Richiamo airbag Takata: negli USA tocca anche a BMW

La vicenda non sembra finire mai e la lista delle auto si allunga ulteriormente coinvolgendo marchi europei e, addirittura, del nostro Paese

 
Richiamo airbag Takata: negli USA tocca anche a BMW La vicenda non sembra finire mai e la lista delle auto si allunga ulteriormente coinvolgendo marchi europei e

La vicenda non sembra finire mai e la lista delle auto si allunga ulteriormente coinvolgendo marchi europei e, addirittura, del nostro Paese

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29 Maggio 2015 - 10:05

Continua l'ondata di richiami airbag Takata in questo periodo dei più bui per il costruttore di cuscinetti d'aria di protezione giapponese. Adesso, ad attuare questa nuova campagna di richiami è BMW che, negli Stati Uniti, dovrà controllare ben 420.661 auto coinvolte per via di problemi sorti negli airbag Takata. Un duro colpo per l'azienda nipponica, la cui reputazione sta venendo meno in questi ultimi mesi.

QUASI UN'INTERA GAMMA – La divisione nordamericana di BMW sta effettuando il richiamo di ben 20 modelli prodotti tra il 2002 e il 2006 che contengono airbag frontali Takata situati nella parte del guidatore, diversamente da quanto si era verificato sulle auto di marchi giapponesi dove i problemi erano sorti negli airbag passeggero. Secondo le prime informazioni rilasciate dai nostri colleghi Automotive News Europe, I moduli degli airbag verranno sostituiti. La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha dichiarato che BMW ha esaminato i dati relativi alla produzione e alla progettazione in modo da determinare quali siano state le cause che hanno portato a questi risultati. Il brand bavarese è passato da una campagna di accertamento nazionale ad un vero e proprio richiamo volontario, accrescendo il numero di veicoli coinvolti da 140.696 a 420.661.

ANCORA PROBLEMI PER L'AZIENDA GIAP – Takata è al centro di richiami internazionali per milioni di auto. Il motivo? Degli eventi che potrebbero causare la morte qualora non si aprissero come dovrebbero. Inoltre, una volta aperti, potrebbero far fuoriuscire dei frammenti di metallo all'interno del veicolo. Sempre stando a quanto dichiarato dalla stessa fonte, le morti di sei persone sarebbero legate direttamente a questa problematica (tutti su veicoli Honda), anche se l'azienda comunica che nessuna vicenda di questo tipo è stata verificata o è da attribuire in nessun modo ai suoi airbag. Dopo mesi e mesi di resistenza, la scorsa settimana Takata si è messa d'accordo con la NHTSA in modo da raddoppiare i richiami sul suolo statunitense, richiami che ammontano ormai a 34 milioni di veicoli suddivisi in 11 costruttori. Tra l'altro, HondaNissan e Toyota hanno aumentato il numero di richiami ultimamente.

I BRAND ITALIANI NON FANNO ECCEZIONE – Lo scorso giovedì, il gruppo Fiat Chrysler Automobiles (FCA) ha dichiarato che avrebbe richiamato ben 4.066.732 automobili costruite nel periodo che va dal 2004 al 2011 “equipaggiate con airbag frontale su due livelli lato conducente che potrebbero essere soggetti alla penetrazione di umidità che, con il passare del tempo, potrebbe causare la rottura del gonfiatoio”, secondo quanto dichiarato da FCA e dalla NHTSA. Al momento in cui scriviamo, il gruppo italiano parla al condizionale, per cui è bene chiarire che la situazione non è stata confermata del tutto in via ufficiale, ma si tratta ancora di supposizioni. Non appena i richiami FCA si concretizzeranno saremo i primi ad informarvi della situazione e delle modalità con le quali verrà attuata la campagna. Come già accaduto su altri marchi, l'operazione di controllo non dovrebbe durare a lungo.

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