“Omicidio stradale: è ora”, parola di Anvu

“Omicidio stradale: è ora”, parola di Anvu L'Anvu spinge il Governo a introdurre il reato di omicidio stradale

L'Anvu spinge il Governo a introdurre il reato di omicidio stradale

24 Giugno 2014 - 07:06

Quattro anni fa, si cominciò a parlare del nuovo possibile reato di omicidio stradale. Per inasprire le pene contro chi causa sinistri gravi in stato d'ebbrezza. Attualmente, se un ubriaco causa un incidente mortale in auto, si applica l'articolo 589 del Codice penale, collegato al Codice della strada: scatta l'omicidio colposo (dovuto a imperizia, imprudenza): le pene vanno da 2 a 10 anni di carcere. Il nuovo reato di omicidio stradale si avvicina a quello doloso, commesso volontariamente: da 8 a 18 anni per chi causa gravi incidenti in stato alterato da droghe o alcol, l'arresto in flagranza di reato, e il ritiro definitivo della patente (“ergastolo della licenza di guida”). I disegni legge sull'omicidio stradale si sono accavallati. Il più recente parla di omicidio stradale specificamente per i pirati della strada, per chi causa sinistri mortali o con gravi lesioni fisiche in seguito a una gravissima infrazione stradale (notevole superamento dei limiti di velocità, mancato rispetto di una precedenza). Ma al di là di annunci, proclami elettorali, interviste in tv, l'omicidio stradale non è mai divenuto realtà. Adesso, con il terribile sinistro del Ravennate di due giorni fa (un bimbo di tre anni investito sulle strisce da una Mercedes scura, scappata a tutta velocità), c'è chi va in pressing sul Governo affinché venga introdotto l'omicidio stradale: è Luciano Mattarelli, presidente Anvu (Associazione polizia locale d'Italia).

LA POSIZIONE DELL'ANVU – “In merito agli ultimi gravi incidenti stradali che hanno visto morire anche bambini, l'Anvu riteniene necessario e improcrastinabile l'approvazione della norma che istituisca il reato di omicidio stardale”. Mattarelli conferma però la propria critica alle istituzioni, “in quanto non ci sono pattuglie sulle strade”. Nonostante quello che si esterna ufficialmente, “specie la notte, non ci sono quasi più pattuglie. Grandissime responsabilità hanno le amministrazioni locali che impegnano la polizia in servizi d'ufficio (pratiche e scartoffie), in particolare nei medi e piccoli comandi”. L'Anvu ritiene necessaria la presenza fisica degli agenti, fermi a bordo strada con la paletta in mano. “Basta con gli autovelox tagliola che i cittadini percepisco solo come strumenti oer fare cassa”.

I COMPITI DELLA POLIZIA – La polizia locale “ha come compito primario – dice Mattarelli – lo svolgimento di attività di polizia stradale, ma l'attività di polizia stradale non si fa appioppando le multe per divieto di sosta e piantonando l'autovelox, Se si continua a cercare altre soluzioni, dovremo continuare ad assistere all'incremento del fenomeno. Non si può fare il pane con la segatura”. Chissà se e come risponderà il premier Renzi, che di recente aveva ribadito la sua promessa, quella di introdurre l'omicidio stradale: “Gli incidenti sono la prima causa di morte e di invalidità permanente per i giovani, che rappresenta un costo enorme per lo Stato, superiore a 30 miliardi di euro l'anno, pari al 2% del PIL. Confrontandoci con altri Paesi, i migliori in questo campo come Inghilterra, Svezia, Olanda, vediamo che è possibile dimezzare la mortalità attuale. Un problema così grande di salute pubblica e di economia che può essere affrontato e ridotto come posso non considerarlo una priorità e venir ignorato dalla politica? Dobbiamo puntare all'efficienza e alla modernità ispirandoci, anche in questo caso, a modelli di successo di alcuni Paesi. Ridare efficienza significa anche migliorare il servizio al cittadino, sapendo che le nostre forze di sicurezza fanno ogni giorno uno straordinario lavoro”.

UNA BELLA CONFUSIONE – Fra l'altro, le cose si sono complicate notevolmente negli anni: il ministro della Giustizia (del Governo Letta) Annamaria Cancellieri, nell'aprile 2012, quand'era ministro dell'Interno, si disse contraria all'omicidio stradale. A inizio gennaio 2014, il primo dietrofront della Cancellieri: “Entro gennaio 2014, porterò in Consiglio dei ministri un pacchetto di norme sulla giustizia che conterrà anche l'introduzione del reato di omicidio stradale”. A inizio febbraio 2014, un'altra virata improvvisa della Cancellieri: occorre, questo il suo pensiero, “un intervento legislativo d'urgenza che non introduca una fattispecie autonoma di reato doloso, ma inasprisca le pene dell'omicidio colposo e selezioni le violazioni del Codice della strada in cui possa ravvisarsi azzardo e temerarietà con consapevolezza della pericolosità della condotta”. Una confusione che rispecchia i continui “stop and go” di questo disegno di legge da parte dei politici italiani. Una volta per tutte, a prescindere dalla validità della nuove possibili regole (comunque discutibili), vedremo se Renzi imporrà una linea definitiva per quanto riguarda l'omicidio stradale.

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