Manutenzione auto: in 21 anni spesa raddoppiata

Manutenzione auto: in 21 anni spesa raddoppiata Rispetto al 1990

Rispetto al 1990, nel 2011 mantenere un'automobile costava il doppio

21 Agosto 2013 - 04:08

Tutti gli automobilisti se ne sono accorti da un pezzo, ma ora arriva un'ulteriore conferma: mantenere una macchina è sempre più caro. Rispetto al 1990, nel 2011 mantenere un'automobile costava più del doppio.

SONO DATI UFFICIALI – Due anni fa, infatti, la spesa per mantenere l'auto ammontava a 112,474 miliardi di euro (dai 47,283 miliardi del 1990, +138%). A incidere maggiormente sulla spesa degli italiani sono i carburanti (46% della spesa), per i quali si spende il 208% in più rispetto al 1990. Per l'assicurazione obbligatoria Rc auto si registra un massiccio +216,7% dal 1990 al 2011, che pesa per circa il 16% del totale. È quanto emerge dal Conto nazionale delle infrastrutture e trasporti 2011-12 del ministero. Che è stato prodotto dall'Ufficio di statistica dell'amministrazione, in collaborazione con uffici e direzioni generali del ministero, altre amministrazioni pubbliche, Istat e numerosi enti, aziende e Istituti di ricerca. Il compendio, istituito con la Legge n.1085/67, costituisce oggi una pubblicazione di rilevante interesse nel panorama dell'informazione statistica di settore. Al di là della sola manutenzione, l'ammontare complessivo delle spese per le autovetture a uso privato è stato stimato, per il 2011, in circa 152,603 miliardi, di cui 112,474 riguardano le spese per l'esercizio e la manutenzione ordinaria; 31,031 circa l'acquisto delle autovetture nuove di fabbrica; 9,097 la manutenzione straordinaria.

CARBURANTI, CHE SALASSO – La valutazione delle spese di esercizio delle autovetture si quantifica, per il 2011, in circa 101.390 milioni di euro, dei quali oltre il 46% è da attribuire a spese per carburanti, quasi il 17% a spese per manutenzione ordinaria, circa il 16% a spese per assicurazioni, meno del 6% a tasse automobilistiche e il restante 15% circa a spese per il ricovero, per pneumatici, per lubrificanti e pedaggi autostradali. Alle spese qui considerate sono da aggiungere quelle per la sosta a pagamento nei parcheggi in aree comunali e quelle per le violazioni al Codice della strada (i cui importi rincarano in automatico ogni biennio).

DEMOTORIZZAZIONE IN CORSO – Di fronte a queste cifre e percentuali, si capisce meglio perché in Italia si stia parlando di demotorizzazione: le percorrenze medie si sono drasticamente ridotte, la mobilità individuale si sta modificando e molti si disfano della propria vettura senza sostituirla con una nuova. I dati Unrae (Unione Case estere) mostrano che le esportazioni di autovetture targate nuove (Km 0) sono cresciute nei primi 4 mesi del 2012 del 40%, passando dalle 3.500 unità del 2011 alle 5.000 del 2012. Le esportazioni riguardano maggiormente le vetture più recenti, (in media 2,9 mesi di anzianità – meno di 90 giorni) segno delle reali difficoltà del mercato interno. Nel 2011, infatti, il 7,5% di tutte le vetture immatricolate km 0 veniva destinato al mercato estero, mentre in aprile 2012 questa quota è raddoppiata al 15%. Inoltre, il parco circolante autovetture nel 2012 è diminuito: infatti le immatricolazioni sono calate di 350 mila unità e, dall'altro lato,sono aumentate di 20.000 unità le pratiche di radiazione. Senza sottovalutare il peso dell'export che, di fatto, sottrae parco circolante all'Italia. Nel 2012 sono state esportate quasi 570.000 vetture (+16% ripetto al 2011). E per quest'anno le previsioni sono nere.

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