Rednoze: svelata la bufala del farmaco anti etilometro

Rednoze: svelata la bufala del farmaco anti etilometro Il medicinale che imbroglia l'etilometro non esiste: era una campagna di guerrilla marketing contro l'alcol. SicurAUTO lo sapeva e ne era complice

Il medicinale che imbroglia l'etilometro non esiste: era una campagna di guerrilla marketing contro l'alcol. SicurAUTO lo sapeva e ne era complice

22 Dicembre 2011 - 09:12

Ebbene sì, lo confessiamo: il miracoloso spray che prometteva di annullare con due sole nebulizzazioni gli effetti dell'ebbrezza alcolica era una colossale bufala ideata per scopi esattamente contrari a ciò che sembava e noi di SicurAUTO ne eravamo al corrente fin dal mattino del 18 dicembre, cioè dal giorno precedente alla pubblicazione dell'articolo in cui avevamo parlato del farmaco. Che l'iniziativa fosse in realtà un esempio di “guerrilla marketing” l'avevamo capito e, dopo averlo accertato, abbiamo deciso di appoggiare l'iniziativa. Ecco tutti i retroscena.

UNA “BUFALA” INTELLIGENTE E BEN CONGEGNATA – La campagna Rednoze è stata organizzata davvero bene. Dobbiamo ammetterlo: in un primo momento anche noi eravamo caduti nel tranello mediatico ed eravamo pronti ad allertare la Polizia di Stato, il ministero della Salute e altre istituzioni, invitandole a fare qualcosa contro l'odioso medicinale. Poi, esaminando meglio il sito che lo reclamizzava, le perplessità hanno cominciato a farsi strada: perché invece di un vero modulo d'ordine, il sito riporta un questionaro da compilare? Per quale motivo, nonostante accurate ricerche, il nome dell'azienda farmaceutica che produce il Rednoze non salta fuori? Come mai non c'è traccia del farmaco e del suo nome nella Farmacopea Ufficiale e al ministero? Pieni di sospetti, ma ben decisi a ostacolare la diffusione del pericolo spray, abbiamo visitato il sito della Kook Artgency, l'agenzia pubblicitaria romana che ha ideato la campagna di lancio del prodotto e siamo così venuti a sapere che la società è specializzata in azioni di “guerilla e viral marketing”. A questo punto, la convinzione che l'intera campagna fosse una bufala ha cominciato a rafforzarsi. I nostri sospetti sono stati confermati da una telefonata all'agenzia stessa. A Stafano Cicconardi, che ha curato la campagna, abbiamo posto una domanda precisa: Il Rednoze esiste davvero oppure no? Dopo aver appreso che dall'altra parte della linea c'era SicurAUTO, Cicconardi ha ammesso che il Rednoze non esiste e che l'intera operazione era una messa in scena ideata su commissione da Mo.D.A.V.I. (una Onlus il cui acronimo significa Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano) allo scopo di sensibilizzare il pubblico sul problema della guida sotto l'influenza dell'alcol. Tutto, nella campagna e sul sito Rednoze, era falso: dal filmato in cui si davano spiegazioni sulla “scoperta” del farmaco a quello che documenta la sua “prova su strada” da parte di alcuni ragazzi fuori da una discoteca, realizzato utilizzando etilometri truccati in modo da fornire sempre un valore pari a zero indipendentemente dalla quantità di alcol ingerita dai “tester”. Falsa anche la spudorata motivazione all'acquisto con la quale si voleva catturare i clienti: “Il primo nebulizzatore che protegge la privacy di chi è in stato di ebbrezza”. L'unica cosa vera era il questionario online sospetto, messo a punto proprio per ottenere il maggior numero di dati sulle abitudini alcoliche della popolazione e sulla propensione ad acquistare il Rednoze.

SIAMO STATI AL GIOCO – A questo punto, eravamo di fronte a due alternative: rivelare per primi che l'iniziativa era una colossale bufala a scopi benefici, rovinandola però sul nascere e vanificando gli sforzi di chi l'aveva ideata, oppure reggere il gioco della Kook Artgency, aiutandola a raggiungere lo scopo di diffondere al massimo l'informazione sul fantomatico Rednoze per sensibilizzare il maggior numero possibile di persone e ottenere un buon numero di informazioni tramite il questionario. Abbiano optato per la seconda soluzione e abbiamo preparato un articolo che trattava l'argomento in termni negativi, ma allo stesso tempo instillava nei lettori qualche dubbio sulla reale esistenza del farmaco. Oggi che Kook Artgency ha terminato il suo lavoro e, pochi minuti fa, ha diramato un comunicato stampa che svela i veri obiettivi dell'iniziativa, possiamo finalmente sgravarci dalla responsabilità di avere, in un certo senso, “imbrogliato” i lettori. Viste le finalità positive della campagna, riguardo alla quale Kook Artgency ha elevato SicurAUTO al ruolo di “partner strategico” insieme all'Uvis (Unione vittime della strada), ci auguriamo di essere… perdonati. Chi visita il sito Rednoze oggi non viene più invitato ad acquistare il farmaco e se cerca di farlo viene informato dei veri scopi dell'iniziativa e dei risultati del questionario.

IL 50% VOLEVA REGALARLO – In pochi giorni (in pratica, da venerdì 16 a mercoledì 21 dicembre) il sito Rednoze è stato visitato da oltre 30 mila persone e il passaparola si è diffuso a macchia d'olio sui social network, raccogliendo sia commenti sdegnati, sia (purtroppo) ovazioni entusiastiche. Oltre 1.200 persone hanno cercato di ordinare il farmaco compilando il questionario online. In base ai suoi risultati, il 91% degli interessati al Rednoze è di sesso maschile e il 67% dichiara di non essere stato sottoposto negli ultimi tre mesi ad alcun alcol test. Il 33% consuma bevande alcoliche prevalentemente tra le mura domestiche mentre il resto preferisce locali o discoteche. È significativo che oltre il 50% del campione sostenga di voler acquistare il Rednoze per fare un regalo. È un dato scoraggiante, perché indica che è diffusissima l'idea (estremamente pericolosa) di voler “salvare” qualcuno dalle possibili conseguenze della guida sotto l'influenza dell'alcol non tanto scoraggiandone l'assunzione, ma fornendo all'interessato i mezzi per farla franca dopo aver bevuto in caso di controlli da paret delel forze dell'ordine. Inutile sottolineare che non è questa la strada giusta per aumentare la sicurezza stradale e diminuire le cosiddette “stragi del sabato sera” che però provocano vittime e feriti tra i giovani e i meno giovani in tutti i giorni della settimana. Sofferenze e lutti tremendi che potrebbero ridursi non certo fornendo o assumendo sostanze miracolose, ma educando gli automobilisti a non bere prima di mettersi al volante.

IL MESSAGGIO DELLA ONLUS – Il comunicato finale con il quale Kook Artgency ha posto fine alla campagna Rednoze contiene una significativa dichiarazione di Irma Casula, presidente Mo.D.A.V.I.: «Non esistono scorciatoie, nessun farmaco miracoloso è in grado di “proteggere la privacy” di chi è in stato di ebbrezza. L'unico modo per eludere i test alcolemici è rimanere sobri. L'alcol, infatti, è la prima causa di morte tra i giovani sotto i 24 anni. Più di 30 mila persone ogni anno rimangono vittime degli eccessi dovuti all'abuso di alcolici. Attraverso questa campagna abbiamo voluto ricordare ai giovani che non esistono scorciatoie. Non serve eludere la legge perché non si può eludere il pericolo. Nel campo della sicurezza stradale le campagne di “riduzione del danno” hanno dato tanto in termini di vite salvate. Ma non basta. Dobbiamo passare alla “prevenzione del danno”: arrivare alla radice del problema. È necessario rieducare i giovani al valore della vita (propria e altrui) e a farne l'elemento imprescindibile di tutte le nostre scelte».

COMPLICI E FELICI – SicurAUTO è felice di aver contribuito al successo della campagna Rednoze. L'obiettivo di salvare vite umane scoraggiando l'abitudine di bere prima di guidare è troppo importante e per raggiungere questo risultato riteniamo siano ammissibili anche metodi non convenzionali come le iniziative di “guerrilla marketing”. Ci auguriamo che della campagna Rednoze si parli a lungo e che il messaggio positivo che ha dato origine all'iniziativa si diffonda rapidamente e si trasformi in una regola di comportamento automatica: prima di guidare, non si beve.

 

 

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1 Commento

franco
15:44, 22 Dicembre 2011

commentare sarebbe superfluo! vergognatevi tutti quanti coloro che l'hanno ideato e coloro che lo hanno supportato. Siate più seri con certi argomenti! Ve lo uno che ha appena finito un ciclo di lezioni (per conto dell'Azienda sanitaria trentina) alle persone cui è stata tolta la patente per guida con alcolemie illegali.

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