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PSA e GM, tedeschi pronti all'acquisto?

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PSA e GM, tedeschi pronti all'acquisto? Secondo Reuters

Secondo Reuters, GM sarebbe pronta ad acquisire altre quote del Gruppo PSA

28 Giugno 2013 - 01:06

L'unione fa la forza. Sarebbe questo il principio che sta alla base degli ultimi rumors, diramati dalla Reuters, secondo i quali l'integrazione tra General Motors e il Gruppo PSA potrebbe crescere ulteriormente. Dal marzo 2012, infatti, GM possiede il 7% della Casa francese, percentuale che potrebbe salire ulteriormente per un nuovo disimpegno della famiglia Peugeot. Attualmente la famiglia fondatrice del marchio detiene il 25,4% del pacchetto azionario e il 38,1% dei diritti di voto in Consiglio di Amministrazione. Le voci di corridoio dicono che i Peugeot sarebbero pronti a farsi da parte, cedendo le loro quote a GM e assicurando nuovi capitali per rilanciare l'azienda, attualmente in grande crisi.

UN'EMORRAGIA DI SOLDI – Che il Gruppo PSA abbia bisogno di una svolta radicale è ampiamente noto, come dimostrano i 3 miliardi di euro di liquidità bruciati nel 2012. Nonostante sia atteso il dimezzamento delle perdite nel 2013, la situazione rimane grigia. Allo stesso tempo la GM Europa non se la passa affatto bene, con 1,8 miliardi di passivo nella gestione 2012 del marchio Opel; miliardi che diventano 18 se si prende in considerazione il periodo dal 1990 al 2012. I problemi dei due gruppi sono grossomodo gli stessi: sovraccapacità produttiva, dipendenza dal mercato europeo e alto costo della manodopera.

IL PROBLEMA DEL MARGINE – Se i primi due punti sono messi in evidenza dalla crisi, che attanaglia anche gli altri costruttori, il terzo è di più ardua risoluzione. La maggior parte delle Citroen, delle Peugeot e delle Opel sono prodotte in Francia e in Germania, nazioni in cui la manodopera ha un costo alto e difficilmente sostenibile senza riversarlo sul costo finale delle automobili. Ma un conto è chiamarsi Audi, BMW o Mercedes e poter vendere le proprie auto nelle fasce di prezzo premium, con una margine di guadagno più alto, un conto è dover competere sul rapporto qualità prezzo nel mare magnum del mercato, dove la concorrenza è feroce.

TAGLIARE LA FORZA LAVORO – Una soluzione potrebbe essere spingere l'integrazione tra i due gruppi non solo alla fase di progettazione ma anche a quella strutturale, che vorrebbe dire razionalizzare la forza lavoro e chiudere fabbriche sia in Francia che in Germania, dove Opel ha già fermato uno stabilimento eliminando 2.600 addetti. Sono operazioni sempre molto difficili da digerire, in particolar modo in Francia, dove si ventilava di un ingresso dello Stato nell'azionariato PSA, con lo scopo di salvare posti di lavoro. In ogni caso tutto è rimandato a settembre, quando in Germania verrà eletto il nuovo Governo e si saprà di più sulla politica economico-industriale del Paese. Nel frattempo, non va sottovalutato il peso della Cina, con le sue aziende che dispongono di capitali da investire, come per esempio, la Dongfeng, che ha una joint-venture proprio con il Gruppo PSA.

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