200 navi da crociera inquinano 20 volte più di tutte le auto d’Europa Tra i 50 porti con l’aria più inquinata 10 sono in città italiane: lo rivela T&E che fa il bilancio delle emissioni tra le navi e le auto in Europa

200 navi da crociera inquinano 20 volte più di tutte le auto d’Europa

Tra i 50 porti con l’aria più inquinata 10 sono in città italiane: lo rivela T&E che fa il bilancio delle emissioni tra le navi e le auto in Europa

6 Giugno 2019 - 09:06

Mentre in Europa si decide il futuro delle auto sempre meno inquinanti, le navi da crociera stazionano indisturbate nei porti emettendo in navigazione anche 20 volte la quantità delle auto circolanti (10 volte relativamente ai soli ossidi di zolfo). Lo rivela il rapporto di Transport&Environment sull’inquinamento nei porti europei confrontando le auto circolanti con le emissioni dei giganti del mare attraccati nelle città portuali. La classifica italiana vede Venezia, davanti a Civitavecchia e Napoli tra i porti in cui le emissioni di ossidi di zolfo sono arrivati a 28 tonnellate nel 2017.

203 NAVI EMETTONO PIU’ DI 260 MILIONI DI AUTO

Tra le 50 città più inquinate d’Europa per le emissioni delle ciminiere da turismo marittimo, quelle più afflitte dalle emissioni delle navi da crociera sono Barcellona, Palma de Majorca e Venezia. Dal bilancio di T&E viene fuori che nel 2017 203 navi da crociera che hanno solcato le acque d’Europa hanno emesso in totale 62 mila tonnellate di ossidi di zolfo, 155 mila tonnellate di ossidi di azoto, 10 mila tonnellate di polveri sottili e più di 10 tonnellate di CO2. L’equivalente –  per quanto riguarda gli ossidi di zolfo – di quanto emetterebbero i 260 milioni di auto circolanti in Europa, ma moltiplicato per 20.

IL BILANCIO DI SOx IN ITALIA

Dall’immagine qui sopra ripresa dal rapporto di T&E, Spagna, Italia e Norvegia sono anche i Paesi con il più alto livello di ossidi di azoto. Riguardo all’Italia in particolare è Venezia la città con il cielo più denso di ossidi di zolfo proveniente da navi da crociera. I dati che riportiamo di seguito provengono dall’analisi di T&E che ha seguito le rotte delle imbarcazioni ciclopiche tramite il tracciamento satellitare e quindi hanno fatto una stima delle emissioni in ogni punto delle tratte, porti compresi. A Venezia (prima in Italia e terza in Europa), ad esempio, 68 grandi navi da crociera emettono 27,5 tonnellate di ossidi di zolfo durante 8.000 ore in porto a motori accesi.  A Civitavecchia stazionano 76 imbarcazioni per 5.466 ore l’anno, che emettono quasi 22,3 tonnellate di ossidi di zolfo. L’equivalente di 55 volte la quantità di SOx emessa dalle 33.591 auto circolanti in città. Qui sotto il grafico mostra quali solo le città portuali italiane più inquinate.

L’EUROPA È DIVISA IN DUE SULLE POLITICHE AMBIENTALISTE

Ampliando invece il focus sull’Europa, il confronto tra le emissioni delle navi da crociera e quelle delle auto circolanti in città è impietoso per Spagna e Italia, mentre la Norvegia è presumibilmente influenzata dal parco circolante tendenzialmente elettrico nelle città. Dallo studio di T&E consultabile nel dettaglio qui, emerge, come abbiamo spiegato anche su SicurAUTO.it che in Europa esiste una legislazione in poco ferrea in fatto di emissioni marittime. Lo testimonia ancora una volta il fatto che – come riporta T&M – 4 delle 5 città portuali più inquinate sono nel Mediterraneo. Questo perché l’Europa settentrionale ha implementato la Sulphur Emission control area, che prevede limiti al tenore di zolfo nei carburanti, e predisporrà un controllo più restrittivo alle navi in transito per i mari del Nord. Tutto questo chiaramente non porterebbe a niente altro che sensibilizzare e incentivare i Governi e le Autorità portuali all’installazione di colonnine di alimentazione elettrica nei porti ma anche a sgravi per l’adozione di sistemi di alimentazione a gas che possano evitare l’utilizzo dei motori accesi in banchina per molte ore. Altrimenti il sacrificio di chi lascia l’auto a casa nei giorni dei blocchi del traffico servirà a poco senza una politica eco compatibile più integrata.

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