
Abolizione superbollo 2025: le modalità per la cancellazione
Scopri le ultime novità sull'abolizione del superbollo e le possibili modalità di cancellazione nel 2025, in base alle dichiarazioni del ministro Salvini
Scopri le ultime novità sull'abolizione del superbollo e le possibili modalità di cancellazione nel 2025, in base alle dichiarazioni del ministro Salvini
L’abolizione del superbollo non è ancora sicura nemmeno nel 2025 (dopo i tentativi andati a vuoto l’anno scorso e due anni fa) ma secondo il ministro Salvini i tempi sarebbero ormai maturi per cancellare la contestata tassa, magari non in un solo colpo ma gradualmente. Il titolare del MIT ha quindi indicato le modalità per procedere alla futura abrogazione del superbollo, con il primo step che potrebbe verificarsi già entro l’estate.
CHE COS’È IL SUPERBOLLO E QUANTO SI PAGA
Il superbollo, imposta addizionale rispetto alla normale tassa automobilistica, è stato introdotto nel 2011 dal governo Berlusconi sulle auto di potenza superiore a 225 kW (306 CV), e poi riformato nel 2012 dal governo Monti con l’abbassamento della soglia d’ingresso a 185 kW (252 CV) e il raddoppio dell’importo da 10 a 20 euro per ogni kW sopra il limite. Il superbollo funziona con una sorta di meccanismo a scalare, ossia l’importo si riduce con il passare del tempo. Nello specifico i possessori dei veicoli interessati pagano inizialmente 20 euro per ogni kW sopra la soglia di 185, che però scendono a 12 euro dopo 5 anni dalla data di immatricolazione, a 6 euro dopo 10 anni, a 3 euro dopo 15 anni e infine a zero dopo 20 anni. Come per il normale bollo auto anche per il superbollo sono previste esenzioni e riduzioni.
PERCHÉ SI VUOLE ABOLIRE IL SUPERBOLLO?
Introdotta in un periodo di grave crisi economica per l’Italia, nel corso degli anni la misura del superbollo ha mostrato chiari limiti, riconosciuti quasi all’unanimità, perché a fronte di un gettito tutto sommato modesto (in media circa 200 milioni di euro all’anno) ha penalizzato il mercato delle auto sportive che garantiva notevoli introiti allo Stato sotto forma di IVA sull’acquisto, IPT, bollo, accise sui carburanti e IVA sulla manutenzione. E i costi di riscossione si sono spesso rivelati più alti degli introiti generati dalla tassa. In pratica, più che ‘dare’ ha ‘tolto’. Quello del superbollo è un problema comune ad altri ‘micro-prelievi’ che spostano poco o nulla nel bilancio dello Stato ma tartassano i cittadini e ingolfano inutilmente la macchina burocratica.
ABOLIZIONE SUPERBOLLO 2025: COSA PUÒ SUCCEDERE
In realtà nel 2023 il Governo ha mosso passi concreti per abolire il Superbollo, inserendo la misura nella legge delega per la riforma fiscale, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 14 agosto dello stesso anno, che nell’articolo 10 cita testualmente l’esigenza di “riordinare le tasse automobilistiche, anche nell’ottica della razionalizzazione e semplificazione del prelievo, valutando l’eventuale e progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture e gli autoveicoli destinati al trasporto promiscuo di persone e cose, aventi potenza superiore a 185 chilowatt, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica a carico del settore delle tasse automobilistiche“.
Dunque l’appiglio legale per abolire il superbollo auto ci sarebbe pure, anche se la norma contiene più una dichiarazione d’intenti (“valutare l’eventuale e progressivo superamento…“) che una vera e propria disposizione. Quello che manca sono le risorse per mettere in pratica, con un apposito decreto attuativo, quanto auspica la legge delega 2023.
Ostacolo che per Salvini sarebbero però superabile e anche rapidamente. Intervenendo il 13 maggio 2025 all’Automotive Dealer Day di Verona, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha confermato che l’idea è quella di abolire gradualmente il superbollo alzando un po’ alla volta la soglia di potenza e poi andando a scaglioni verso l’eliminazione, e questo “potrebbe accadere anche prima dell’estate“. Salvini ha poi aggiunto che si sta lavorando per quantificare costi e scaglioni al fine di superare quella che “è un’imposta che porta più svantaggi che vantaggi soprattutto alle casse dello Stato: l’obiettivo dell’abolizione del superbollo non è premiare chi usa una Ferrari, ma ridistribuire ricchezza producendo e vendendo quelle vetture“.