Vigili in sciopero contro il Governo: “Che cosa siamo?”

La polizia municipale protesta anche per definire meglio il proprio ruolo

 
Vigili in sciopero contro il Governo: “Che cosa siamo?” La polizia municipale protesta anche per definire meglio il proprio ruolo

La polizia municipale protesta anche per definire meglio il proprio ruolo

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20 Gennaio 2015 - 08:01

Sciopero dei vigili il prossimo 12 febbraio. Obiettivo, protestare contro “l'infamante valanga di fango” gettata da Campidoglio e Governo Renzi sulla Municipale: dicono alcuni sindacati. Il riferimento è a quanto accaduto a Roma il 31 dicembre, con pochi vigili a lavorare per motivi ancora da accertare bene (il rapporto con il Comune di Roma è difficilissimo). Ma anche e soprattutto, aggiunge l'Ospol, contro il “perdurare di una vertenza ultradecennale, sempre elusa dai Governi che si sono succeduti, che hanno svilito il ruolo e le funzioni degli uomini e donne in divisa della Polizia locale”.

UNA VERTENZA CHE DURA DA TEMPO – “La vertenza – spiegano dall'Ospol – si è acuita con la cancellazione dell'equo indennizzo, della causa di servizio e della pensione privilegiata, che si aggiunge all'usurpazione della indennità di pubblica sicurezza”. “Siamo stufi, ne abbiamo abbastanza – tuona il presidente del sindacato autonomo Luigi Marucci -. Per la prima volta scenderemo in piazza da soli per uno sciopero storico. Per la prima volta non ci saranno altre categorie al nostro fianco, sfileremo solo come Polizia locale”. Tra le richieste avanzate al Governo quella di varare al più presto una riforma della categoria che “preveda la parificazione con le altre forze di polizia dello Stato sia a livello salariale sia sostanziale, con un contratto pubblico”.

LE RAGIONI IN DETTAGLIO – “Finalmente uno sciopero nazionale della polizia municipale irrompe sulla scena mediatica”, dice Stefano Manzelli, di poliziamunicipale.it. “E solo un sindacato autonomo poteva organizzarlo senza indugi – aggiunge -. I tempi sono maturi e gli organizzatori hanno centrato nel segno. Non è più il momento di tirare la coperta da una parte all'altra a seconda delle diverse esigenze delle singole amministrazioni. La legge 65/1986 è superata dalle mutate esigenze sociali. Poi con l'abolizione dell'equo indennizzo operata dal governo Monti si è superato ogni limite. L'operatore di vigilanza non ha più una configurazione giuridica comprensibile”. E una questione di chiarezza dei ruoli. “Secondo la normativa vigente – dice Manzelli – il suo luogo di lavoro è l'ufficio, porta un'arma per finalità poco chiare (se lo ha deciso il consiglio comunale), lavora anche la notte e i giorni festivi, si occupa di strade, ambiente, droga, cimiteri, scuolabus. Si chiama polizia ma non è un poliziotto. A cosa serve la polizia locale? Secondo molti solo a fare multe per foraggiare le casse dei comuni. Secondo i vigili a fare tutti i lavori ‘sporchi' che gli altri non vogliono fare. Come per esempio regolare il traffico, rilevare gli incidenti, fare i trattamenti sanitari obbligatori. Ma anche disciplinare i mercati, controllare i pubblici esercizi, fare le pattuglie stradali, dipanare le vertenze tra privati, scovare gli evasori fiscali, occuparsi di falsi, stranieri, commercio e ambiente; fare indagini delegate dalla procura, ricevere denunce e querele. Poi intervenire in flagranza di reato, arrestare soggetti ed eseguire intercettazioni telefoniche o complessi controlli edilizi. Ma anche controllare criminali senza avere accesso alle informazioni di ‘polizia'. E soprattutto ritrovarsi nei guai al primo intervento, movimentato, fuori orario, territorio o semplicemente ‘inopportuno'”.

SPACCATURA INTERNA – Il fronte dei sindacati però si divide. La notizia dello sciopero in assolo dell'Ospol non è piaciuta a Cisl e Uil, riporta l'Ansa. “È un'iniziativa che non denota il massimo della correttezza verso gli altri sindacati” chiosa il segretario della Uil Fpl Roma-Lazio Francesco Croce che bolla la scelta del sindacato autonomo come “personalistica”, “non condivisa e presa quasi di nascosto”. Una decisione sbagliata anche per Giancarlo Cosentino della Cisl: “A Roma è stata condotta dai sindacati una vertenza unitaria – spiega -. E ritengo si debba continuare così. Non possiamo svendere a livello nazionale una vertenza che è di Roma. La forza che hanno potuto imprimere Cgil, Cisl, Uil, Ospol e Dicap insieme è cosa ben diversa da quella che può esprimere una sola sigla sindacale che peraltro invita a scioperare anche su altre questioni”.

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