Dieselgate: parte il richiamo VW ma senza garanzie sulle prestazioni

Dieselgate: parte il richiamo VW ma senza garanzie sulle prestazioni Al via il richiamo Volkswagen con le Amarok in Svizzera proprio quando in Italia trapela che le prestazioni dei motori potrebbero peggiorare

Al via il richiamo Volkswagen con le Amarok in Svizzera proprio quando in Italia trapela che le prestazioni dei motori potrebbero peggiorare

25 Gennaio 2016 - 11:01

La “Fase 2” del Dieselgate è ufficialmente iniziata e i richiami cominciano a diventare effettivi. La campagna svizzera per il pick up Amarok, per esempio, partirà alla fine di gennaio, dopo che l'Ufficio Federale delle Strade ha dato il suo via libera alle modifiche proposte da VW. Intanto Massimo Nordio, in un incontro al MISE, ha dichiarato che non può garantire i livelli prestazionali delle vetture dopo il richiamo, facendo così prendere corpo ai dubbi dell'Esperto sul mantenimento delle prestazioni dopo le modifiche: come reagiranno gli automobilisti?

NELLA CONFEDERAZIONE SI PARTE DAL PICK UP – I richiami nella confederazione elvetica partiranno con gli Amarok prima serie (in Brasile Volkswagen dovrà pagare 12,5 milioni di euro proprio per gli Amarok) e, a seguire, interesseranno gli altri veicoli coinvolti, in un'azione che durerà tutto l'anno. Morten Hannesbo, CEO di Amag, l'importatore del gruppo VW in Svizzera, ha commentato in questo modo i dati del 2015, durante una conferenza stampa ad Arosa: “Anche se con un occhio blu, tutto sommato ne siamo usciti bene. Dall'autunno scorso ogni nostro sforzo è stato rivolto alla gestione dell'affare Diesel. E la nostra quota di mercato è scesa solo di 0,2 punti”. In effetti c'è da essere soddisfatti, considerando come la Confederazione sia abbastanza sensibile all'ecologia: le ibride e le elettriche immatricolate nel 2015 sono state infatti 13.500, più del 4% del totale.

COSA FACCIO, ADERISCO? (AL RICHIAMO) – Hannesbo continua: “la nostra sfida è riconquistare e consolidare la fiducia dei clienti e riuscire di nuovo a stupirli” e, allo scopo, è stata creata da Amag una speciale task force di 50 persone. Anche in Svizzera il richiamo consisterà nell'aggiornamento del software di gestione del motore e nell'installazione del taumaturgico “trasformatore di flusso” nel TDI da 1,6 litri. L'AD di Amag ha sottolineato che non è previsto il riacquisto dei veicoli, a condizioni di favore, a differenza di quel che accade nel mercato nordamericano. Con un breve salto torniamo in Italia, raccogliendo la notizia riportata da Maurizio Caprino de Il Sole 24 Ore. Si tratta dell'esito del già citato incontro che l'AD di Volkswagen Italia ha avuto al Ministero dell'Industria e dello Sviluppo Economico con esponenti delle principali associazioni dei consumatori. Nell'incontro al MISE Nordio ha dichiarato, fra le altre cose, che “c'è l'impegno della casa madre di fare in modo che gli interventi non impattino sulle prestazioni del veicolo, non c'è però la garanzia che questo sia possibile”.

MA CHI ME LO FA FARE? – Gli esponenti delle associazioni dei Consumatori (erano rappresentate le maggiori, quelle che siedono nell'organo ministeriale Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti) hanno manifestato inquietudine per le parole di Nordio: “siamo preoccupati perché il timore sulle prestazioni potrebbe portare molti consumatori a non effettuare il richiamo”, una sensazione già diffusa diversi mesi fa (leggi perché molti clienti rifiuteranno la modifica proposta da VW). Del resto, se la diffusione delle elettriche/ibride è indicativa delle priorità degli automobilisti, allora si è indotti a ritenere come in Italia siano più importanti le prestazioni dell'ecologia. Le precedenti dichiarazioni di Volkswagen avevano generato un certo ottimismo riguardo il mantenimento di prestazioni, consumi e qualità della guida ma le parole di Nordio sono sembrate una doccia fredda. Anche se l'AD era al “centro del Colosseo”, con gli esponenti dei Consumatori pronti a ritorcergli eventualmente contro le sue stesse parole (la legislazione europea per la tutela dei consumatori è molto centrata su quanto dichiarato nella pubblicità e da venditori e produttori), il suo dire-e-non-dire (che traspare anche nella lettere di richiamo per i clienti italiani) non è sembrato positivo. Molto politically correct è stato poi il commento di Simona Vicari, sottosegretario del Ministro: “Grazie alla mediazione del MISE siamo riusciti ad avviare un dialogo costruttivo tra azienda e utenti. Le numerose associazioni dei consumatori presenti al tavolo hanno avuto modo di rivolgere domande e richieste di chiarimenti all'amministratore delegato di VW Italia e hanno chiesto di poter continuare il percorso avviato, ottenendo disponibilità al dialogo costruttivo da parte della Società”.

Sicurauto Whatsapp Channel
Resta sempre aggiornato su tutte le novità automotive e aftermarket

Iscriviti gratis al nostro canale whatsapp cliccando qui o inquadrando il QR Code

Commenta con la tua opinione

X