Veicoli elettrici: la Francia si fa avanti sulla ricarica
Italia ferma ai decreti del presidente del Consiglio e alle proposte di legge; in Francia parte Corri - Door per la ricarica rapida in autostrada

Italia ferma ai decreti del presidente del Consiglio e alle proposte di legge; in Francia parte Corri - Door per la ricarica rapida in autostrada
Veicoli elettrici, la Francia ha ora un piano di sviluppo: un progetto per la realizzazione di nuove stazioni di ricarica rapida in autostrada e nei centri commerciali più vicini. Un’azione concreta, che al di qua delle Alpi incontra una situazione decisamente più arretrata riguardo ai progetti italiani relativi alla mobilità a zero emissioni, che non aiutano il mancato successo dei veicoli elettrici nel nostro Paese (in Italia, nel 2014, sono state immatricolate appena 1.101 auto elettriche; 676 sono invece quelle messe su strada nei primi quattro mesi di quest’anno). Più nel dettaglio, secondo quanto messo in evidenza in questi giorni attraverso un documento della Commissione Europea, il progetto “Corri – Door” – questo il nome del piano in via di installazione in Francia – prevede un ampio sviluppo di reti di infrastrutture per la ricarica veloce nei punti di maggiore necessità per la mobilità privata, vale a dire lungo le autostrade.
“CORRI – DOOR”: LA RICARICA SI FA IN AUTOSTRADA
Il programma appena presentato dalla Francia prevede l’installazione di 200 punti di ricarica rapida (80% in meno di 30 minuti), a 80 km l’uno dall’altro, lungo le principali autostrade dei gruppi Sanef, Aprr e Vinci Autoroutes e nei centri commerciali situati nelle vicinanze delle direttrici nazionali più importanti. Le prime due stazioni (Bosgouet Nord, sulla A13, e Tardenois Nord, sulla A4) sono già operative; le altre saranno da realizzare entro la fine dell’anno. Il programma “Corri – Door” fa parte di un piano nazionale cofinanziato per il 50% dalla Comunità Europea attraverso il TEN-T Programme e per la restante parte da un consorzio che comprende l’utility di energia elettrica EDF (che fornisce energia proveniente da fonti rinnovabili attraverso caricabatterie multi – standard compatibili con tutti i veicoli elettrici attualmente in produzione), un network di 12 Istituti di Ingegneria e Business (fra i quali ParisTech – Institut des Sciences et Technologies de Paris) e le Case auto Renault – Nissan, BMW e Volkswagen.
ITALIA: UNA PROPOSTA DI LEGGE
Da noi, la situazione connessa alla mobilità elettrica è decisamente meno avanzata, anche se qualche passo in avanti è stato fatto. Nelle scorse settimane, FareAmbiente e Uri, attraverso il deputato Oreste Pastorelli (PD) hanno presentato una proposta di Legge che prevede l’abbattimento dell’IVA dal 22% al 4%, la detrazione totale delle imposte sull’acquisto di veicoli elettrici per il primo anno dall’entrata in vigore della legge e, a scalare, del 10% all’anno per i cinque anni successivi, il credito d’imposta del 50% in cinque o dieci anni per i veicoli a emissioni zero da impiegare per servizi pubblici e finanziamenti come credito d’imposta al 41% fino a 75.000 euro per la realizzazione di reti di ricarica veloce.
E IL PIANO DI SVILUPPO AL 2020
Ben più articolato è il decreto del presidente del Consiglio del 26 settembre 2014 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 dicembre scorso, relativo a un piano nazionale di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici previsto dal decreto legge 83/2012, convertito con legge 134/2012. Le fasi del Piano sono due: la prima (2013 – 2016), di “Definizione e Sviluppo”, dovrà fornire le indicazioni base pur uno sviluppo futuro della mobilità elettrica e nella quale dovranno essere definiti gli standard europei per le infrastrutture di ricarica, sulla base degli aggiornamenti tecnologici pervenuti; oltre al favorire una rete – base di punti di ricarica pubblici e privati con le relative policy di incentivo. La seconda fase (2017 – 2020) di “Consolidamento” prevede una diffusione su più larga scala dei veicoli elettrici, sulla base del reale stato di avanzamento della mobilità elettrica monitorato negli aggiornamenti annuali del Piano.
Marco
20:37, 30 Agosto 2015non e´ammissibile arrivare ultimi anche in questo campo strategico che farebbe risparmiare al paese milioni in importazioni di greggio. per questo stiamo promuovendo la petizione qui in basso