
Un'opportunità importante per una città che da anni cerca il rilancio. Con l'E-Prix l'EUR risolverà il problema delle buche, e il resto della città?
È stato presentato (e non senza critiche, visto il poco preavviso con il quale sono stati informati un grande numero di giornalisti, oltre alla completa assenza di comunicati stampa preparatori dell'evento) a Roma il tracciato che ospiterà il primo E-Prix italiano il 14 aprile 2018. Il Campionato del Mondo di Formula E – sotto l'egida della FIA -, giunto alla quinta edizione, sta richiamando sempre più attenzione mediatica (la prossima stagione sarà trasmessa da Mediaset) e interessa da parte delle Case auto, che vedono questo come il giusto banco prova per le future tecnologie legate ad una mobilità più sostenibile. Ai margini della presentazione del circuito, è stato portato un piano che riguarda la viabilità nella zona dell'EUR che ospiterà il tracciato, con il rifacimento del manto stradale nelle zone limitrofe al futuro impianto. Ma ci voleva la Formula E per far aprire gli occhi all'amministrazione su un problema che sta affliggendo Roma, e non il solo EUR, ormai da anni?
UNA VETRINA IMPORTANTE Un campionato, quello di Formula E, che sta richiamando sempre più nomi storici del motorsport. Vi basti pensare che Audi e Porsche vi entreranno in via ufficiale, alle quali si aggiungeranno BMW, Mercedes e si vocifera Maserati, raggiungendo Renault (vincitrice di 3 dei 4 campionati svolti fino ad oggi), Jaguar e Mahindra. Un campionato che sta vedendo una continua crescita di pubblico, anche grazie alle suggestive location delle gare. Infatti, anche grazie alle 0 emissioni prodotte da queste Formula (costruite dall'italianissima Dallara), gli E-Prix si svolgono al centro delle più grandi metropoli mondiali, come New York, Berlino, Londra, alle quali adesso si aggiungerà Roma.
NON TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA Soffermarsi su quanto, un evento del genere, sia importantissimo per il ritorno di immagine, e di soldi, per la città di Roma non è un fattore avulso da critiche. Qualsiasi romano e non che ha avuto modo di passare una giornata tra le vie storiche della capitale, avrà avuto modo di imbattersi in condizioni non certo affini al blasone di una città come quella di Roma, con strade dissestate spesso causa di incidenti più o meno gravi, e di danni ad auto e moto. Vi chiederete cosa possa c'entrare un discorso del genere alla presentazione di un evento come un E-Prix, in realtà c'entra molto più di quanto si possa immaginare.
UN NUOVO PIANO MA PER IL SOLO EUR A margine della presentazione del tracciato infatti, alla presenza tra gli altri della sindaca Raggi, è stato presentato un piano che andrà a riparare le strade nella zona interessata dal circuito, insieme all'installazione di nuove colonnine per la ricarica delle auto elettriche. In sostanza ci è voluto un evento del genere per smuovere l'amministrazione a risolvere un problema cronico della Capitale: la manutenzione stradale. Negli oltre 6 mila km di rete stradale che si snodano a Roma, si contano ben 10.000 buche (stima offerta da Decoro Urbano, una app sviluppata a Roma per tracciare e segnalare la presenza di buche), un numero tanto elevato da cozzare con l'immagine, che spesso vuole trasmettersi, di una città paragonata a centri come New York, Berlino, Londra e chi più ne ha più ne metta.
UN DISAGIO QUOTIDIANO PER GLI AUTOMOBILISTI Un problema che, amministrazione dopo amministrazione, non è mai stato risolto, ma semplicemente “rattoppato”, perdonateci il termine colorito ma rende l'idea del tipo di intervento, solo in prossimità di elezioni. Perché magari per i piloti della Formula E (tra cui figurano alcuni ex di Formula 1) le buche non saranno un problema, ben diverso invece per i cittadini romani, che praticamente vivono – chi vi parla è nato e cresciuto nella Capitale – quotidianamente un disagio che provoca problemi alla viabilità e alle proprie tasche – con i danni che coinvolgono le vetture e i motocicli – ma anche alla propria salute. Ad affermarlo è il Codacons, in una nota nella quale evidenzia come, danni al collo alla colonna e muscolari, sono spesso causati dalla miriade di buche seminate in tutta l'area all'interno del GRA.
CANTIERI DI 8 MESI PER POCHE CENTINAIA DI METRI Altro punto al centro della polemica, è la velocità con la quale sono stati stanziati questi fondi e con la quale sono stati attivati i lavori. Pensate che per una strada “normale”, nella quale non dovranno sfrecciare le monoposto, ci vogliono circa 8 mesi per completare cantieri a causa della mancanza di fondi – e non in tratti necessariamente lunghi come i 2,8 km del tracciato di Roma – mentre, per quanto riguarda le strade sede dell'E-Prix della Capitale, ci sono voluti solo 2 giorni per sbloccarli, discorso be diverso per il resto della rete romana, ma anche italiana, dove sono richiesti tempi biblici per svincolarsi dall'enorme burocrazia che avvolge i finanziamenti pubblici.
ARRIVERANNO INVESTIMENTI PER GLI ALTRI QUARTIERI? Siamo lieti che, quantomeno nella zona dell'EUR, l'arrivo di un evento del genere, con introiti stimati intorno ai 60 milioni di euro in tre anni, porteranno ad un rilancio complessivo del quartiere, ma viene spontaneo chiedersi: era necessaria la Formula E per raggiungere gli standard di viabilità di altre città mondiali? Inoltre, quello dell'EUR è si uno dei quartieri più grandi di Roma, ma che si farà con il resto della città? Temiamo che l'organizzare altri E-Prix in altri quartieri – anche meno centrali visto che in quelle aree la viabilità stradale è ai limiti della crisi vera e propria – possa non essere la giusta soluzione, per questo la speranza è che, gran parte degli introiti provenienti da un evento internazionale come questo, possa essere il giusto punto di partenza per rilanciare le strade romane, con il beneplacito di tutti i cittadini.