Dieselgate, azionisti Audi pressano l'AD: più trasparenza

Dieselgate, azionisti Audi pressano l'AD: più trasparenza Stadler dichiara che etica e trasparenza sono la bussola ma non basta: gli azionisti protestano. Chiedono più trasparenza all'AD dopo il Dieselgate

Stadler dichiara che etica e trasparenza sono la bussola ma non basta: gli azionisti protestano. Chiedono più trasparenza all'AD dopo il Dieselgate

24 Maggio 2017 - 07:05

Milioni di automobilisti e molte altre persone e aziende hanno vissuto le implicazioni del Dieselgate: amministratori delegati e consiglieri sono sospesi/dimessi e tecnici e fornitori (leggi che Volkswagen e Bosch patteggiano 1,5 miliardi per il Dieselgate) sono stati accusati di essere ideatori e/o complici della frode. Esiste però un'altra categoria di soggetti coinvolti dall'ondata del defeat device: gli azionisti che, grandi o piccoli che siano, sono accomunati dal possedere titoli del Gruppo VW. La loro voce si è levata durante l'ultima assemblea, chiedendo maggiore trasparenza e azioni che possano squarciare il velo che sembra nascondere la verità sul Dieselgate.

ASSEMBLEA DOUBLE FACE I mesi passano in fretta e a settembre ci sarà il compleanno numero 2 per il Dieselgate. Il piccolo è cresciuto bene, anche se è costato molti soldini alla famiglia Volkswagen; in compenso sa come mantenere i segreti… Si cerca di sdrammatizzare ma in realtà l'eccesso di “riservatezza” del Gruppo sta minando la pazienza degli azionisti, che hanno reclamato a gran voce maggiore trasparenza da parte dei vertici. La cronaca dell'assemblea annuale di Audi, raccontata da Reuters, riferisce infatti del CEO Rupert Stadler che ha messo al primo posto legalità ed etica mentre diversi rappresentanti degli azionisti si sono lamentati per una mancanza di chiarezza che sembra ormai cronica.

VOCI DISSONANTI Ricordiamo che da Audi, nel 2016, è arrivato il più grande contributo al profitto del gruppo Volkswagen perché i suoi modelli hanno una diffusione abbastanza ampia e, anche se produrli ha costi simili a quelli dei corrispondenti modelli Volkswagen, vengono venduti ad un prezzo superiore.

L'assemblea, che si è svolta pochi giorni fa all'Audi Forum di Neckarsulm, non è stata certamente la prima che ha registrato lamentele di questo tipo: è infatti dal 2015 che gli investitori hanno chiesto a Audi e Volkswagen di parlare con chiarezza della frode. In particolare, alcuni di loro sono “shocked”dal fatto che i risultati della faraonica inchiesta interna non sono ancora stati divulgati (leggi che l'indagine Volkswagen è finita ma i risultato restano top secret). Si è sentito Stadler affermare “Continueremo fino a quando il lavoro sarà fatto”, riferendosi al voler rendere la legge e l'etica il “benchmark ultimo” di Audi. A fare da controcanto è giunta per esempio la dichiarazione di Christian Strenger, che fa parte del consiglio di vigilanza di Deutsche Asset Management e ha una sfilza di incarichi prestigiosi: “È arrivato il momento nel quale le promesse di fare chiarezza attraverso la trasparenza del management si concretizzi. Rifiutare e rinviare è tutto quello che abbiamo sentito fino ad oggi”.

CHE FINE HANNO FATTO I RISULTATI? Fra gli azionisti serpeggia il malcontento, ad esempio perché i dirigenti ritarderebbero le indagini e continuano a non divulgare i risultati dell'inchiesta condotta dallo studio legale Jones Day (leggi dell'indagine di 480 esperti e 100 Terabyte di dati). Felix Schneider, che fa parte di un gruppo di detentori di azioni con diritto di voto, non ha approvato la gestione dell'Azienda: “Audi non è riuscita a chiarire in modo trasparente lo scandalo dei diesel agli occhi sia del pubblico sia degli azionisti”. Non appare inoltre convincente l'opinione che soltanto tecnici e quadri siano colpevoli mentre i dirigenti rimangono sostanzialmente indenni (leggi che un ex dirigente dei motori accusa il CEO di Audi).

 Stadler, in carica dal 2007, mercoledì è stato riconfermato per altri 5 anni con il voto unanime dei 20 membri dal Consiglio di vigilanza. Ha ricevuto quindi anche il sostegno dei rappresentanti dei lavoratori che siedono nel Consiglio, che lo hanno sostenuto a condizione che intraprenda misure per assicurare l'occupazione delle fabbriche tedesche, anche se una fonte vicina ad Audi ha detto che la Casa ha in mente di costruire più SUV all'estero. Sembra quindi di vedere l'ennesima rappresentazione di un potere che cerca di perpetuare sé stesso ad onta dei desideri di chi dovrebbe rappresentare.

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