Un rilevatore di infrazioni ai semafori dev'essere a prova di bomba. Sembra un concetto banale, ma ormai da due anni ci si sta rompendo la testa negli uffici di alcune Procure (che indagano sulle ...
Un rilevatore di infrazioni ai semafori dev'essere a prova di bomba. Sembra un concetto banale, ma ormai da due anni ci si sta rompendo la testa negli uffici di alcune Procure (che indagano sulle multe facili) e del ministero delle Infrastrutture (che omologa queste apparecchiature).
In ogni caso, se il rilevatore non è sincronizzato perfettamente con lo scatto del rosso, c'è sempre lì la foto (o il filmato) a testimoniare che il guidatore è passato col giallo o addirittura col verde. Che cosa succede, invece, se a non essere sincronizzato è il count-down che indica quanti secondi ancora durerà l'accensione di una luce del semaforo (per esempio, del giallo, che è quello più sotto accusa per la brevità giudicata eccessiva)? C'è il rischio non tanto di multa, quanto di incidente: chi si fidasse del conteggio e poi si ritrovasse all'improvviso col rosso attraverserebbe l'incrocio mentre si muovono gli altri.
Per questo motivo sul Sole-24 Ore di lunedì 23 agosto scrivevo che occorrerà cautela nell'omologare questi count-down, ora che la riforma del Codice li ha legalizzati. E, per minimizzare i rischi, ipotizzavo che si potessero utilizzare solo per il giallo, sempre al centro delle polemiche. Per tutto questo ho ricevuto critiche. Quasi come se i problemi di sincronizzazione col semaforo ce li possa avere per definizione solo un rilevatore di infrazione (per essere più precisi, il contestatissimo T-Red). E invece tutti i dispositivi sono a rischio, perché sono opera dell'uomo. Sta all'uomo-costruttore fare tutto il possibile per minimizzarli e all'uomo-controllore (il ministero, nella fattispecie) verificare se danno sufficienti garanzie.
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