Non impedisce al figlio di guidare: pagherà i danni dell'incidente

Lo ha deciso la Cassazione: la controversia trae origine da un incidente stradale provocato da un ragazzo alla guida dell'autovettura di suo padre

 
Non impedisce al figlio di guidare: pagherà i danni dell'incidente Lo ha deciso la Cassazione: la controversia trae origine da un incidente stradale provocato da un ragazzo alla guida dell'autovettura di suo padre

Lo ha deciso la Cassazione: la controversia trae origine da un incidente stradale provocato da un ragazzo alla guida dell'autovettura di suo padre

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1 Marzo 2016 - 08:03

Partiamo dalla vicenda, molto intricata. Come racconta il quotidianodiritto.ilsole24ore.com, si tratta di un incidente stradale provocato da un ragazzo alla guida dell'auto di suo padre. Il danneggiato cita in giudizio l'assicurazione e il proprietario del veicolo – e non invece il conducente – per ottenere il risarcimento dei danni subiti per via del sinistro. 

DOMANDA RESPINTA – I giudici di merito, in secondo grado, non accolgono la domanda perché ritengono che la circolazione del veicolo sia avvenuta contro la volontà del proprietario. In particolare, la Corte d'appello accerta che il proprietario dell'auto custodiva le chiavi in un luogo noto e accessibile ed era solito esigere che l'uso del suo veicolo da parte di terzi avvenisse previa sua autorizzazione. 

NORMA APPLICABILE – Di conseguenza, è applicabile l'articolo 2054 comma 3 del Codice civile: esclude la responsabilità del proprietario che fornisce la prova che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà. Questo esige l'adozione di concrete ed appropriate misure idonee a prevenire l'impiego del mezzo, anche abusivamente, da parte di terzi. 

PAROLA ALLA CASSAZIONE – La questione finisce alla Cassazione, che con sentenza 1820/2016 precisa: al proprietario non basta dimostrare che la circolazione sia avvenuta contro la sua volontà. Secondo gli ermellini, occorre dimostrare che sono state raggirate le misure poste in essere per impedire che ciò accade, come la chiusura a chiave dell'auto o l'inserimento dell'antifurto, o ancora la custodia della chiavi in luogo sicuro e inaccessibile. Il solo invito rivolto a non utilizzare l'autovettura senza previa autorizzazione non è sufficiente per escludere la responsabilità del proprietario. Insomma, la Corte d'appello ha sbagliato, e ora serve un altro processo. Anche se, vista l'incertezza del diritto della circolazione (vedi qui), potrebbe anche non essere una sentenza che fornisce un orientamento definitivo.

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