Dieselgate: l'ombra avvolge Renault e le azioni crollano

Il blitz dell'autorità antifrode nelle sedi della Casa è finito con il sequestro di alcuni computer e la notizia ha mandato la borsa nel panico

 
Dieselgate: l'ombra avvolge Renault e le azioni crollano Il blitz dell'autorità antifrode nelle sedi della Casa è finito con il sequestro di alcuni computer e la notizia ha mandato la borsa nel panico

Il blitz dell'autorità antifrode nelle sedi della Casa è finito con il sequestro di alcuni computer e la notizia ha mandato la borsa nel panico

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15 Gennaio 2016 - 07:01

Lo scandalo “dieselgate” sembra non voler arrestare la sua “furia” e ora pare coinvolgere altri costruttori. In realtà già da tempo si è a conoscenza di controlli su molti modelli di diversi marchi; stavolta ad essere sotto pressione è la Renault che, sospettata di frode sulle emissioni, ha ricevuto le perquisizioni in numerosi uffici e impianti da parte degli agenti della divisione anti frode della Polizia francese. La notizia, una volta diffusa, ha fatto crollare il titolo in borsa, che ha fatto registrare perdite fino a oltre il 20%, trascinando al ribasso anche i listini europei. Ecco lo stato della situazione, ma potrebbe trattarsi di un caso in completa evoluzione.

TUTTO ALL'IMPROVVISO – A rendere pubblica la notizia è stato il principale sindacato francese Cgt, secondo il quale nei giorni scorsi gli agenti della divisione anti frode della Polizia francese hanno effettuato una serie di perquisizioni in alcuni impianti produttivi della Renault (che intanto prepara il debutto della Kadjar sette posti. Leggi qui tutti i dettagli). In base alle poche informazioni ricevute, è possibile ipotizzare che l'investigazione sia dovuta al fatto che alcuni motori diesel Renault possano essere stati equipaggiati con un software in grado di modificare e allo stesso tempo eludere i controlli sulle emissioni (leggi come VW ha alternato le emissioni con la centralina truccata), quindi ci sarebbe affinità con quanto successo con il Gruppo Volkswagen. Ciò nonostante, a scandalo dieselgate iniziato, va ricordato che la Renault aveva promesso di investire 50 milioni di Euro per far sì che i livelli di emissione effettivi delle sue auto (leggi qui le caratteristiche della nuova Mégane) fossero in linea con quelli registrati durante i test.

PERQUISIZIONI E SMENTITE – Ecco dunque iniziato il gioco delle parti, in cui la Renault ha da subito affermato che i suoi motori non nascondono alcun trucco, ma ha comunque confermato l'azione investigativa della Polizia francese. Di contro, il sindacato francese ha rafforzato la vicenda, arricchendola di dettagli, che hanno visto le forze dell'ordine sequestrare numerosi personal computer ai dirigenti Renault nell'impianto di Lardy, in Essonne, a sud di Parigi. I settori oggetto dell'indagine sono stati quelli della divisione “omologazione e messa a punto dei controlli sui motori”. Sempre il sindacato ha confermato che le perquisizioni sono state eseguite anche negli impianti di Guyancourt (Yvelines), Plessis-Robinson et Boulogne-Billancourt, alle porte di Parigi. La notizia è certa, perchè la Cgt ha ricevuto nota informativa direttamente dai delegati degli impianti di Lardy e Guyancourt. Altra nota da aggiungere è che nel frattempo il Ministero dell'Ambiente francese ha detto che i test sui software nelle vetture Renault non hanno mostrato evidenze di emissioni fraudolente.

IL COMUNICATO RENAULT – Di seguito vi riportiamo il comunicato ufficiale che la Renault ha diramato in risposta all'accaduto. “Dopo la comunicazione al pubblico dall'EPA – US Environmental Protection Agency – dell'esistenza di un tipo di dispositivo software nascosto usato da una grande casa automobilistica, un comitato tecnico indipendente è stato istituito dal governo francese. Questa commissione tecnica indipendente – denominata Commission Royal – che mira a garantire che i produttori francesi non hanno dotato i loro veicoli di software equivalenti. In questo contesto, l'UTAC sta attualmente testando 100 veicoli in circolazione, tra cui 25 veicoli Renault, che riflette la quota di mercato di Renault in Francia. A fine dicembre 2015, 11 veicoli sono già stati testati, tra cui quattro veicoli Renault, che ha permesso alle autorità francesi di impegnarsi in un dialogo fecondo con l'ingegneria e Renault. Già, la Direzione Generale per l'Energia e clima (DGEC), che è sotto il Ministero dell'Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile e l'energia, il partner pilota della commissione tecnica indipendente ritiene che il procedimento non avrebbero rivelato la presenza di un software fraudolento ad equipaggiare i veicoli Renault. Sono in corso dei test in grado di anticipare soluzioni di miglioramento per i veicoli Renault che escono dalle fabbriche e per i veicoli esistenti, il Gruppo Renault ha deciso di presentare rapidamente un piano sulle emissioni, che mira a rafforzare le prestazioni energetiche dei nostri veicoli. In parallelo, la DGCCRF ha deciso di condurre ulteriori indagini sui pezzi e in loco, che ha lo scopo di convalidare definitivamente la prima analisi effettuata dalla Commissione tecnica indipendente. La DGCCRF è andato alla Sede legale, al Centro Tecnico di Lardy e al Technocentre di Guyancourt. I Team Renault collaborano pienamente ai lavori della Commission Royal e dagli ulteriori accertamenti decisi dal Ministero dell'Economia. Dopo il successo della COP 21, Renault intende accelerare i propri investimenti in soluzioni industriali servizio utile alla salvaguardia del pianeta. Il Gruppo Renault è già nella top 3 (1° nel 2013, 2° nel 2014) dei programmi di miglioramento dell'emissione di CO2. Per 3 anni, il Gruppo Renault ha di fatto ridotto del 10% l'emissione di anidride carbonica dei suoi veicoli”.

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