
L'IIHS lancia l'allarme. Esiste un chiaro legame tra l'aumento dei limiti di velocità e quello dei morti sulle strade Usa negli ultimi 25 anni.
L’IIHS mette in guardia sui rischi dell’aumento dei limiti di velocità. L’Istituto americano ha condotto una ricerca che mette in relazione l’aumento dei limiti di velocità negli Usa con quello dei morti. Questi sono cresciuti negli ultimi 25 anni, cioè da quando i singoli Stati degli Usa possono stabilire norme autonomamente sui limiti. Si tratta di uno studio che riapre il dibattito sui limiti di velocità. Da un lato i sostenitori dell’aumento sostengono che così ci si pone in linea con la realtà, poiché la maggior parte dei conducenti supera i limiti. Eppure una volta che il limite viene aumentato tutti i conducenti guidano ancora più velocemente. Certo è che molti incidenti non possono essere imputati solo alla guida veloce ma anche ad altre cause. Utilizzo dello smartphone ed esperienza del driver sono concause che possono avere conseguenze drammatiche.
AUMENTANO I MORTI
Negli Usa l’aumento dei limiti di velocità negli ultimi 25 anni è costato quasi 37.000 vite umane. A dirlo è l’Istituto americano per la sicurezza stradale IIHS. Dallo studio emerge che nel solo 2017 sono 1.900 le vittime della strada. L’IIHS richiama l’attenzione sul legame pericoloso tra i pochi minuti di tempo risparmiati guidando velocemente e il rischio di incidenti mortali. Il tema è tanto importante da aver spinto l’Istituto ad organizzare tra il 15 e il 16 aprile un meeting a a Charlottesville, in Virginia. Lo scopo è dare vita a un programma Usa comune sul tema della velocità in auto. Il presidente dell’IIHS David Harkey ha precisato: “Circa 10.000 persone all’anno muoiono in incidenti legati alla velocità. I limiti di velocità ragionevoli hanno un ruolo cruciale, come dimostra il nostro nuovo studio”.
SICUREZZA IN SOFFITTA
Darrin Grondel, direttore della Washington Traffic Safety Commission, ha precisato: “Serve un programma completo per la gestione della velocità che possiamo tradurre in azioni per salvare vite umane”. Negli Usa i limiti massimi di velocità sono stabiliti dai singoli Stati che li hanno aumentati dalla metà degli anni ’90. Ad oggi, 41 Stati hanno limiti di velocità massimi di 115km/h o superiori. Sei Stati hanno un limite di 130km/h mentre in Texas si viaggia a 140km/h su alcune strade. L’IIHS ha scoperto che un aumento di 8 km/h del limite massimo di velocità è associato a un aumento dell’8% del tasso di mortalità sulle autostrade. L’aumento di incidenti è, invece, del 3% su tutte le altre strade. Questa variazione ha portato in 25 anni a 36.760 decessi in più. Di questi 13.638 sulle autostrade e 23.122 su altre strade ordinarie.
DIBATTITO IN CORSO
Di tutte le persone che sono morte sulle strade degli Stati Uniti in 25 anni ben 1.934, cioè il 5%, sarebbero ancora vivi se i limiti di velocità non fossero cambiati dal 1993. Lo studio ha considerato anche variabili sociali come la disoccupazione, età dei driver (età 16-24 anni) e utilizzo della cintura di sicurezza. Anche in Europa non sono pochi gli Stati che hanno voluto prendere decisioni in tema di limiti di velocità stabilendo riduzioni. Del resto la guida veloce porta vantaggi di tempo molto limitati. Guidare a 112 km/h invece che a 105 km/h consente di risparmiare solo un 1 minuto e mezzo in un viaggio di 160 km. Insomma l’invito dell’IIHS è chiaro. Prima di aumentare i limiti di velocità, i legislatori dovrebbero considerare se quel potenziale risparmio di tempo vale il rischio aggiuntivo per le vite umane.