L'indagine anti-sussidi dell'UE riguarderà anche le Tesla prodotte in Cina. Lo ha dichiarato il commissario europeo al commercio Dombrovskis
L’indagine avviata dalla Commissione UE sull’importazione di auto elettriche dalla Cina non sarà limitata ai soli brand cinesi ma riguarderà anche le Case automobilistiche di altre nazioni che producono vetture nel Paese asiatico, se ricevono ingiusti sussidi alla produzione. Nel mirino delle istituzioni europee ci sono Tesla, la cui Gigafactory di Shanghai ha una capacità annua di circa un milione di veicoli, e tutti gli altri marchi non cinesi che esportano auto dalla Cina nell’Unione Europea.
ECCO PERCHÉ TESLA PUÒ FINIRE SOTTO INDAGINE UE
Della possibilità di coinvolgere Tesla nell’indagine anti-sussidi dell’UE sulle auto cinesi ne ha parlato in un’intervista al Financial Times il commissario europeo al Commercio, il lettone Valdis Dombrovskis. “A prima vista abbiamo prove sufficienti per giustificare l’apertura dell’indagine sulle importazioni dalla Cina di veicoli alimentati a batteria, che potrebbero sopraffare la nostra industria automobilistica. E a rigor di termini non si limiterà solamente ai veicoli elettrici di marca cinese, ma potrà riguardare anche i veicoli di altri produttori se ricevono sussidi per la produzione”, ha detto Dombrovskis rispondendo a una domanda del FT sulla possibilità che Tesla o Volvo (di proprietà della cinese Geely) possano finire anch’esse sotto la lente della Commissione.
I MOTIVI DELL’INDAGINE ANTI-SUSSIDI DELL’UE SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI
Ricordiamo che l’indagine dell’UE sulle importazioni di auto elettriche cinesi è stata annunciata lo scorso 13 settembre dalla presidente Ursula Von der Leyen, al fine di raccogliere tutte le informazioni necessarie per arrivare, se fosse riconosciuta la concorrenza sleale, a imporre dei dazi. Secondo la Commissione europea, infatti, i mercati globali sono invasi da BEV cinesi particolarmente economiche perché il loro prezzo viene tenuto artificialmente basso da enormi sussidi statali, ricevendo dunque un ingiusto vantaggio rispetto ai produttori di altri Paesi.
Grateful to EU business leaders in Beijing for their insights today ahead of the EU – China High Level Economic and Trade Dialogue.
We discussed concerns regarding the business environment in China.
Effectively addressing those concerns is both in EU's and China's interest. pic.twitter.com/SmYSOWlWEz
— Valdis Dombrovskis (@VDombrovskis) September 25, 2023
INDAGINE UE SU BEV CINESI: PECHINO NEGA LE ACCUSE
Pechino ha espresso grande disappunto per la decisione dell’UE, e non a caso il commissario Dombrovskis ha rilasciato l’intervista al Financial Times proprio al termine di una missione di cinque giorni in Cina per discutere con l’autorità locali di questo e di altri temi economici. Il ministro cinese del commercio, Wang Wentao, ha ribadito a Dombrovskis che il rapido sviluppo dell’industria cinese dei veicoli elettrici non deriva da ipotetici sussidi statali ma è il frutto dell’innovazione, della ricerca, della libera concorrenza e di un ‘sistema industriale completo’. Le parti hanno comunque affermato che i colloqui sono stati positivi e che ci sono stati dei progressi.
AUTO ELETTRICHE CINESI IN EUROPA: I NUMERI NON MENTONO
Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane, intanto sempre il FT sottolinea che circa un quinto di tutte le auto elettriche vendute in Europa sono prodotte in Cina, incluse le Tesla costruite nella fabbrica di Shanghai. Tuttavia, secondo gli analisti, la percentuale dovrebbe diminuire a seguito dell’apertura avvenuta lo scorso anno della gigafactory di Berlino, che ha spostato parte della produzione nel Vecchio Continente. Nella prima metà del 2023 i veicoli di produzione cinese hanno rappresentato l’11,2% di tutti i veicoli elettrici venduti in Germania. Di questi, però, il 91% erano marchi europei di proprietà cinese, come MG e Volvo/Polestar, o vetture nate da joint venture tra aziende europee e cinesi come Dacia Spring, Smart o BMW Ix3. Anche tutti questi brand finiranno sotto indagine?
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