Pirati stradali: +20% nei 6 mesi del 2019, si scappa di più di notte 

Chi investe scappa di più nei primi 6 mesi 2019, la pirateria stradale è in aumento secondo i dati degli incidenti dell’ASAPS

 

Chi investe scappa di più nei primi 6 mesi 2019, la pirateria stradale è in aumento secondo i dati degli incidenti dell’ASAPS

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2 Settembre 2019 - 10:09

I dati degli incidenti sulla pirateria stradale nel 2019 sono ancora drammatici: parliamo di chi causa un incidente e poi scappa, lasciando la vittima sul posto. Con serie conseguenze per chi ha subìto il sinistro: anche pochi minuti di ritardo nei soccorso possono essere decisivi per ridurre le lesioni. L’ASAPS (Amici Polstrada) snocciola statistiche da paura, con addirittura un +20% di pirati stradali nei primi 6 mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018.

NUMERI DA INCUBO

Nel primo semestre di quest’anno sono stati 543 gli episodi di pirateria, su tutte le strade. I morti ammontano addirittura a  55 (in aumento del 17%) mentre sono 670 le persone ferite (in salita del 31%). Come sempre, perlopiù i pirati si scatenano di giorno. Però occhio, perché le piraterie mortali schizzano al 37% di notte. In sintesi, quando si uccide di notte, si scappa di più che di giorno. 

ALCOL, CAUTELA

I positivi all’alcol o alla droga sono stati il 16%, ma questo numero va soppesato all’interno dei dati degli incidenti sulla pirateria stradale nel 2019. Infatti, si riferisce a chi è stato acciuffato (talvolta dopo giorni) in seguito alla fuga. Con due conseguenze. Primo: può darsi che alcol e droga in corpo al momento del sinistro, siano poi stati smaltiti e non risultino ai controlli. Secondo: nella rete non restano impigliati quei pirati ubriachi o drogati che l’hanno fatta franca.  

OMICIDIO STRADALE: SERVE O NO?

A marzo 2016, il Governo Renzi ha introdotto il reato di omicidio stradale per arginare il fenomeno della pirateria. I risultati non convincono. Secondo Giordani Biserni, presidente ASAPS, “siamo andati un po’ sulle montagne russe, con i numeri. Nel 2016, le vittime sulle strade erano diminuite. L’anno dopo sono aumentate, scese ancora nel 2018. I primi sei mesi dell’anno ci dicono che la statistica si ribalta di nuovo. Conclusione: il risultato che qualcuno poteva ritenere appetibile, il calo dei morti e degli incidenti gravi, in realtà non c’è stato”. Il problema? Forse che in pochi conoscono le pene: dagli 8 ai 12 anni per chi uccide sotto l’effetto di alcol o droga, fino a 18 in caso di omicidio plurimo.

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