Mercato auto aprile: -10,8%

Mercato auto aprile: -10,8% Continua la discesa del mercato auto in Italia

Continua la discesa del mercato auto in Italia

6 Maggio 2013 - 06:05

Guardando il bicchiere mezzo vuoto, il mercato auto di aprile in Italia è ancora in calo: -10,8%. Volendo essere ottimisti, sembra stabilizzarsi la discesa del mercato stesso.

QUALI NUMNERI – Aprile chiude a 116.209 vetture immatricolate, secondo i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, evidenziando una flessione del 10,8% rispetto alle 130.321 dello stesso periodo 2012. Il risultato potrebbe lasciar presagire una maggiore positività, dice l'Unrae (unione delle Case estere), in quanto – pur se il mese è stato caratterizzato dalla presenza di un giorno lavorativo in più – non va dimenticato che si confronta con aprile dello scorso anno, in cui si riuscirono a recuperare le consegne perse in marzo a causa dello sciopero delle bisarche e che, pertanto, ridusse il calo al 17,6%. Le 471.750 vetture vendute nel 1° quadrimestre dell'anno indicano una flessione del 12,3% rispetto alle 538.153 unità del gennaio-aprile 2012.

QUALCHE SEGNALE POSITIVO – La raccolta ordini registra per la prima volta dopo molti mesi un segno positivo: oltre il 4% in più e circa 117.000 contratti, che portano il 1° quadrimestre a chiudere intorno a 464.000 unità, riducendo la flessione a quasi il 14% rispetto allo stesso periodo del 2012. Dall'analisi per canali di vendita si registra una flessione degli acquisti dei privati superiore al mercato complessivo e pari al 15,2% (72.394 immatricolazioni), con una quota sul totale che si ferma al 62% (oltre 3 punti in meno di un anno fa), portando il 1° quadrimestre al 65% rappresentatività, in linea con quella evidenziata nel gennaio-aprile 2012. Anche valutando i risultati aggregati del bimestre marzo/aprile, considerato lo sciopero delle bisarche che aveva segnato il risultato di marzo ed il recupero delle consegne in aprile, le tendenze non cambiano.

SI SPERA NEL GOVERNO LETTA – “Il mondo dell'auto – ha detto Massimo Nordio, neopresidente Unrae – guarda con speranza all'attività del nuovo Governo ed auspica che il settore possa trovare una ripresa attraverso le azioni che sono state annunciate a sostegno dell'economia, dell'occupazione e soprattutto di revisione del peso fiscale su famiglie ed imprese. In quest'ottica, renderemo più stretto il dialogo con le nuove istituzioni, per contribuire a riportare la dimensione del business dell'intera filiera a valori sostenibili in termini occupazionali e di contributo del settore all'economia italiana. Chiederemo di avere un incontro con gli organi Istituzionali nei tempi più rapidi possibili”. Ma a cosa mira l'Unrae? “Se verranno messe in campo le azioni annunciate dal Governo – conclude Nordio – in particolare su Imu e Iva, la domanda di beni durevoli e, nello specifico, di autovetture, nonostante la perdita già accumulata nei primi quattro mesi, potrebbe riprendere nei prossimi 8 almeno lo stesso profilo del 2012. Si invertirebbe così la tendenza che da valori inferiori ad 1,3 milioni prevedibili fino a oggi, possa tendere a 1.350.000 unità”.

L'ANFIA CHIEDE UNA TASK FORCE – Secondo l'Anfia (associazione nazionale filiera industria auto), la buona notizia è che la nostra filiera, nonostante la sofferenza sul mercato domestico, rimane forte sulle esportazioni che, in riferimento al 2012, per la sola componentistica automotive valgono circa 18 miliardi di euro, con un saldo positivo della bilancia commerciale di 7,4 miliardi. L'Anfia e la filiera che rappresenta non chiedono aiuti governativi, bensì una seria politica industriale centrata sull'aumento dell'occupazione direttamente o indirettamente legata al settore e sul sostegno alle esportazioni, che rappresentano una vitale iniezione di ossigeno per l'intero sistema: “Per questo puntiamo sull'attivazione della Consulta automotive proposta e accolta con favore lo scorso autunno dal ministero dello Sviluppo economico, una task force operativa partecipata da ministeri e soggetti operanti nel settore automotive che, sul modello dell'Automotive Council inglese, diventi l'interlocutore privilegiato per i provvedimenti legislativi in materia di mobilità, evitando, così interventi frammentari e non coordinati”.

FEDERAUTO LANCIA L'ALLARME – “Nonostante l'iniezione dell'ultimo giorno del mese, praticata a suon di kilometri zero immatricolate in capo alle Case e ai Concessionari, il mese di aprile si è chiuso con un altro risultato negativo. Ma il dato nudo e crudo non rende giustizia alla sua drammaticità. Se verrà confermato questo trend l'anno potrebbe chiudersi attorno a 1.100.000 unità. Il che significherebbe 900.000 pezzi in meno rispetto alla soglia minima di sopravvivenza della filiera indicata dai maggiori analisti intorno ai 2.000.000 di pezzi”, esordisce Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l'associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, camion e autobus di tutti i brand commercializzati in Italia. Che aggiunge: “Da un'altra prospettiva un mercato a 1.100.000 pezzi significherebbe una perdita di fatturato per il settore di 15,9 miliardi di euro. Cifra che per la sua rilevanza produce un senso di vertigine. E lo Stato sarebbe il più penalizzato poiché non introiterebbe circa 3,3 miliardi di euro della sola Iva, cui si aggiungerebbero diversi milioni di euro derivanti dal mancato apporto di altre tasse quali bollo, Ipt”.

Sicurauto Whatsapp Channel
Resta sempre aggiornato su tutte le novità automotive e aftermarket

Iscriviti gratis al nostro canale whatsapp cliccando qui o inquadrando il QR Code

Commenta con la tua opinione

X