Omicidio stradale e revoca della patente: se bevi e uccidi puoi averne un'altra?

Omicidio stradale e revoca della patente: se bevi e uccidi puoi averne un'altra? Il ddl sull'omicidio stradale cambia con un emendamento di Giuseppe Cucca (Pd): massimo della pena a chi uccide drogato o ubriaco. Servirà a qualcosa?

Il ddl sull'omicidio stradale cambia con un emendamento di Giuseppe Cucca (Pd): massimo della pena a chi uccide drogato o ubriaco. Servirà a qualcosa?

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7 Maggio 2015 - 12:05

Si era alzato un gran polverone, l'articolo 6 del ddl in questione (giunto alla terza modifica, la commissione ci lavora dal giugno del 2014) ha suscitato contrasti, ripensamenti, dubbi…poi è arrivato l'emendamento proposto da Giuseppe Cucca (Pd): revoca della patente (anche quella nautica) fino a 30 anni per il pirata della strada ma prevede, come condizione di applicabilità, che il reo sia anche in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di droghe e abbia superato i limiti di velocità. Si tratta della terza modifica dell'articolo 6, quello che prevedeva appunto il cosiddetto ergastolo della patente, trasformato poi in sospensione da 5 a 12 anni e oggi sostituito per intero con l'introduzione della revoca. In questo modo dovrebbero essere superati i dubbi di costituzionalità che erano stati avanzati nei giorni scorsi al testo precedente.

LE PENE PREVISTE – L'emendamento del relatore fissa anche le pene per altri comportamenti pericolosi. Così, la revoca della patente sarà di 12 anni (se non ci sono aggravanti) per chi guidando provocherà la morte di una persona. Da 12 anni si arriverà a 20 anni se il reo risulta essere già stato condannato in precedenza per guida in stato di ebbrezza o per aver condotto un'imbarcazione senza avere conseguito l'abilitazione. Per chi invece causa lesioni a terzi la revoca sarà di 4 anni, 8 se il pirata ha già una condanna per aver guidato in stato di ebbrezza o aver condotto un'imbarcazione senza l'abilitazione. Sarà invece di 10 anni se l'interessato si trova alla guida in stato di ebbrezza alcoolica o di alterazioni per sostanze stupefacenti (a tal proposito, la Gran Bretagna sta prendendo nuovi provvedimenti che danno più potere alle Forze dell'Ordine)  e abbia anche violato i limiti di velocità.

IL NODO CRUCIALE E' IL SEGUENTE – Ora, con il nuovo testo, dopo la revoca della patente e al termine del periodo previsto dalla legge (da un minimo di 4 a un massimo di 30 anni), sarà possibile sostenere nuovamente gli esami necessari per conseguirla di nuovo. SicurAUTO.it si interroga fortemente su questo passo. L'eliminazione dell'ergastolo della patente ci pare corretta, siamo concordi con la legittimità costituzionale dei provvedimenti. Possiamo quindi credere che giunti a questo punto della situazione, sia stata intrapresa la strada giusta?A tal proposito abbiamo sentito la Dott.ssa Giuseppa Cassaniti, Presidente di AIFVS (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada): “ho apprezzato molto la proposta di Giuseppe Cucca. In primis, fa riflettere su un concetto chiave: la patente non è un diritto naturale, inviolabile. La patente è un diritto che si può acquisire. Come tale si può perdere. Noi di AIFVS cerchiamo di guardare anche altre questioni, come quello della prevenzione. Guidare vuol dire avere un atteggiamento consapevole del gesto ed etico. Vuol dire rispettare le norme. Noi cerchiamo di pensare alle dinamiche precedenti la strage. Chi commette gravi trasgressioni alla guida, deve perdere i punti senza mai più recuperarli. Questo anche e soprattutto dovrebbe essere oggetto di cambiamento nel codice della strada. Quando commetti gravi errori e non puoi più recuperare i tuoi punti allora sai che devi stare attento, che devi migliorare.” Ci permettiamo di chiudere con una riflessione. Quante volte, trovandoci nel traffico, vediamo guidatori che commettono infrazioni, anche gravi? Tantissime! In molte altre sono i fatti di cronaca a ricordarci che spesso si guida, si infrange e si uccide al volante anche senza aver mai conseguita la patente. Omicidio stradale? Ben venga, augurandoci però che sia più di una cura per i flash mob dei familiari delle vittime che si schierano nelle piazze.

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