Panasonic e il pallino di fare auto: 1,6 miliardi per provarci con Tesla

Panasonic e il pallino di fare auto: 1,6 miliardi per provarci con Tesla La collaborazione fra Panasonic e Tesla sta ingolosendo i giapponesi

La collaborazione fra Panasonic e Tesla sta ingolosendo i giapponesi, che vogliono entrare nella guida autonoma. Investimenti per 1,6 miliardi

20 Gennaio 2017 - 08:01

La guida autonoma sarà la prossima gallina dalle uova d'oro, sono in molti a ritenere vera questa popolare affermazione, suffragata dal fatto che sono tanti gli attori che voglio avere un ruolo sul palcoscenico di questa nuova tecnologia. Rimaniamo nel campo dei cari, vecchi adagi e citiamone un altro: “L'appetito vien mangiando” varrà anche nel caso di Panasonic? Il fatto che il gruppo Hi-tech giapponese, già fornitore degli elementi al Litio per le batterie delle automobili Tesla (leggi dell'importanza di Panasonic nel post sui grandi investimenti necessari per le batterie delle auto elettriche), voglia partecipare anche ad Autopilot fa propendere per il “si”.

BATTERIE E SENSORI Le auto elettriche sembrano avere grandi prospettive: anche se le questioni connesse a costo, autonomia e ricariche veloci rimangono, l'interesse delle Case e l'opportunità di diminuire le emissioni sembrano averle instradate sulla strada del mercato di massa. Tesla, fra diversi dubbi e indiscusse positività, fa un po' storia a sé: ha “sdoganato” l'auto elettrica, assegnandole un'aura ben diversa da quella noiosa e dimessa che le era stata affibbiata. Di più, si è inserita velocemente nel segmento delle auto top (almeno nel prezzo) ed ha maturato un'esperienza non indifferente nella guida autonoma. In questa avventura ha trovato un importante alleato in Panasonic, fornitrice di quei piccoli elementi al Litio che, assemblati in migliaia di esemplari, arrivano a immagazzinare anche 100 kWh. Consolidato questo rapporto, grazie anche alla partecipazione alla faraonica Gigafactory (leggi della Gigafactory che produrrà anche motori elettrici), Panasonic sembra voler espandere la sua fornitura, che vorrebbe riguardasse anche i sensori dell'Autopilot.

PAROLA DI CEO Il CEO di Panasonic, Kazuhiro Tsuga, ha infatti dichiarato: “Siamo profondamente interessati al sistema Tesla di guida autonoma. Noi speriamo di espandere la nostra collaborazione sviluppando congiuntamente dispositivi per questa tecnologia, ad esempio sensori”. Tsuga si riferisce in particolare a speciali chip C-MOS ultraveloci e molto sensibili costruiti da Panasonic su uno speciale Organic Photoconductive Film prodotto da Fujifilm, lo schema dei quali è visibile qui sotto.

I vantaggi sarebbero importanti: non soltanto la cattura delle immagini in condizioni di scarsa luminosità sarebbe migliore ma si riuscirebbe anche a minimizzare la distorsione che si evidenzia a volte nelle riprese di oggetti in rapido movimento. Nelle riprese delle eliche degli aerei, per esempio, si ha l'effetto che le pale che ruotano evidenziano un aspetto a “scimitarra” anche se sono dritte e questo è dovuto al fatto che le immagini sono acquisite per linee e non in tutto il fotogramma contemporaneamente. La velocità di questi chip permetterebbe l'implementazione efficace del “global shutter” che, acquisendo tutto il frame in una sola volta, aumenterebbe la precisione delle immagini raccolte, cosa molto importante in un sistema di guida autonoma.

COMPONENTI PER TUTTI GLI USI Un'altra “abilità” di questi chip sarebbe quella di percepire in maniera quasi nativa (ossia con poca necessità di processamento del segnale) il movimento e la sua direzione grazie alla cattura, nello stesso fotogramma, di immagini prese con differenti sensibilità: è un'altra possibilità ben gradita dall'Autopilot. Non finisce però qui: Panasonic produce anche moduli fotovoltaici e questo è un altro legame con Tesla, vista la sua acquisizione di Solarcity per 3 miliardi di dollarie e in effetti i 2 marchi lavorano già insieme in questo settore. Panasonic è comunque già ben inserita nell'automotive: la sua produzione di sistemi di entertainment, display e navigatori satellitari ha fruttato 1,3 trilioni di yen (17,43 miliardi di dollari) nell'anno fiscale finito a marzo 2016 con la prospettiva di arrivare a 2 trilioni di yen nel marzo del 2019. Bei numeri, ai quali probabilmente si aggiungeranno quelli generati dall'acquisizione per 1 miliardo dell'austriaca ZKW e dei suoi fari a LED.

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