Pneumatici cinesi: la Commissione UE riapre le indagini antidumping La Commissione riparte dalle irregolarità contestate dal Tribunale dell’Unione europea sui dazi per gli pneumatici cinesi importati in Europa

Pneumatici cinesi: la Commissione UE riapre le indagini antidumping

La Commissione riparte dalle irregolarità contestate dal Tribunale dell’Unione europea sui dazi per gli pneumatici cinesi importati in Europa

 

La Commissione riparte dalle irregolarità contestate dal Tribunale dell’Unione europea sui dazi per gli pneumatici cinesi importati in Europa

13 Luglio 2022 - 08:07

La Commissione europea non si ferma davanti alla decisione del Tribunale europeo sulla sospensione dei dazi antidumping applicati ai Costruttori di pneumatici cinesi per autocarri. L’effetto del ricorso dei produttori di gomme ha condotto la Corte UE a stabilire l’illegittimità delle modalità con cui la Commissione ha indagato sui prezzi e condiviso le risultanze delle indagini. Tutto quindi ricomincia dai punti contestati alla Commissione UE. Ecco tutte le novità e i prossimi step.

PNEUMATICI CINESI SOTTOPOSTI A DAZI ANTIDUMPING E ANTISOVVENZIONI

L’annuncio della riapertura delle indagini della Commissione europea sulle gomme cinesi per autocarro importate in UE fa seguito al provvedimento del Tribunale europeo di cui abbiamo parlato in questo articolo. Il ricorso avanzato dai rappresentanti cinesi dell’industria delle gomme – China Rubber Industry Association (CRIA) e China Chamber of Commerce of Metals, Minerals & Chemicals Importers & Exporters (CCCME) – ha annullato i regolamenti di esecuzione della Commissione UE riguardanti i dazi sulle importazioni di determinati pneumatici, nuovi o ricostruiti, di gomma, del tipo utilizzato per autobus o autocarri, con un indice di carico superiore a 121 originari della Repubblica popolare cinese. “Il Tribunale ha rilevato che gli errori (della Commissione UE, ndr) avevano inciso sulle conclusioni complessive in materia di pregiudizio e causalità, oltre che sui margini di pregiudizio, e che non era pertanto possibile determinare con precisione in quale misura i dazi definitivi antidumping e compensativi contestati fossero comunque parzialmente fondati”.

LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI SUGLI PNEUMATICI CINESI

La riapertura delle inchieste antidumping e anti sovvenzioni relative alle importazioni di pneumatici dalla Cina riprende dal punto in cui si è verificata l’irregolarità. “La riapertura delle inchieste iniziali ha lo scopo di sanare completamente gli errori individuati dal Tribunale e di valutare se l’applicazione delle regole, secondo quanto chiarito dal Tribunale, giustifichi la reintroduzione delle misure al livello iniziale o a un livello riveduto a partire dalla data in cui i regolamenti impugnati sono inizialmente entrati in vigore”. La Commissione europea informa quindi le parti interessate che il pagamento di futuri dazi dovuti può dipendere dalle risultanze del riesame. Ma cosa succederà ora?

I PROSSIMI PASSAGGI DELL’INCHIESTA SULLE GOMME CINESI IN EUROPA

Le parti interessate, in particolare i produttori di pneumatici cinesi riportati nella sentenza originaria possono inviare osservazioni, informazioni e elementi di prova riguardanti la riapertura dell’inchiesta entro 20 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. In caso di omessa collaborazione o comportamenti atti ad ostacolare le indagini:

“se le informazioni fornite da una parte interessata risultano false o fuorvianti, tali informazioni possono essere ignorate e possono essere utilizzati i dati disponibili”;

“se una parte interessata non collabora o collabora solo parzialmente (…), l’esito dell’inchiesta può essere per tale parte meno favorevole di quanto sarebbe stato se avesse collaborato”. “L’assenza di una risposta su supporto informatico non è considerata omessa collaborazione, a condizione che la parte interessata dimostri che la presentazione della risposta nella forma richiesta comporterebbe oneri supplementari”.

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