
L’incendio alla Gigafactory Berlin Tesla è avvenuto in un’area gestita da un’azienda esterna: sono serviti pompieri esterni di supporto alle squadre Tesla
L’incendio alla Tesla Gigafactory Berlin-Brandenburg delle scorse ore dimostra come il rischio antincendio può essere sottostimato. Lo dimostra il fatto che pur trattandosi di un incendio che non ha avuto origine dalle batterie al litio difficili da spegnere, i vigili del fuoco interni allo stabilimento Tesla non sono riusciti a controllarlo. Intanto nonostante le misure di sicurezza predisposte da Tesla, le autorità locali stanno indagando sui rischi di contaminazione ambientale che potrebbero derivare dalle acque di spegnimento.
RISCHIO INCENDIO SOTTOVALUTATO ALLA TESLA GIGAFACTORY?
Innanzitutto vogliamo fugare i dubbi sul fatto che, secondo quanto riporta la stampa tedesca, la Gigafactory Berlin di Tesla ha preso fuoco in una zona esterna all’area di produzione. L’incendio non ha per fortuna provocato feriti e ha coinvolto un’area adibita allo smaltimento degli imballaggi. La zona di triturazione e compattazione di carta, cartone e legno è un’area confinata ed esterna ai padiglioni di produzione della Tesla Model Y. Da una parte ha permesso di limitare i danni e agevolare l’intervento dei vigili del fuoco. Dall’altra però nonostante fosse “semplice” carta sono serviti 50 pompieri, provenienti in gran parte dall’esterno per domare le fiamme. Il centro di controllo antincendio Tesla costituito da 12 VVF ha lanciato l’allarme e richiesto aiuto alle 15:33. Sul posto sono state inviate squadre dai distaccamenti di Grünheide ed Erkner che hanno spento le fiamme in circa 4 ore.
L’INCENDIO ALLA TESLA DI BERLINO DA UN COMPATTATORE DI RIFIUTI
L’incendio ha avuto origine da un compattatore di cartone e legno che secondo i vigili del fuoco avrebbe preso fuoco improvvisamente. Le fiamme si sono sviluppate diffondendosi in poco tempo dal macchinario alle pile di materiale compattato presente nell’area. Moz.de riporta che le indagini della polizia e dei vigili del fuoco chiariranno l’origine delle fiamme che hanno bruciato circa 800 metri cubi di carta e legno. L’incidente non ha riportato feriti, ma ora le autorità locali stanno indagando sul rischio ambientale dovuto alle infiltrazioni dell’acqua di spegnimento nel sottosuolo. L’area di riciclaggio nella Gigafactory Tesla è in gestione ad una società esterna, ma progettata in modo che un argine di cemento impedisca ad acqua piovana o, come in questo caso, di spegnimento di penetrare nel suolo. Dopo aver osservato le riprese aeree però l’associazione Strausberg Erkner Water afferma che l’acqua contaminata sarebbe fuoriuscita dal perimetro di sicurezza.
INCENDIO TESLA GIGAFACTORY: INDAGINI SUL RISCHIO AMBIENTALE
“Ciò che si può vedere conferma chiaramente che l’acqua di spegnimento si è infiltra nell’area non asfaltata”, afferma il capo della WSE André Bähler. Il distretto di Oder-Spree ha confermato poi nel pomeriggio che l’acqua di spegnimento non è rimasta solo nel sito di riciclaggio dove è stata aspirata per essere smaltita. “Durante lo spegnimento dell’incendio le balle sono state trascinate nell’area sterrata accanto all’area di riciclaggio”, ha affermato il portavoce distrettuale Mario Behnke. “Pertanto, non si poteva evitare del tutto che anche l’acqua di spegnimento entrasse nel terreno”. Motivo per il quale la Wasserbehörde, autorità che vigila sulle risorse idriche, ha disposto il prelievo e campionamento di terreno nelle zone attorno all’area dell’incendio della Gigafactory.