
In 272 casi l'auto a guida autonoma ha ceduto i comandi al collaudatore non sapendo cosa fare, lo dice un rapporto per la Motorizzazione USA
L'annuncio che Google aveva iniziato a sperimentare le vetture autonome ha destato molta curiosità: se in tanti si sono chiesti come mai proprio Big G abbia deciso di avventurarsi in questo settore praticamente inesplorato, molte più persone avrebbero voluto sapere come questi veicoli si sarebbero comportati. Ora che sono arrivati dai attendibili, possiamo rispondere a qualche domanda (per i filmat occrrerà aspettare ancora).
HANNO AMMESSO (LE AUTO) DI NON FARCELA – La raccolta delle informazioni è durata più di un anno e ha portato alla preparazione di un rapporto per il California Department of Motor Vehicles; lo studio è, ovviamente, molto dettagliato dato che la miriade di sensori e telecamere delle quali sono infarcite le auto sperimentali ha generato una massa enorme di dati. Google ha comunicato che si sono verificati 272 casi nei quali la sua vettura è uscita dalla modalità autonoma e ha subito “girato” il controllo della vettura al collaudatore seduto al posto di guida. Secondo quanto dichiarato da Google, il pilota ha preso il controllo della vettura in 0,83 secondi in media. Chris Urmson, direttore di Google Self-Driving Cars, per descrivere gli eventi che si sono verificati nel periodo di osservazione – compreso fra settembre 2014 e novembre 2015 – ha usato queste parole: “Il software di gestione ha rilevato un'anomalia del sistema che avrebbe avuto le possibili implicazioni per la sicurezza e ha immediatamente consegnato il controllo dal veicolo al nostro collaudatore”.
LO SCETTRO DEL COMANDO – L'analisi dei dati ha anche permesso di enumerare i casi nei quali è stato il collaudatore a prendere i comandi di sua volontà (leggi come un ciclista ha messo in difficoltà una delle auto di Google) probabilmente: si tratta di 69 eventi ma purtroppo non c'è modo di sapere quanti di questi avrebbero potuto generare un incidente grave, con feriti o, addirittura, morti. Ulteriori analisi, che hanno tenuto conto della posizione e del movimento degli altri veicoli e pedoni vicini alla vettura, hanno portato alla conclusione che in 13 di questi casi i collaudatori hanno “impedito che il nostro veicolo entrasse in contatto con un altro oggetto”. Da Mountain View fanno anche sapere come il numero delle “cessioni automatiche” del controllo è diminuito progressivamente, segno che sono statisticamente diminuite le occasioni nei quli il sistema non sapeva bene come comportarsi. Se alla fine del 2014 i sistemi autonomi si disimpegnavano ogni 785 miglia in media, alla fine del 2015 la loro frequenza è scesa a uno ogni 5.300 miglia (una distanza pari a circa 8.500 km); stanno imparando bene?
SI FA PRESTO A DIRE: GUIDA! – Le 53 auto di Google – e i loro “creatori” – hanno ormai accumulato una notevole esperienza: dal 2009, anno di inizio delle operazioni, esse hanno ormai superato gli 1,3 milioni di miglia percorse nella zone di Mountain View e di Austin, in Texas. In questo lasso di tempo (e di chilometri, circa 2 milioni), esse sono state coinvolte in 17 incidenti (leggi qui di un tamponamento e della mancata collisione con un'Audi autonoma di Delphi), tutti causati da altri veicoli; molti di essi sono tamponamenti a bassa velocità vicino agli incroci, dato che negli USA è proibito, in molti Stati, impegnare un incrocio anche se si ha il verde quando si rischia di intasarlo. Un altro studio, commissionato da Google al Virginia Tech Transportation Institute, ha inoltre comparato il tasso di sinistrosità della flotta automatica di Google con quello dei guidatori umani. La ricerca è stata condotta sui verbali della Polizia e ha dovuto tener conto che circa il 60% dei sinistri senza feriti ed il 24% di quelli con lesioni non vengono denunciati (dati NHTSA) mentre le leggi californiane obbligano a denunciare qualsiasi incidente che veda coinvolte le vetture autonome. Dopo aver corretto i dati in questo modo si è riscontrato come le auto con conducente generino in media 4,2 incidenti per milione di miglia mentre le autonomous cars si fermano a 3,2. Un inizio incoraggiante per una tecnologia che, qualche anno fa, semplicemente non esisteva.