Tesla, il software bara sull’autonomia: l’accusa di fregare i clienti

Tesla, il software bara sull’autonomia: l’accusa di fregare i clienti

L’autonomia reale delle Tesla finisce nell'occhio del ciclone: Reuters rivela un trucco software e una task force per “calmare” i clienti

1 Agosto 2023 - 11:53

Tesla ha “pompato” le indicazioni sull’autonomia delle auto elettriche mostrata dal computer di bordo. Un’indagine di Reuters svela ora un retroscena che, se confermato, non lascerà le autorità antitrust indifferenti. Secondo una fonte anonima, poiché il “trucconel software ha iniziato a creare problemi ai clienti, Tesla avrebbe messo su un team dedicato per filtrare le richieste di assistenza legate ai problemi di autonomia. Ecco tutti i dettagli dell’inchiesta di Reuters.

AUTONOMIA TESLA MODEL 3 USATA: CLIENTE RESPINTO DALL’ASSISTENZA

Secondo l’agenzia di stampa britannica, l’anno scorso Tesla si è ritrovata a gestire un crescente numero di reclami legati all’autonomia delle auto Tesla che diminuiva drasticamente, ma solo fino ad arrivare al 50% dello State of Charge (SOC). Prima di arrivare a parlare del trucco, Reuters riporta l’esperienza di Alexandre Ponsin, un cliente Tesla, che ha intrapreso un viaggio con la famiglia dal Colorado alla California con la sua Tesla Model 3 del 2021 acquistata usata. Ponsin sperava di poter contare su un’autonomia vicina a quella pubblicizzata: 353 miglia con una carica completa della batteria. Tuttavia, si è accorto che l’autonomia effettiva era ridotta a meno della metà del valore previsto, soprattutto in condizioni di freddo. “Guardi l’indicatore di autonomia e vedi il numero scendere rapidamente”, ha riferito Ponsin.

UN TEAM TESLA DEDICATO A CHIUDERE I RECLAMI SULL’AUTONOMIA

Dopo aver contattato Tesla e fissato un intervento di assistenza in California, Ponsin ha ricevuto due messaggi di testo che lo informavano che una “diagnosi remota” aveva verificato che la sua batteria era in ottime condizioni, e che quindi il suo appuntamento sarebbe stato annullato. Reuters, scrive che Ponsin ignorava l’esistenza di una task force, creata ad hoc per tagliare i costi degli interventi Tesla in garanzia. Tesla avrebbe formato questo team per “gestire” i reclami dei clienti insoddisfatti delle prestazioni e dell’autonomia delle auto Tesla, con le stesse modalità dei call center soprannominati “muri di gomma” dove le lamentele dei clienti, rimbalzano, per filtrare i reclami che vengono promossi ad interventi di assistenza. Secondo fonti che Reuters non rivela, Tesla avrebbe stabilito anche degli obiettivi e indici di performance per questo team sfalcia reclami. “I manager hanno informato i dipendenti che ogni appuntamento annullato faceva risparmiare a Tesla circa 1.000 dollari. Un altro obiettivo era quello di alleggerire la pressione sui centri di assistenza, alcuni dei quali erano oberati da lunghe liste d’attesa per gli appuntamenti, scrive Reuters.

L’AUTONOMIA REALE DELLE TESLA DIMINUISCE DEL 50% COL FREDDO

Tesla avrebbe realizzato un algoritmo che mostra un’autonomia ottimale quando il livello di carica è quasi massimo. L’autonomia stimata decresce velocemente fino al 50% del SOC per avvicinarsi all’autonomia reale della batteria. Questo per evitare dei seri problemi di panne ai suoi clienti. Stando alle informazioni ottenute da Reuters, questo “trucco” sarebbe stato adottato almeno sulla Roadster e sulla Tesla Model S prima versione. Con un’autonomia ragguardevole i clienti sarebbero stati più sereni e di fronte all’acquisto di una Tesla usata. Inoltre non si sarebbero posti il problema della ricarica o della sostituzione della batteria meno performante delle attese. E su gli altri modelli? Un progetto avviato negli USA, dimostra che l’autonomia reale delle Tesla scende anche a meno della metà rispetto a quella ufficiale. Più di altre auto elettriche soprattutto a temperature sottozero, la condizione più critica.

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