili ammontano a circa 19 mila dollari (Leggi qui tutte le ultime novità sulla guida autonoma).

TEST PER LA GUIDA AUTONOMA DI 4° LIVELLO I veicoli che circolano per le strade di Castle sono prototipi a guida autonoma di 4° livello, quindi prototipi nei quali non sono stati installati comandi per un guidatore umano. Quella di Waymo non è la prima area di test totalmente dedicata alle simulazioni per i veicoli a guida autonoma; conosciamo già Mcity, realizzata ad Ann Arbor in Michigan, realizzata ricalcando le strade di Phoenix e utilizzata da numerosi costruttori dell'area di Detroit impegnati nello sviluppo delle tecnologie driverless (Ford è tra gli utilizzatori di Mcity, leggi tutto qui). La controllata di Google è tra gli attori della guida autonoma ad avere percorso più miglia di test reali, secondo quanto riporta il Dailymail alla fine del 2016 sono stati registrati 3 milioni di miglia tra strade aperte al traffico e aree riservate. Le miglia di test virtuali sono esponenzialmente superiori a questo dato, si stima infatti che siano stati percorsi al simulatore ben 2.5 miliardi di miglia.

CARCRAFT, IL SOFTWARE CHE METTE SU STRADA FINO A 25 MILA AUTO Proprio il software utilizzato da Waymo per le simulazioni è la seconda rivelazione fatta dal centro ricerche; si chiama Carcraft e consente agli ingegneri californiani di potere sperimentare in maniera estrema, sia per difficoltà che per numero di veicoli coinvolti nello scenario. Simulando le strade di città trafficate come Austin, Mountain View e Phoneix possono essere messi su strada fino a 25 mila veicoli, creando così situazioni di traffico ai limiti dell'immaginazione. L'obiettivo della sperimentazione al simulatore è quello di mettere in condizioni di potenziale rischio i prototipi e far imparare loro dagli eventuali errori commessi durante la marcia virtuale. Il ruolo che giocano i mondi virtuali creati utilizzando Carcraft sarà fondamentale per mettere su strada le prime generazioni di automobili senza conducente commerciali (Qui trovi tutte ultime novità della causa tra Waymo e Uber).

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