La Russia allenta i requisiti di sicurezza delle nuove auto a causa delle sanzioni occidentali legate alla guerra in Ucraina
La guerra in Ucraina va avanti da circa 3 mesi e le sanzioni dell’Occidente, almeno per il momento, non hanno fermato l’azione della Russia. L’economia russa, però, deve fare i conti con notevoli problemi e l’addio di molte aziende occidentali avrà conseguenze in vari settori. Anche il settore auto registra alcuni effetti significativi legati alle sanzioni. La Russia, in particolare, è stata costretta a fare diversi passi indietro per quanto riguarda la sicurezza delle auto. In via transitoria, infatti, i veicoli in commercio potranno ottenere l’omologazione anche se sprovvisti di alcuni elementi di sicurezza che, da anni, sono parte della dotazione necessaria che le auto devono possedere per poter essere immesse sul mercato in Europa. Le nuove auto in arrivo sul mercato russo, in particolare, potranno dire addio ad ABS e Airbag, elementi ritenuti ora non necessari ai fini dell’ottenimento dell’omologazione. Si riducono anche gli standard sulle emissioni. Il provvedimento è, però, temporaneo.
LA RUSSIA RIDUCE GLI STANDARD DI SICUREZZA DELLE NUOVE AUTO
Le sanzioni pesano sul mercato delle quattro ruote in Russia che ha da poco registrato l’uscita di scena di Renault, azienda che fino all’inizio dell’anno era un riferimento del mercato russo sia per la produzione che per la vendita di veicoli. Tra gli effetti delle sanzioni c’è anche la necessità, da parte delle autorità locali, di allentare gli standard di sicurezza richiesti per l’omologazione di nuovi veicoli. Con la nuova realtà dell’economia russa, infatti, alcuni dispositivi, precedentemente obbligatori, diventano semplicemente facoltativi. I produttori di auto non dovranno includerli, quindi, nella dotazione di serie. Per effetto del nuovo decreto, quindi, viene eliminato l’obbligo di ABS ed Airbag per i nuovi veicoli, elementi obbligatori in Italia dal 2002 per tutte le nuove vetture commercializzate sul mercato, come previsto dalla normativa europea. È stato sospeso anche l’obbligo di produrre veicoli con ESP e con i pretensionatori delle cinture di sicurezza. Allentante anche le normative legate alle emissioni in atmosfera che tornano ad essere molto più permissive, offrendo ampi margini di manovra ai produttori. Le nuove auto non dovranno rispettare vincoli stringenti sulle emissioni, con la possibilità, quindi, di “riciclare” soluzioni tecnologiche non più attuali, almeno dal punto di vista ambientale.
UNA SCELTA NECESSARIA: LE SANZIONI BLOCCANO L’IMPORT DI COMPONENTI
La Russia è stata costretta ad allentare le normative relative all’omologazione di nuove autovetture. Alla base di tale scelta ci sono proprio le sanzioni applicate dai Paesi occidentali che rendono impossibile l’import di diversi componenti necessari alla produzione di auto moderne. Le forniture di componentistica rappresentano un problema di primo piano, con le sanzioni attive. Tale problema non può essere aggirato se non con una riduzione dei vincoli richiesti ai produttori di autovetture. Tutti i componenti impossibili da realizzare in Russia diventeranno, progressivamente, non necessari ai fini dell’ottenimento dell’omologazione. Da notare, in ogni caso, che i singoli costruttori non sono tenuti a rispettare i nuovi limiti fissati dalle autorità locali. In caso di disponibilità di componenti, infatti, la produzione in base ai precedenti standard resta possibile.
LA RIDUZIONE DEGLI STANDARD DI SICUREZZA IN RUSSIA È TEMPORANEA
La netta riduzione della dotazione obbligatoria di sicurezza prevista per le nuove auto omologate in Russia non rappresenta una scelta definitiva. Si tratta, infatti, di un effetto “collaterale” della guerra in Ucraina e delle sanzioni. Il decreto del Governo di Mosca, infatti, introduce una misura transitoria per alleggerire l’effettivo delle sanzioni e sostenere il mercato interno. Le nuove norme, infatti, sono valide fino al prossimo 1° febbraio 2023. Nel corso prossimi sette mesi, naturalmente, gli scenari economici e geopolitici potrebbero essere nettamente differenti rispetto a quelli attuali. La situazione, quindi, potrebbe cambiare ancora. Con le sanzioni, però, un ritorno alla “normalità” pre invasione dell’Ucraina sembra essere difficile. Il mercato delle quattro ruote russo, sia per quanto riguarda la produzione interna che l’effettiva distribuzione dei veicoli, rischia di risentire in modo significativo delle sanzioni. Da notare che, già in queste settimane, i dati di vendita di nuove vetture hanno confermato un rallentamento del settore.
GRAZIE AI PARTNER CINESI TORNA IL MARCHIO MOSKVICH
Gli effetti delle sanzioni non si limitano sul mercato auto russo non si limitano al solo allentamento delle normative sulla sicurezza per le nuove auto realizzate in Russia. Come anticipato da Reuters la scorsa settimana, infatti, nel prossimo futuro potrebbe tornare sul mercato lo storico marchio sovietico Moskvich. Il brand in questione potrebbe tornare in attività grazie allo stabilimento Renault nei sobborghi di Mosca. Il sito produttivo è passato, di recente, sotto il controllo delle autorità locali. Grazie ad una partnership tra Kamaz, produttore di autocarri russo, e la cinese JAC, lo stabilimento potrebbe diventare la sede di produzione dei nuovi modelli a marchio Moskvich. Il costruttore cinese fornirà la piattaforma, le competenze ingegneristiche ed anche il design delle vetture. Le prime indiscrezioni anticipano una possibile partenza della produzione per la fine del quarto trimestre del 2022. Da notare che JAC Motors è un importante punto di riferimento del settore automotive cinese. Da diversi anni, il costruttore ha una joint venture con Volkswagen, per il mercato interno, ed è anche attivo in Sud America con varie partnership locali.