TFR: Renzi insiste. Benefici per l'auto?

TFR: Renzi insiste. Benefici per l'auto? Il premier insiste sul TFR in busta paga

Il premier insiste sul TFR in busta paga

8 Ottobre 2014 - 07:10

Come subito anticipato da SicurAUTO.it, Matteo Renzi pensa al TFR in busta paga. Adesso, il premier insiste, nonostante il no dell'industria. Per i lavoratori che lo chiederanno, potrà essere questo l'effetto della operazione anticipo TFR: il Governo ha deciso di provarci. “Mi piacerebbe che dal prossimo anno i soldi del TFR andassero subito in busta paga”, ha detto il presidente del Consiglio. “Effetti positivi vi sarebbero – si legge nella bozza dei tecnici del governo – su redditi, consumi e finanza pubblica”. Renzi pensa di doppiare l'operazione 80 euro. L'ex sindaco fiorentino vuole parlarne direttamente con i sindacati e con la Confindustria nella Sala Verde di Palazzo Chigi. Per le casse dello Stato di prospettano nuove entrare: da un minimo di 1,7 miliardi a un massimo di 5,6 miliardi nel caso aderissero tutti i lavoratori. Risorse che verrebbero forse dirottate per ridurre il costo del lavoro per le piccole imprese, così da incentivare gli investimenti e l'occupazione. Resterebbe infatti la tassazione separata prevista per il TFR. E per i lavoratori, con l'aumento del reddito, non ci sarebbe alcun passaggio all'aliquota Irpef superiore. Per le imprese, l'operazione sarà neutra con un meccanismo di anticipazione e traslazione del credito maturato dai lavoratori dalle imprese alle banche.

SOLO SE VOGLIONO – Attenzione: ogni lavoratore (del settore privato o di quello pubblico) deciderà se ricevere l'anticipo del TFR maturato nell'anno precedente. Una sua scelta, ponderata, e non un obbligo. Potrà anche scegliere se trasferire in un'unica tranche, a febbraio 2015, nella busta paga tutto l'ammontare maturato nell'anno precedente, oppure distribuirlo lungo l'arco dei dodici mesi. Per ora resteranno fuori dall'operazione i lavoratori che hanno già deciso di destinare il proprio TFR a un fondo pensionistico complementare. A meno che tale opzione non sia già prevista dal contratto collettivo di categoria che ha istituito il fondo. Come viene smontata l'opposizione delle associazioni delle imprese, dalla Confindustria ai rappresentanti di commercianti e artigiani? Semplice: nel meccanismo suggerito dai tecnici, l'erogazione verrebbe finanziata da un apposito Fondo anticipo TFR costituito dalle banche e dalla Cassa depositi e prestiti, oppure solo dalle banche previo accordo con l'Abi, l'Associazione degli istituti di credito. Dunque le aziende – si legge nella nota – “continuano a operare come oggi senza alcuna modifica né nei loro costi né nell'esborso finanziario, versando (come prevede l'attuale normativa) il TFR all'Inps (le imprese con più di 50 addetti), o versandolo ad un fondo integrativo, o seguitandolo ad accantonare in bilancio (imprese con meno di 50 addetti)”. Si potrebbe costituire costituzione un fondo ad hoc, con la partecipazione degli istituti e della Cdp; oppure un accordo con le banche in base al quale ilprestito sia erogato dagli istituti di credito, garantiti della Cdp, a sua volta garantita dal Fondi di garanzia presso l'Inps. Il Fondo potrebbe approvvigionarsi sul mercato finanziario e attingere direttamente alle risorse della Banca centrale europea (Bce).

DOVE FINIREBBERO I SOLDI – Dopodiché, sempre se l'operazione TFR andasse in porto, occorrerebbe capire come e quando i cittadini spenderebbero quei soldi. Magari una strada potrebbe essere quella del cambio dell'auto: il TFR potrebbe essere usato come anticipo per una vettura. O per comprarne una usata, ma più recente di quella che si ha, visto che il parco auto italiano è fra i più vetusti in Europa. D'altronde, la posizione di Renzi è chiara: “Il TFR, la liquidazione, sono soldi dei lavoratori, che però vengono dati tutti insieme alla fine. La filosofia sembra essere protettiva: te li metto da parte, per evitare che tu li ‘bruci' tutti insiem. Uno Stato-mamma, dunque, che sottilmente fa passare il messaggio di non fidarsi dei lavoratori-figli. Io la vedo diversamente: per me un cittadino è maturo e consapevole. E come accade in tutto il mondo non può essere lo Stato a decidere per lui. Ecco perché mi piacerebbe che dal prossimo anno i soldi del TFR andassero subito in busta paga mensilmente”.

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1 Commento

Paoblog
11:09, 8 Ottobre 2014

Il TFR in busta paga oltre che a dare un colpo mortale alla liquidità (bruciata da tempo) delle piccole aziende non avrà effetti di sorta ne per i consumi in genre, nè per il settore auto. *Vale il discorso già fatto per gli 80 ?: Questi 80 ? saranno sicuramente serviti a compensare i vari aumenti incontrati durante l'anno e non certo per mettersi a spendere.Vedi: http://paoblog.net/2014/08/29/parole-7/*Che siano 80 ? oppure la quota TFR, resta il fatto che, tanto per fare un esempio, la prima rata della Tasi è di 90 ? e la seconda di ? 89. Secondo te la quota Tfr dove andrebbe?

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