Goodyear AMT, la gomma che si gonfia da sola

Goodyear AMT, la gomma che si gonfia da sola Per ora è solo un prototipo

Per ora è solo un prototipo, ma potrebbe arrivare sul mercato, eliminando il fastidio del controllo della pressione degli pneumatici e il rischio di circolare con le gomme sgonfie

16 Agosto 2011 - 08:08

È fin troppo noto che gli automobilisti europei non sono molto scrupolosi nel controllo della corretta pressione di gonfiaggio degli pneumatici e che spesso circolano con le gomme sgonfie. Eppure è altrettanto noto che questa semplice operazione può ridurre i consumi di carburante (quindi, anche le emissioni di CO2) e anche mantenere più a lungo le gomme in salute, aumentando contemporaneamente la sicurezza stradale.

MICROPOMPA INTERNA – Il sito www.gommeblog.it riporta che Goodyear sta lavorando a un particolare tipo di pneumatico il quale, se  verrà proposto commercialmente, eliminerà sia il rischio di circolare con le gomme sgonfie, sia il fastidio del controllo periodico della loro pressione. Si chiama “AMT” (Air Maintenance Technology), da non confondere con un'altra sigla, “EMT” (Extended Mobility Tire) che identifica le gomme run flat di Goodyear. Lo pneumatico AMT porta al suo interno una micropompa (e tutti gli organi meccanici ed elettronici correlati) che permette di mantenere costante la pressione senza alcun intervento da parte del conducente. E questa è la vera novità. In passato, infatti, sono stati sviluppati sistemi in grado di mantenere costante la pressione delle gomme, ma si basavano tutti su dispositivi installati sulla vettura, e non all'interno delle gomme stesse.

ARRIVANO CONTRIBUTI – Goodyear non ha comunicato se il sistema consente anche di espellere l'aria dagli pneumatici, una caratteristica utile per abbassarne la pressione quando sono surriscaldati, né quando gli AMT verranno commercializzati. Tuttavia, la società ha dichiarato che il programma AMT ha ricevuto un'accelerazione grazie a due recenti eventi: la concessione di un contributo di 1,5 milioni di dollari da parte del Dipartimento dell'Energia americano per sviluppare la tecnologia AMT per il mercato degli autocarri pesanti, e quella di un'altra somma d'importo imprecisato da parte dello Stato del Lussemburgo.

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