Classificazione dei sistemi (IMPORTANTE) – Per. Ind. Marco Ambrogiani

I sistemi di sicurezza attiva sui veicoli li possiamo così classificare per meglio comprendere il tipo di azione da loro svolta: A) Sistema che “corregge la sbandata”, dove parliamo della funzione base dell’ESP (o della “funzione base” dei sistemi integrati DSC, VDC, VSC, PSM, ecc.) cioè il sistema del “controllo elettronico della stabilità” o “sistema […]

8 Aprile 2011 - 09:04

I sistemi di sicurezza attiva sui veicoli li possiamo così classificare per meglio comprendere il tipo di azione da loro svolta:

A) Sistema che “corregge la sbandata”, dove parliamo della funzione base dell’ESP (o della “funzione base” dei sistemi integrati DSC, VDC, VSC, PSM, ecc.) cioè il sistema del “controllo elettronico della stabilità” o “sistema antisbandamento”. Precisamente l’ESP (che è un brevetto Bosh) non agisce direttamente sulla stabilità, ma intervene quando ormai la “tenuta di strada” del veicolo è venuta meno ed il mezzo è in “fase di sbandamento”, correggendo quest’ultima; infatti, in caso di perdita di aderenza in curva, l’ESP corregge (stabilizza) la traiettoria, ripristinando quella impostata dal conducente, in tutte e tre le circostanze di perdita di tenuta: eccesso di velocità in curva (perdita di stabilità), perdita di trazione ed eccesso di frenata.

B) Sistemi che tendono ad incrementare l’aderenza (tenuta di strada) del veicolo, i quali a loro volta si suddividono in:

B1) sistemi d’ausilio alla frenata che intervengono nell’evitare lo slittamento: sistemi di antibloccaggio, di ripartizione della frenata, sistemi di assistenza alla frenata d’emergenza e dispositivi (quali i freni ceramici) che migliorano l’azione frenante;
B2) sistemi di controllo della trazione che agiscono sull’eccesso di potenza intervenendo nell’evitare il pattinamento: sistemi antipattinamento, di ripartizione della coppia e la trazione integrale con il sistema di “controllo della trazione integrale”;
B3) sistemi di gestione del cambio automatico che incrementano la trazione;
B4) sistemi di controllo dinamico dell’assetto del veicolo che incrementano la stabilità: sistemi di controllo degli ammortizzatori, delle sospensioni e sistemi a quattro ruote sterzanti;
B5) sistemi di “aerodinamica attiva” che migliorano la deportanza del veicolo;
B6) sistemi di controllo dei pneumatici per verificare la loro efficienza;
B7) i pneumatici autoportanti che allontanano il pericolo di perdite di aderenze improvvise.

C) Sistemi INTEGRATI del gruppo A) e B), che ormai sono la quasi totalità dei sistemi montati sui veicoli, dove: da prima agiscono alcuni sistemi del gruppo B) a garantire aderenza al veicolo (attraverso intererventi sullo slittamento, pattinamento e/o assetto) e poi, se l’azione di questi risulta insufficiente, interviene la “funzione base” del “controllo elettronico della stabilità” a “correggere la sbandata”.

D) Sistemi di allarme per l’attenzione.

E) Sistemi d’incremento della percezione.

ATTENZIONE: Questo tipo di classificazione discerne, distingue l’azione dell’ESP, che interviene quando la tenuta di strada è venuta meno, dai sistemi del gruppo B) che lavorano per incrementare l’effettiva tenuta di strada del veicolo.

ATTENZIONE. Questa classificazione, che evidenzia il tipo di azione svolta dal “controllo elettronico della stabilità”, ci permette sia di individuare un veicolo che monta questo dispositivo (in versione base) per sopperire a carenze di “tenuta di strada”, che (soprattutto) di capire quando l’auto si è posta oltre i propri limiti di tenuta ed attuare, così, le giuste contromisure.

L’ESP deve essere installato su un’auto per correggere gli “eccesi” (azione questa importantissima) e non per sopperire alla scarsa tenuta di strada (dovuta a deficienze progettuali) di un veicolo, come spesso accade da parte di alcune case costruttrici.

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