
La società IAV al 50% di Volkswagen dovrà pagare una mega multa per aver ideato il software che alterava le emissioni auto
Il fornitore di componentistica IAV, tra le aziende che più o meno direttamente sono coinvolte nello scandalo del dieselgate, ha patteggiato una multa da 35 milioni di dollari per buttarsi alle spalle la vicenda del software truccato come ha fatto Audi. Pagare la multa però sembrerebbe solo l'uscita di emergenza più veloce visto che l'azienda che per metà è di proprietà di Volkswagen rischia una sanzione ancora più pesante. Vediamo chi è IAV e come è finita per essere coinvolta nello scandalo dieselgate di Volkswagen.
IL SOFTWARE SBAGLIATO NEL MOMENTO SBAGLIATO “Prendiamo molto sul serio queste questioni e consideriamo questa risoluzione un importante passo avanti per la nostra azienda”, ha affermato Kai-Stefan Linnenkohl, presidente e membro del consiglio di amministrazione di IAV. “La cattiva condotta identificata non riflette chi siamo oggi come azienda. Siamo impegnati in una cultura di conformità e responsabilità”. Per lo scandalo esploso circa 3 anni fa Volkswagen ha già fatto mea culpa pagando nel 2017 una multa da 4,3 miliardi di dollari oltre gli accantonamenti che sono serviti e serviranno come buoni propositi.
CHI E' IAV Meno conosciuta rispetto a nomi più ridondanti nell'ambiente auto motive, IAV è un fornitore tedesco di soluzioni tecnologiche che progetta prodotti per powertrain, elettronica e sviluppo di veicoli. Dal tedesco IAV Gmbh sta per “Engineer Society Automobile and Traffic”. Anche se i suoi centri di sviluppo sono collocati in Germania, la presenza dell'azienda si estende per diversi continenti nel mondo. Infatti tra i suoi principali clienti, oltre a Volkswagen Group che ne controlla il 50%, ci sono BMW, PSA, FCA, Ford Motor Company, General Motors, Porsche, Toyota, Bosch GmbH, Delphi, Continental AG e ZF Group.
L'UDIENZA NEL 2019 Questa sua expertise infatti è finita per essere la sua colpa nel fattaccio delle emissioni truccate delle auto diesel di Volkswagen. “IAV ha progettato il software che ha permesso a Volkswagen di aggirare i limiti statunitensi sulle emissioni atmosferiche” ha affermato Susan Bodine, assistente amministratore dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente degli Stati Uniti. IAV dal canto suo avrebbe fatto sapere che all'udienza del prossimo 18 gennaio 2019 si dichiarerà colpevole, una manovra difensiva che serve a limitare i danni, visto che il Dipartimento di Giustizia avrebbe chiesto una multa molto più alta, ma che avrebbe potuto compromettere la redditività di IAV.