Incidenti: va risarcito anche il figlio nato dopo la morte della vittima

Incidenti: va risarcito anche il figlio nato dopo la morte della vittima Risarcito anche il figlio naturale del centauro morto sebbene al momento dell'incidente fosse ancora solo un feto.

Risarcito anche il figlio naturale del centauro morto sebbene al momento dell'incidente fosse ancora solo un feto.

6 Maggio 2011 - 08:05

La sentenza n. 9700 della Terza Sezione civile di Cassazione, depositata il 3 maggio 2011, stabilisce che per l'incidente va risarcito anche il figlio nato dopo la morte della vittima.

I FATTI – A seguito di un incidente, un giovane centauro perde la vita. Si apre il contenzioso fra le parti circa il risarcimento dovuto alla moglie del defunto. Il giudice di primo grado stabilisce che la colpa dell'incidente è da attribuire al 75% all'automobilista che ha falciato il centauro, assicurato presso la UBI Assicurazioni. Il tribunale riconosce un risarcimento di 159 mila euro a ciascun genitore del defunto, 167 mila alla moglie e 95 mila alla sorella. Fra le richieste di risarcimento avanzate dalla moglie del motociclista vi è anche quella per la figlia naturale (indicato nella misura di 159 mila euro). Al momento dell'incidente, però, la figlia era stata da poco concepita: la moglie avrebbe partorito tre mesi dopo il sinistro mortale. 

INTERPRETAZIONI –  Nata la figlia ci si è chiesti se la morte del padre potesse configurare gli estremi per chiedere un risarcimento in favore dell'infante. Nonostante il fatto che la nascitura, al momento dell'incidente, fosse ancora un feto, non significa che non le spetti il risarcimento per il danno provocato: questa la decisione del giudice. E qui spazio alle dispute forensi sullo status giuridico di un feto: che diritti riconoscergli? La sentenza 9700 aggiorna la giurisdizione, scalzando una precedente sentenza di merito emessa dalla Corte d'Appello di Brescia riguardo l'interpretazione di una tale circostanza. A differenza di quanto stabilito dalla sentenza del Tribunale di Brescia, il giudice di Cassazione ha riconosciuto le carenze che nascerebbero dalla mancanza di una figura genitoriale: dunque il risarcimento va visto come un modo per sopperire alle carenze cagionate dalla assenza del padre, provocata in questo caso proprio dall'incidente mortale.

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