Cina: in arrivo norme più severe per i produttori di auto elettriche
Il 20% delle auto prodotte in Cina dovrà essere green per evitare pesanti dazi: solo VW pronta alla partenza

Il 20% delle auto prodotte in Cina dovrà essere green per evitare pesanti dazi: solo VW pronta alla partenza
Con un occhio rivolto direttamente al risanamento ambientale, che però nasconde delle implicazioni politiche ed economiche ben più profonde, la Cina starebbe vagliando l'ipotesi di imporre un tetto minimo di auto elettrificate prodotte in loco ad ogni Costruttore. Pochi potrebbero assolvere a questi obblighi fin da subito, poiché non tutti hanno a disposizione dei modelli ibridi o ad alimentazione esclusivamente elettrica nei propri listini.
LA MANOVRA CINESE Secondo della indiscrezioni, riportate dai colleghi de La Stampa, il governo cinese starebbe pensando di imporre il tetto minimo del 20% di auto elettrificate prodotte e vendute nel paese per ogni Costruttore. Il provvedimento sarebbe ufficialmente immaginato per abbassare i livelli di inquinamento atmosferico, grazie alla sostanziosa riduzione nel tasso di emissioni medie, ma potrebbe mettere in serio pericolo l'industria automobilistica mondiale, che vede la stessa Cina tra i mercati principali e nella quale molti Costruttori rischiano di aver investito in modo sbagliato (leggi come in Cina si investe per la tecnologia in-Wheel Drive).
LE IMPLICAZIONI Di fatto una produzione di auto elettrificate (quindi ibride o elettriche pure) in loco permetterebbe di abbattere i dazi doganali imposti alle auto importate, quindi il costo finale di ogni vettura. Questa manovra vuole quindi portare, collateralmente, i Costruttori ad investire in linee di produzione sul territorio, che darebbero lavoro, farebbero girare l'economia ed abbatterebbero i prezzi. Qualora però non riescano a garantire la produzione, uno dei valori attraverso i quali il governo valuterà ogni singola azienda, scatterebbe la “punizione”: la sospensione della vendita di auto importate nel paese. In alternativa, però, si accenderebbe la concorrenza poiché i brand che non soddisfano i requisiti potrebbero acquistare “certificati verdi” da quelli che, invece, superano di gran lunga il target.
CHI E' GIA' PRONTO Sono pochissimi i Costruttori europei, americani o asiatici che potrebbero rientrare, ad oggi, nei parametri che vorrebbe imporre il governo cinese (leggi di Audi che ha siglato un accordo sulle auto elettriche in Cina). FCA, ad esempio, rischierebbe di dover subire ritorsioni nonostante il miliardo di euro investito in Cina, poiché il suo listino prevedrebbe solo la nuova Chrysler Pacifica ibrida. Dall'altro lato della sponda parte spedita Volkswagen, invece, che già aveva preventivato di voler arrivare a vendere 400.000 auto elettriche nel paese asiatico entro il 2020, la maggior parte delle quali prodotte proprio in loco (leggi del piano di elettrificazione di Volkswagen che parte proprio dalla Cina).