Auto storiche: nel nuovo CdS una norma per frenare gli abusi?

Auto storiche: nel nuovo CdS una norma per frenare gli abusi?

Novità in arrivo per le auto storiche? Un emendamento al nuovo CdS vuole introdurre una norma per frenare le certificazioni facili

11 Marzo 2024 - 14:00

Dalle auto storiche un danno erariale di almeno 30 milioni di euro l’anno per ‘abuso di storicità‘? Se lo chiedono in tanti e se lo chiede anche la politica, visto l’emendamento al disegno di legge di riforma del Codice della Strada, presentato dal deputato PD Barbagallo, che punta a portare sotto il tetto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le procedure, i requisiti e la titolarità per il riconoscimento della caratteristica di auto storica, oggi affidati a enti certificatori privati.

Articolo aggiornato il 17 marzo 2024 a seguito della richiesta di rettifica da parte del presidente della Camera Arbitrale internazionale.

AUTO STORICHE: I VANTAGGI DEL CERTIFICATO DI STORICITÀ

Attualmente, infatti, per l’art. 60 comma 4 del CdSrientrano nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l’iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI“. Il successivo comma 5 ricorda inoltre che i veicoli di interesse storico o collezionistico possono circolare sulle strade purché posseggano i requisiti previsti per questo tipo di veicoli, determinati dal regolamento di attuazione del CdS.

In pratica, come spiega il Sole 24 Ore, per ottenere il certificato di storicità di un veicolo è sufficiente presentare una domanda sostanzialmente autocertificata a uno dei cinque enti riconosciuti pagando una quota dagli stessi stabilita, con relativa trascrizione sul libretto di circolazione del veicolo. Avere la certificazione di auto o moto storica non è affatto banale perché porta diversi vantaggi soprattutto di tipo fiscale, come l’esenzione del bollo auto dopo soli 20 anni (totale in alcune Regioni, per esempio in Lombardia, parziale in altre) e delle tasse inerenti le transazioni (Ipt su tutte), oltre che riduzioni sul costo delle polizze assicurative.

AUTO STORICHE: CI VOGLIONO CERTIFICATORI CON REQUISITI SPECIFICI?

Ma è giusto affidare il rilascio di una certificazione così importante ad associazioni e federazioni, e non a dei professionisti? In un’intervista rilascia all’Ansa, il presidente della Camera arbitrale internazionale, a cui fanno capo oltre 1.300 tra arbitri e periti e che dal 2022 ha costituito un’apposita area competente in arbitrati per le controversie sui veicoli storici, ha dichiarato che nell’attuale mercato delle auto d’epoca sarebbe preferibile propendere per certificatori in possesso di requisiti minimi ben definiti e soprattutto con un percorso di studi e di specializzazione ben strutturato (p.es. un corso di alta formazione o un post-laurea), in quanto ad oggi tali certificati sono rilasciati anche (ma non solo) da semplici appassionati. Secondo la Camera arbitrale, una maggiore specializzazione dei certificatori costituirebbe una garanzia per i collezionisti e soprattutto andrebbe a prevenire eventuali controversie su beni di enorme valore storico, collezionistico ed economico.

Auto storiche Cds abusi

CERTIFICATO AUTO STORICHE DIVENTA DI COMPETENZA DEL MIT? SPUNTA L’EMENDAMENTO

Più o meno sulla stessa linea il deputato Anthony Barbagallo del Partito Democratico, che durante l’esame in Assemblea del Ddl sul nuovo Codice della Strada ha presentato un emendamento per regolare il rilascio dei certificati di storicità. Sempre secondo il Sole 24 Ore, la proposta dell’On. Barbagallo da un lato punta ad allargare il novero degli enti certificatori, aggiungendo tre sigle alle attuali cinque: Ferrari classiche, Aci-Storico e Storico nazionale AAVS (associazione triestina specializzata in auto d’inizio secolo scorso). Ma dall’altro mira a portare sotto il controllo del MIT procedure, requisiti e titolarità per il riconoscimento della caratteristica di auto e moto storica. Ovviamente non è detto che questo emendamento venga approvato, tra l’altro il deputato proponente fa parte dell’opposizione, ma il dibattito è aperto.

Anche perché secondo fonti ACI i veicoli con vantaggio fiscale da ‘storicità’ sono 553 mila ma di questi solo il 20% sarebbe coerente con l’esenzione, pensata per auto ‘da esibizione’ con poche uscite l’anno e pochissimi km da percorrere, mentre l’80% del parco certificato ‘storico’ oggi risulterebbe usato per assolvere alle normali funzioni da mezzi di trasporto, perfino come veicoli commerciali. Il danno erariale da ‘abuso di storicità’, tra bollo e altre tasse eluse, per il Sole 24 Ore si aggirerebbe sui 30 milioni di euro l’anno. Un dato destinato peraltro a salire considerando che il parco circolante diventa sempre più anziano.

Sicurauto Whatsapp Channel
Resta sempre aggiornato su tutte le novità automotive e aftermarket

Iscriviti gratis al nostro canale whatsapp cliccando qui o inquadrando il QR Code

Commenta con la tua opinione

X