Focus sui cavalli fiscali auto: cosa sono, come si calcolano e a cosa servono questi indicatori legati alla cilindrata del veicoli
Che cosa sono i cavalli fiscali di un’auto e come si calcolano? Nella vasta terminologia legata al mondo dei veicoli a motore ogni tanto spunta questa espressione che qualcuno associa erroneamente alla potenza della vettura, ma che in realtà indica tutt’altro. Forse perché i cavalli fiscali (CF) sono spesso confusi con i cavalli vapore (CV), che esprimono, loro sì, la potenza effettiva e quindi le prestazioni del motore (anche se molti ignorano che fin dal 1982 questa potenza non viene più ufficialmente espressa in CV ma in kiloWatt, come da carta di circolazione alla voce P.2). I cavalli fiscali sono invece un’altra cosa e assumono ancora oggi una certa importanza nel calcolo dell’assicurazione RC auto e del rimborso chilometrico.
Aggiornamento dell’8 ottobre 2024 con informazioni più dettagliate sul calcolo dei cavalli fiscali di un’auto.
CHE COSA SONO I CAVALLI FISCALI E COME SI CALCOLANO
In Italia i cavalli fiscali (o ‘potenza fiscale’) consistono in un indice legato esclusivamente alla cilindrata, valore che sul libretto di circolazione troviamo alla voce P.1. Quest’indice si calcola mediante una semplice tabella di conversione nella quale alla cubatura del motore (in pratica i suoi centimetri cubici), suddivisa in diverse fasce, corrisponde il preciso numero di cavalli fiscali. Gli scaglioni sono numerosissimi: si parte dal più basso (tra 19,8 e 57,1 cm³) che equivale a 1 cavallo fiscale, per arrivare al più alto (oltre 7835,6 cm³) che coincide con 50 CF. Per esempio un’automobile di cilindrata 2.000 cm³ ha 20 cavalli fiscali. Pertanto per scoprire quanti cavalli fiscali ha un’auto (o una moto) basta vedere la cilindrata esatta sul libretto (accanto alla sigla P.1, come scritto prima) e il corrispondente valore in CF indicato nella seguente tabella di conversione.
CAVALLI FISCALI E ASSICURAZIONE AUTO
Ora che sappiamo sommariamente cosa sono e come si calcolano i cavalli fiscali, vediamo a cosa servono. Fino al 1997 si trattava di un valore molto importante perché veniva utilizzato per definire l’importo del bollo auto, ma dall’anno successivo è stato sostituito dalla potenza effettiva del motore espressa in kW. Al giorno d’oggi, quindi, la potenza fiscale si usa prevalentemente nell’ambito della RC auto perché è uno dei parametri che le compagnie considerano per calcolare il premio dell’assicurazione obbligatoria. Solitamente a cilindrata più alta corrisponde un importo maggiore del premio, anche se non è una regola fissa. I cavalli fiscali possono infatti ‘pesare’ molto o poco (o persino nulla) sul costo della RC auto in base alle direttive di ciascuna impresa assicurativa.
CAVALLI FISCALI E RIMBORSO CHILOMETRICO
Un lavoratore dipendente o professionista che utilizza la propria vettura per svolgere mansioni lavorative al di fuori del territorio comunale in cui ha sede la sua azienda, può chiedere un rimborso per i costi sostenuti e l’azienda può portare tali spese in detrazione. Per il calcolo della cifra da rimborsare al lavoratore si può usare un comodo tool sul sito dell’ACI (è necessario creare un account), mentre per determinare quanto di questo importo sia esentasse per il lavoratore e detraibile da parte dell’azienda a fine anno servono i cavalli fiscali dell’auto e i costi di esercizio per percorrenza media annua. Il rimborso chilometrico può infatti essere detratto dalle tasse in modo completo solo entro il limite di 17 cavalli fiscali per le auto a benzina e di 20 per le vetture diesel. In caso di potenza fiscale superiore la cifra deducibile si ridimensiona.