Mercato auto in Italia a febbraio 2013: altro crollo

Mercato auto in Italia a febbraio 2013: altro crollo A febbraio 2013

A febbraio 2013, il mercato dell'auto in Italia va ancora giù pesantemente

4 Marzo 2013 - 06:03

Mercato auto Italia: a febbraio 2013, solo 108.419 immatricolazioni con un calo del 17,4% rispetto a febbraio 2012, mese che a sua volta aveva perso il 18,6%. Si tratta del 19° calo a doppia cifra da gennaio 2011, il 15° calo consecutivo a doppia cifra e il peggior febbraio dal 1979 (92.227 immatricolazioni) che ugualmente contava su 20 giorni lavorativi.

SEMPRE PIÙ IN BASSO – L'Italia dell'automobile chiude così il primo bimestre dell'anno in perdita di oltre il 17% (-17,3%) a 222.406 auto vendute, continuando a registrare flessioni che rappresentano circa il doppio del calo medio in Europa. Anche le informazioni che giungono dalla raccolta ordini non lasciano presagire cambiamenti nel breve termine: i contratti a febbraio hanno evidenziato una perdita del 25% a quasi 110.000 unità, che portano il cumulato a circa 220.000 ordini (-20%), con un portafoglio contratti che rimane su livelli di minimo.

IL COMMENTO DELL'ACI – Il presidente dell'ACI, Angelo Sticchi Damiani, commenta il calo delle immatricolazioni a febbraio: “Non ci sono risorse per nuovi incentivi ma ampi margini per ridurre la pressione fiscale sui veicoli. Il 53% degli italiani non acquisterà un nuovo veicolo fino al 2016 se non si abbatteranno i costi di esercizio e soprattutto le tasse sull'auto”. Una prima serie di provvedimenti – sostiene l'ACI – può prevedere l'abolizione del superbollo, la rimodulazione della tassa di possesso, il riordino delle accise sui carburanti e la riforma della rc-auto. L'ACI ha presentato alle forze politiche una ricetta di 10 punti in grado di ridurre di oltre 700 euro il costo annuale dell'auto.

COSA DICE FEDERAUTO – “Il mercato dell'auto è stato inghiottito da una nebbia che non accenna a diradarsi; un mercato fantasma che riflette la situazione generale del Paese, oggi aggravata dalla mancanza di chiarezza nel quadro post elettorale. Stiamo addirittura peggiorando rispetto all'annus horribilis dell'auto, il 2012, che ci ha portato ai livelli dei mercati degli anni Settanta consegnandoci, tra le altre cose, la maglia nera a livello europeo”. Questo il commento a caldo di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l'associazione che rappresenta i concessionari di tutti marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, camion e autobus, rispetto ai dati di immatricolazione di autovetture nuove a febbraio. “Gli acquisti di beni e servizi sul mercato interno – dice Pavan Bernacchi – sono in forte contrazione e questo investe come un treno tutte le aziende italiane, tra le quali vi sono i concessionari di autoveicoli. Se la politica non si adopererà con urgenza per far ripartire l'economia, il nostro Paese andrà verso il collasso. I 3 milioni di disoccupati, per dirne una, ne sono una riprova”. Completa il quadro Adolfo De Stefani Cosentino, responsabile per la Federazione della commissione sulla fiscalità: “Gli autoveicoli e la sua filiera, che dà lavoro in Italia a 1.200.000 persone, pagano un prezzo salatissimo: parliamo di circa 8,6 miliardi di euro, effetto cumulato delle varie manovre succedutesi nel 2011 e nel 2012 con aumenti di accise sui carburanti, superbollo sulle auto prestazionali, aliquota IVA, IPT, Assicurazione RC e bollo, oltre alla stretta fiscale sulle auto aziendali. Quest'ultima antitetica rispetto ai principali mercati europei. Una pressione intollerabile che schiaccia la proprietà e l'utilizzo degli autoveicoli”.

L'ANALISI DELL'UNRAE – “Con una fase della politica ancora tutta da inquadrare, il mondo dell'auto guarda a Ginevra per stimolare, attraverso il rinnovamento dei modelli e le offerte sempre più competitive, l'interesse dei consumatori – ha detto Jacques Bousquet, presidente Unrae (Case estere) – ma in Italia restano i problemi dell'eccessiva pressione fiscale su famiglie e imprese, e sull'auto in particolare, con il rallentamento di tutti i consumi e l'attesa che il prossimo Esecutivo possa mettere l'auto tra le proprie priorità”. Sotto il profilo delle alimentazioni, segnano andamenti peggiori del mercato le motorizzazioni a benzina e gasolio (rispettivamente -25,7% e -19,5% nel mese), a vantaggio di quelle a gpl e metano, in crescita del 39,7% e del 15,4%. In particolare, il gpl nei primi 2 mesi dell'anno raddoppia la sua quota, raggiungendo il 9,2% del totale. In forte crescita anche le vetture ibride (+213%), grazie all'introduzione di nuovi importanti modelli. L'analisi per segmento conferma, seppur in flessione, il miglior andamento, rispetto al totale, delle vetture city car (-8,3%), caratterizzate da modelli con minori prezzi medi, in condizioni di limitate disponibilità economiche.

INCERTEZZA: SI ASPETTA – Abbiamo contattato personalmente Pavan Bernacchi, per capire se e cosa ci si possa attendere dal Partito democratico di Bersani, e dal MoVimento 5 Stelle di Grillo; ma le bocche sono ancora cucite alla Federauto. Idem all'Unrae. Anche se è presumibile che chi di dovere abbia già preso contatti con i politici per cercare di capirne le intenzioni in materia di auto e tasse sulle stesse. Certo che – in base a quanto fatto in passato – è lecito attendersi ben poco a favore dell'auto da parte del PD, che non ha mai visto di buon occhio gli incentivi per l'auto. Pessimismo anche per quanto riguarda Grillo, che è da sempre contro la macchina nei centri urbani, come vi abbiamo spiegato prima delle elezioni.

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