Richiamo airbag: Takata congela 189 milioni e si prepara al peggio
Takata continua a stanziare fondi per i maxi rimborsi con i quali risarcire costruttori e vittime degli airbag killer, ma il crack finanziario incombe

Takata continua a stanziare fondi per i maxi rimborsi con i quali risarcire costruttori e vittime degli airbag killer, ma il crack finanziario incombe
Il richiamo degli airbag Takata ha assunto ormai proporzioni epiche e il produttore giapponese dei dispositivi di sicurezza cerca di accantonare liquidità e prepararsi alla resa dei conti. I costruttori che hanno montato i componenti a rischio stanno gestendo e finanziando in proprio i richiami, ma presto batteranno cassa.
RICHIAMO GRANDE QUANTO UN BUCO NERO La vicenda degli airbag Takata è ormai passata alla storia e i suoi numeri sono a dir poco da capogiro, interessando milioni di autoveicoli e con 10 vittime conclamate (per l'undicesima sono ancora in corso indagini circa la responsabilità dell'airbag difettoso). Come è stato più volte riportato, i costi dei rimborsi alle Case costruttrici, le spese per i risarcimenti a chi è stato ferito e alle famiglie di chi è deceduto, oltre alle sanzioni economiche che potrebbero arrivare, potrebbero non essere alla portata delle disponibilità dell'azienda nipponica. È difficile quantificare a quanto ammonterà l'intero costo che Takata dovrà affrontare e le stime fatte dal produttore sono state dichiarate dagli analisti fin troppo ottimistiche.
TAKATA APRE IL PORTAFOGLI MA NHTSA INSISTE Da alcune ore Takata ha diffuso un comunicato secondo il quale avrebbe accantonato la cifra di 20.1 miliardi di Yen, pari a circa 189 milioni di dollari, da suddividere in 16,6 miliardi per i rimborsi alle Case costruttrici e 3.5 miliardi per i risarcimenti ai sinistri causati dai malfunzionamenti degli airbag. Ma anche questo stanziamento potrebbe non essere che una goccia nell'oceano di danaro che l'estensione del richiamo potrebbe scatenare. Al momento sono state riportate in officina circa 60 milioni di automobili alle quali sono stati sostituiti i dispositivi di sicurezza, ma la NHTSA sarebbe intenzionata ad allargare in maniera consistente il richiamo (leggi il richiamo Takata potrebbe costare 24 miliardi di dollari).
LA SOGLIA DEI 300 MILIONI DI AUTO E' VICINA È stato stabilito che la causa principale dei malfunzionamenti e delle anomalie agli airbag Takata è l'umidità e i danni che essa provoca alla componentistica e alterando la reazione del nitrato d'ammonio, usato come propellente per il gonfiaggio, colpevole delle esplosioni incontrollate. Secondo NHTSA sarebbero da includere nelle campagne di richiamo tutte quelle automobili equipaggiate con dispositivi Takata all'interno dei quali non è stato previsto l'inserimento di materiale essiccante e assorbente. Questo coinvolgerebbe ulteriori 100 milioni di autovetture nel Mondo, portando così a quasi 300 milioni i veicoli interessati. Alla luce di questi ultimi aggiornamenti il titolo Takata continua la sua inesorabile caduta in Borsa, il produttore ha da tempo chiesto il sostegno delle Case automobilistiche ed è alla ricerca di finanziatori per ricapitalizzare l'azienda (Takata assolda una task force per la gestione del richiamo).