Colpo grosso della Polstrada ai “taroccatori” di cronotachigrafi

Colpo grosso della Polstrada ai “taroccatori” di cronotachigrafi L'operazione "Ghost Writers" ha smantellato un'organizzazione ramificata che alterava gli strumenti dei veicoli pesanti. Gli indagati sono 112

L'operazione "Ghost Writers" ha smantellato un'organizzazione ramificata che alterava gli strumenti dei veicoli pesanti. Gli indagati sono 112

26 Maggio 2011 - 07:05

La Polizia Stradale di Vicenza ha inferto un colpo mortale a un'organizzazione che si occupava di alterare i cronotachigrafi digitali dei veicoli industriali. La indagini hanno interessato 12 province italiane e si sono rese necessarie perquisizioni in aziende di autotrasporto e officine, nonché il controllo di 135 automezzi. I risultati hanno portato all'arresto di un ingegnere, dei tre titolari di due “Centri Tecnici Autorizzati”, cioé officine specializzate nell'installazione e nella taratura dei cronotachigrafi e di numerosi altri soggetti.

LE INDAGINI – L'attività investigativa vera e propria ha preso il via da una serie di controlli che hanno identificato alcuni veicoli sospetti. Sono quindi scattati gli appostamenti e i pedinamenti attraverso i quali è stato appurato che i cronotachigrafi digitali di alcuni di questi automezzi presentavano registrazioni difformi dai tempi di effettivo utilizzo dei veicoli accertati dagli agenti. Da qui, gli investigatori sono risaliti ad alcune officine ubicate nel padovano e nel vicentino che hanno poi condotto alla scoperta delle vere “centrali” dalle quali agivano i “taroccatori”, due officine di Concorezzo, nel dintorni di Milano, la “Tachoservice” e la “Tachoservice Srl”. A questo punto, le intercettazioni telefoniche, il monitoraggio dei veicoli assistiti dalle aziende (durato ben due anni) e l'analisi dei 27 mila files di dati provenienti dagli strumenti dei veicoli controllati con modalità apparentemente casuali hanno permesso di accertare l'esistenza di sofisticati sistemi per alterare i cronotachigrafi. Al termine delle indagini, i veicoli per i quali è stata accertata l'alterazione degli strumenti ammontano a 52, appartenenti a numerose aziende di autotrasporto.

ECCO COME “TAROCCAVANO” GLI STRUMENTI – Le alterazioni dei cronotachigrafi accertate dalla Polstrada sono di due tipi. Con la prima, veniva modifictoa il “sensore di movimento”, un dispositivo che che rileva la condizione di moto o di fermo prelevando i dati dal cambiio. Il sensore veniva asportato e aperto per rimuovere il dispositivo elettronico che traduce gli impulsi magnetici in impulsi elettrici registrabili dal cronotachigrafo in forma alfanumerica. Il dispositivo veniva sostituito con uno diverso che consente al conducente di escludere il funzionamento del sensore mediante un interruttore posto in cabina. Tale sistema ha l'unica funzione di far risultare fermo un veicolo in realtà in movimento. Lo stesso scopo veniva ugualmente raggiunto con l'utilizzo di un aggeggio meno sofisticato, anch'esso rinvenuto dagli investigatori, costituito da una calamita collegata a un martelletto oleodinamico che, attivato da un interruttore, avvicina il magnete al sensore di movimento impedendogli di funzionare. La seconda modallità di alterazione prevedeva invece l'inserimento di un secondo sensore di movimento lungo i cavi che portano da quello principale al cronotachigrafo. Il sensore aggiunto genera e invia dati falsi che fanno apparire il veicolo immobile mentre invece circola. Questo dispositivo, attivabile con un piccolo telecomando, oltre a simulare periodi di fermo-macchina inesistenti, permette di registrare velocità inferiori del 5, del 10 o del 15% rispetto a quelle effettive.

REATI E INDAGATI – L'esame dei dispositivi ha permesso agli inquirenti di risalire al loro progettista, un ingegnere 53enne dipendente di una società di Segrate (Milano) attiva nel settore della progettazione e nella produzione di strumenti per la calibrazione dei cronotachigrafi, risultata però estranea ai fatti. In base all'operazione, denominata “Ghost Writers”, risultano arrestate o indagate altre 111 persone tra titolari di officine, rivenditori di ricambi, intermediari, autisti e titolari di aziende di autotrasporto. I capi d'imputazione sono pesanti: corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, rimozione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, contraffazione di pubblici sigilli o strumenti destinati a pubblica certificazione e utilizzo di sigilli e strumenti contraffatti.

MANOMISSIONI PERICOLOSE – I cronotachigrafi digitali registrano i dati acquisiti su un hard disk e su una tessera, denominata “scheda conducente” che riassume tutta l'attività di guida compiuta dal titolare. Il sistema può memorizzare i dati identificativi del veicolo, la distanza percorsa, i periodi di guida e di riposo del conducente, le anomalie di funzionamento, i guasti e la velocità istantanea del'automezzo. In caso di controlli da parte delle forze dell'ordine, i dati possono essere trascritti su un supporto cartaceo e devono essere conservati per legge dalle imprese di autotrasporto. L'alterazione del cronotachigrafo, che permette di registrare una velocità del veicolo inferiore a quella effettiva e di non rispettare l'alternanza pausa-guida dei conducenti prevista per legge, fornisce a tali imprese un importante vantaggio competitivo costituito dalla riduzione dei costi fissi del trasporto. Ciò si traduce in un indebito beneficio economico nei confronti della concorrenza, ma anche in una minore tutela dei conducenti, la cui attività di guida può così prolungarsi oltre il consentito. Inoltre, alterare gli strumenti aumenta per aggirare i limiti di velocità aumenta il rischio di incidenti stradali. In un Tir da 44 tonnellate, per esempio, l'aumento di velocità da 80 a 90 km/h si traduce in un allungamento degli spazi d'arresto di 20 metri, dei quali 17 imputabili all'azione frenante e altri 3 ai tempi di reazione dell'autista.

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