GM offre la scossa: è per questo che ha sempre chiuso la porta a FCA?

GM offre la scossa: è per questo che ha sempre chiuso la porta a FCA? General Motors offrirà la tecnologia ibrida della Chevrolet Volt ai suoi partner

General Motors offrirà la tecnologia ibrida della Chevrolet Volt ai suoi partner, tra cui potrebbe infilarsi FCA sulla strada dell'elettrificazione

10 Febbraio 2016 - 03:02

Le tenaglie della normativa ambientale si stringono sempre di più intorno ai costruttori, che vedono crescere la preoccupazione di non essere in grado di ottemperarle. Negli USA questi timori sono probabilmente più fondati che in Europa (leggi come l'EU abbia deciso per le prove su strada ma aumentando la tolleranza nei limiti) e quindi la decisione di GM di fornire la piattaforma ibrida della Volt ad altri non stupisce più di tanto.

LÌ DOVE NASCONO I POWERTRAIN – La notizia è fresca: General Motors è disposta a condividere con altri costruttori la sua piattaforma ibrida a benzina che equipaggia la nuova Volt. Le parole di Dan Nicholson, il capo dei powertrain di GM, sono state chiare: “Vogliamo essere, in quest'epoca complessa e turbolenta alla quale ci stiamo avvicinando, il partner di riferimento nello sviluppo di sistemi di propulsione”. La dichiarazione di Nicholson arriva durante l'inaugurazione del Powertrain Performance and Racing Center che GM ha costruito nel suo Powertrain Campus a Pontiac, nel Michigan. La nuova struttura unisce il centro di sviluppo dei powertrain con il Racing Center che era a Wixom, sempre nel Michigan.

SISTEMI ALL-INCLUSIVE – Nicholson ha inoltre dichiarato che “Noi corriamo per vincere e anche per imparare. Questa nuova struttura offre la grandissima opportunità di connettere i nostri ingegneri che lavorano nelle competizioni con quelli della produzione stradale. L'integrazione delle loro conoscenze darà ai nostri piloti un vantaggio in pista e ai nostri clienti migliori veicoli stradali”. Riunire i centri ricerca non serve soltanto a razionalizzare i costi ma permette un travaso “bidirezionale” di competenze che fa comodo a tutti: i tempi sono procellosi e l'imperativo di contenere le emissioni passa anche dalla riduzione dei pesi (la Malibu MY 2016, pur se più lunga di 5,8 cm e con un passo aumentato di 9 cm rispetto al modello che sostituisce, pesa 136 kg in meno), uno skill che chi si occupa di competizioni conosce molto bene. Il powertrain ibrido della nuova Volt – generatore, due macchine elettriche, trasmissione e batterie – è adatto a vetture medie (la Volt è lunga circa 4,58 metri), anche se un altro costruttore dovrà tener conto dello spazio per il gruppo accumulatori dalla caratteristica forma a “T”. Qui ricordiamo soltanto l'autonomia elettrica della Volt – 80 km – e il fatto che il motore a scoppio non è collegato direttamente alle ruote (leggi com'è fatta la seconda generazione della Chevrolet Volt); può essere interessante invece “leggere” cosa ci può essere dietro l'annuncio di Nicholson e capire chi potrebbe essere interessato a questo powertrain ibrido, chiamato Voltec.

CHI SONO I PAPABILI? – In effetti acquistare una piattaforma ibrida bella e fatta può far risparmiare al compratore miliardi di investimenti e anni di sviluppo e, inversamente, permette al venditore di recuperare più velocemente i miliardi e gli anni già investiti. Tanto per non fare nomi, se GM si fosse fusa con FCA, questo potenziale compratore (molto interessato dato che i suoi SUV hanno emissioni alte) si sarebbe trovato la tecnologia ibrida in casa invece di doverla comprare. Per valutare le possibili aziende interessate può tornare utile il grafico pubblicato nel post appena citato. Fra i brand con la gamma ad emissioni più alte troviamo, oltre a GM che non compra da sé stessa, FCA e Ford, con la casa dall'Ovale Blu che ha già in gamma le ibride e le elettriche così come Mercedes. Toyota è nella stessa situazione, così come KIA, BMW, Honda e Nissan: alla fine, almeno negli USA, i potenziali clienti sarebbero grossomodo Mitsubishi, Mazda, Subaru e Suzuki. Se questa piattaforma arrivasse in Europa anche in questo caso l'azienda più papabile per la sua adozione sarebbe nuovamente FCA (leggi come la 500X parrebbe inquinare oltre i limiti), dato che PSA ha già modelli ibridi, anche se di successo non travolgente, Jaguar Land Rover ci sta lavorando (e poi sarebbe probabilmente fuori target) e Renault si sta attrezzando per l'ibrido mentre l'elettrica Zoe è già in listino. Rimane comunque da valutare l'impatto della questione emissioni nel Vecchio Continente, dato che l'EU ha praticamente ammesso di sapere come gli NOx siano allegramente fuori dei limiti e questo potrebbe accelerare la corsa verso l'ibrido (il pianale Volt è predisposto anche per funzionare come ibrido non plug-in): l'allarme era stato già lanciato tempo fa (leggi perché la UE ha detto: “Le Euro 6 non funzionano come dovrebbero”) ma le pressioni e le convenienze hanno avuto la meglio.

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