Produzione auto in Europa e USA: il pericoloso riscatto dei robot

La tecnologia robotica diventa low cost e le aziende potrebbero approfittarne per riprendere a produrre in casa, ma il costo sociale sarà alto

 
Produzione auto in Europa e USA: il pericoloso riscatto dei robot La tecnologia robotica diventa low cost e le aziende potrebbero approfittarne per riprendere a produrre in casa

La tecnologia robotica diventa low cost e le aziende potrebbero approfittarne per riprendere a produrre in casa, ma il costo sociale sarà alto

2 Ottobre 2015 - 08:10

Da anni ormai molte Case costruttrici di fama internazionale hanno intrapreso la strada della produzione decentralizzata, cioè l'apertura di impianti di produzione in stati emergenti, soprattutto asiatici, distanti anche decine di migliaia di chilometri dai principali mercati di riferimento del brand. A spingere i costruttori ad “emigrare” in altri continenti sono sempre motivazioni economiche: manodopera a basso costo e incentivi governativi per l'industrializzazione di zone disagiate. Quello che ormai è diventato un modus operandi comune a tutti i marchi automobilistici potrebbe essere radicalmente sovvertito, avviando un controesodo che riporterà “a casa” le grandi produzioni a quattro ruote. A scrivere questo nuovo capitolo della storia automobilistica sarà la robotica, scopriamo perché.

AZIENDE RIMPATRIATE GRAZIE ALLA ROBOTICA – I costruttori europei e nordamericani hanno dislocato verso oriente gran parte delle proprie produzioni. Nonostante gli onerosi costi di trasporto, i vantaggi della manovalanza low cost e i benefit offerti dai governi asiatici hanno reso comunque vantaggiosa questa politica. Ma una serie di fattori sembrano combinarsi per cambiare radicalmente lo status quo. Ad esempio i salari degli operai cinesi che stanno lievitando, mentre l'economia della Repubblica Popolare affronta l'inizio di una parabola discendente. A questo si aggiunge, nel caso dell'Europa, l'aumento dei costi per l'importazione di merci pesanti. Il vantaggio di produrre così lontano da casa sembra destinato ad assottigliarsi sempre più. A catalizzare gli eventi saranno i robot, ovviamente non gli automi antropomorfi della letteratura fantascientifica, ma gli efficienti e raffinati robot intelligenti che vengono impiegati nelle linee di produzione degli stabilimenti automobilistici. Il costo di questi macchinari è in caduta libera e le Case automobilistiche potrebbero dispiegarne in quantità, limitando fortemente il costo della manovalanza e innalzando i margini operativi.

AUTO ELETTRICHE FATTE IN CASA – A discutere questa teoria che cambia i futuri scenari del mercato auto è Donald Walker, presidente di Magna International, l'azienda canadese riconosciuta come il più grande produttore di componenti automobilistiche, durante un suo intervento al Salone di Francoforte. Secondo Walker la robotica intelligente soppianterà, a livello mondiale, gran parte della manodopera umana e i Paesi che ne fanno largo uso potrebbero, entro un decennio, vedere ridurre il costo delle manifatture di una percentuale oscillante tra il 18 e il 33%. Altro stimolo al rimpatrio, sempre secondo il manager canadese, è l'accrescimento del costo del trasporto e dei dazi doganali per l'importazione di componenti voluminose e pesanti. Walker esprime il concetto portando ad esempio le batterie per le vetture elettriche e ibride; i pacchi di batterie sono notoriamente molto pesanti e ingombranti e la costante crescita del segmento delle auto elettriche porterà inevitabilmente ad un aumento delle movimentazioni di queste massicce componenti. L'intervento a Francoforte del numero uno di Magna si è così concluso: “ritengo che un'auto vada costruita lì dove si trova il suo mercato di riferimento, in futuro le componenti più ingombranti di una vettura saranno prodotte localmente”.

I COSTI SOCIALI DELLA RIVOLUZIONE ROBOTICA – Questo scenario tracciato da Donald Walker però sembra non tenere in considerazione i risvolti economici e sociali sia dei Paesi “abbandonati” sia di quelli nei quali riprenderanno, o si intensificheranno, le produzioni di automobili. Un Paese come la Cina, che fino ad oggi ha visto sviluppare in maniera esponenziale il settore dell'industria automobilistica, rischierebbe di ritrovarsi una profonda crisi del settore, vedendo andare in fumo una marea di posti di lavoro e subendo così un gravissimo danno sociale. Le rinnovate industrie del Vecchio Continente e del nord America, potenziate dal punto di vista della robotica, aumenterebbero la produzione ma non creerebbero nuova occupazione, anzi potrebbero ottimizzare e ridurre gli organici delle linee di produzione. Vista inoltre la scricchiolante credibilità delle associazioni sindacali, anche di grandi nazioni come USA e Cina, a pagare il salato conto delle strategie aziendali sarebbero comunque i lavoratori. Sarebbe interessante vedere cosa succederebbe in Germania, dove la credibilità dei sindacati è davvero notevole e gli iscritti alle varie sigle sono in costante aumento. Riuscirebbero i sindacalisti tedeschi, estremamente radicati e considerati nelle grandi aziende, a contrastare l'inesorabile avanzata robotica?

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