Fremantle Highway: Auto Elettriche bruciate, alcune ancora attive

Fremantle Highway: Auto Elettriche bruciate, alcune ancora attive

Fake news sulle "auto elettriche tutte intatte" smentite. Alcune BEV bruciate e persino ancora attive, per spegnerle usati container pieni d’acqua

2 Settembre 2023 - 18:18

Lo scorso 25 luglio un devastante incendio è scoppiato a bordo della nave cargo Fremantle Highway. A bordo 3.783 veicoli, di cui 498 elettrici e dotati di grandi batterie agli ioni di litio. Inizialmente le auto elettriche sembravano meno perché uno dei first responders, in un audio della Guarda Costiera Olandese (che riportiamo integralmente sotto), citava un numero inferiore. Tuttavia è proprio questo audio che ha subito associato l’incendio a bordo alle auto elettriche, o meglio ancora alle grandi batterie agli ioni di litio che sono il vero tallone d’Achille (a livello di sicurezza) di queste auto ad emissioni zero. Nel frattempo, grazie alle immagini pubblicate da eemskrant.nl, si scopre che alcune BEV andate a fuoco, a distanza di oltre un mese, sono ancora attive e sono serviti i container pieni d’acqua per spegnerle del tutto.

LE BATTERIE AGLI IONI DI LITIO PORTANO RISCHI NUOVI, LE ICE SONO DIVERSE

Come dicevamo, sono proprio le enormi batterie agli ioni di litio che oggi mettono a rischio la sicurezza dei trasporti marittimi e non solo (come abbiamo spiegato nella nostra mega inchiesta esclusiva sui nuovi rischi derivati dalla diffusione di queste auto/batterie). Per l’ennesima volta dobbiamo ricordare che SicurAUTO.it non ha nulla contro le auto elettriche ma il vero target della nostra battaglia è la (in)sicurezza connessa con le loro batterie (alle quali abbiamo dedicato numerosi approfondimenti insieme a esperti, ricercatori, vigili del fuoco, università etc.). Basta leggerle tutte per capire che l’incendio di un’auto elettrica è molto diverso da quello delle auto tradizionali, quindi chi continua a sbandierare statistiche sulla probabilità d’incendio di un’auto ICE vs BEV non ha capito nulla, o fa finta di non capire.

LANCE DI SALVATAGGIO BLOCCATE DAL FUOCO, UN MORTO DOPO IL SALTO

Ricordiamo che nell’incendio della Fremantle Highway, una persona dell’equipaggio ha perso la vita. Le fiamme si sono diffuse così velocemente che non è stato possibile usare le lance di salvataggio e l’equipaggio si è dovuto tuffare a mare da oltre 30 metri (la persona morta sarebbe deceduta per via dell’impatto). Dopo l’abbandono dell’imbarcazione e l’intervento dell’elicottero, il cargo ancora in fiamme è rimasto in balia delle onde e delle fiamme per giorni sino a poi essere fortunatamente spento, salvato e rimorchiato verso il porto di Eemshaven.

Grazie a questo salvataggio, l’incendio della nave cargo Fremantle Highway sarà studiato e diventerà una cruciale lezione per il trasporto marittimo e non solo. Perché la velocità e brutalità con cui si sono diffuse le fiamme ha colto di sorpresa un equipaggio che, specialmente nel mondo della navigazione cargo, è fortemente preparato a fronteggiare gli incendi. Ecco perché le batterie agli ioni di litio sono le principali indiziate di questa tragedia, poiché potrebbero aver amplificato in modo esponenziale l’incendio, rendendolo incontrollabile. Il fato ha voluto che il ponte 5 – quello da cui entrano le auto – fosse vuoto, ma non per scelta. La Fremantle Highway viaggiava infatti a circa 60% del suo carico e questo ha evitato che le fiamme, partite dai ponti superiori, si diffondessero verso tutta la nave, scongiurando un disastro ambientale come quello della Felicity Ace. È probabile che questa esperienza porti alla creazione di una strategia simile in futuro.

Ma torniamo ai fatti, analizzando tutte le novità emerse in oltre un mese.

ECCO L’AUDIO ORIGINALE DELLA GUARDIA COSTIERA

Una delle prove più forti che porta ad accusare le auto elettriche dell’incendio, emerge in una registrazione della Guardia Costiera pubblicata da rtlnieuws.nl. Per completezza riportiamo la traduzione completa della conversazione registrata nell’elicottero che ha soccorso la nave:

Currently 22 people on the bridge. One person is still in the engine room. The fire is spreading.

The crew is still on board. They can’t get to any lifeboat.

According to the captain, it is best to be evacuated by helicopter.

At the moment we are not going to do that yet because they still have some room to move on board and visually how the fire is spreading.

Mister will indicate when they want to leave.

The fire started in the battery of an electric car.

There are 25 electric cars on board.

It appears that an electric car also exploded.

This has not caused any damage to the ship itself, at the moment the ship is still heeling about eight degrees to starboard due to shifting cargo.

Questa è una conversazione ufficiale e che non è mai stata smentita poiché sarebbe stato come occultare una prova ufficiale. Ciò che la Guardia Costiera ha tenuto a chiarire successivamente è che loro non possono (ovviamente) certificare l’origine dell’incendio. Ma come mai la conversazione dall’elicottero è così precisa e chiara sulle cause? Deve essere stato l’equipaggio a comunicare questo dettaglio alla Guardia Costiera, a meno che i complottisti non vogliano pensare che chi parla, mentre c’è una nave in fiamme e un equipaggio a rischio, sia un Petrolhead…

SMENTIAMO ALCUNE FAKE NEWS GIRATE SUCCESSIVAMENTE

Ma torniamo seri. Nei giorni successivi alla tragedia si sono susseguite una serie di (sterili) battaglie tra i PRO-Watt e ANTI-Watt. Schieramenti dai quali vogliamo stare molto ma molto lontani. Ognuno la sparava più grossa dell’altro, ma le fake news più usate sono state due, che smentiamo qui di seguito.

Ci tengo a menzionare il vergognoso post di Dino Marcozzi (consulente della lobby delle auto elettriche Motus-e) su LinkedIn che, senza una fonte, cerca di infangare il nostro lavoro. Si è ritrovato ampiamente smentito – per non dire altro – nel mio post su LinkedIn qui.

Ecco le fake news smentite:

– Richard Janssen di Smit Salvage (una delle società che ha salvato la Fremantle Highway), ascoltato da nporadio1.nl, non ha detto che tutte le auto elettriche erano intatte ma ha detto: “the inspection at least demonstrated that in decks one to four a large number of cars are still intact there. Doesn’t take away that the car manufacturers will do an inspection and give us advice on the possible conditions of the batteries, especially for the electric ones“. Non tutte le elettriche, ma solo quelle presenti nei ponti bassi appunto.

– Peter Berdowski, della Boskalis (società che sta recuperando il contenuto della Fremantle Highway), non ha detto che tutte le auto elettriche si sono salvate ma sentito da Bloomberg ha persino aggiunto: “we dont know what the source was of the fire, Berdowski said. Having said that, I think all experts with any knowledge on this topic agree that the transportation of electric vehicles introduces additional risks”.

La società Boskalis ha ulteriormente chiarito al magazine Autoevolution.com che:  “We are not providing a count of cars driven off or a specification of the engine type (ICE/plug-in hybrid/full EV), and please be advised that Boskalis never makes statements about the cause of a marine accident and, in this case, a fire. The cause of the fire is being investigated by the authorities and specialized investigation parties acting on behalf of insurers“.

UNA TAYCAN A FUOCO NELLE SOLE DUE IMMAGINI FINITE SUI MEDIA

Come spesso accade, alcuni bravi giornalisti sono riusciti ad impossessarsi di 2 foto dai ponti della nave andati a fuoco. È difficile capire chi ha pubblicato per primo le foto, quindi mi scuso se non cito la fonte. Cito invece nuovamente un altro articolo di Gustavo Henrique Ruffo su Autoevolution.com che ha saputo identificare tra le auto a fuoco una Porsche Taycan, nota supercar elettrica con enorme batteria agli ioni di litio sino a 93.4 kWh. Questo ovviamente non significa che sia stata lei la causa dell’incendio, ma smentisce ancora di più le fake news sulle “auto elettriche tutte intatte”. C’è anche da dire che se già 1 foto su 2 (tra quelle finite sui media) mostra un’auto elettrica bruciata, la probabilità che ce ne fossero tante altre tra le fiamme è piuttosto alta, specialmente tenendo a mente cosa dice l’audio della Guardia Costiera.

AUTO ELETTRICHE IN FIAMME ANCORA ATTIVE

Mentre le operazioni di scarico delle auto sono appena finite, si scopre un dettaglio ancora più pericoloso che mette in evidenza (ancora una volta) come gli incendi delle auto dotate di grandi batterie al litio siano totalmente diversi da quelli delle auto con motore a scoppio. A distanza di oltre un mese dalla sciagura alcune auto elettriche hanno richiesto l’intervento di containers per spegnerle del tutto. È probabile che questa scelta sia stata guidata dall’uso di termocamere che hanno mostrato temperature ancora alte all’interno delle grosse batterie (già sopra i 60-70° c’è il rischio di Thermal Runaway delle celle rimaste salvate dall’incendio) o addirittura un incendio silente in corso. Il video dimostra che le auto elettriche andate a fuoco sono certamente più di una, visto che arrivano diversi container per raffreddarle e metterle in sicurezza.

LE BATTERIE AL LITIO COME AMPLIFICATORE DEGLI INCENDI

Sino ad oggi non esiste una sola fonte audio / video che smentisca quanto affermato dal first responder della Guardia Costiera olandese ed ecco perché abbiamo usato un titolo forte nel nostro primo articolo sul tema. Magari in quel compartimento c’erano solo un numero limitato di auto elettriche (o plug-in), da qui il numero citato nell’audio. Tuttavia, una volta e per tutte, il problema qui non sono le auto elettriche/elettrificate in quanto tali, ma le loro grandi batterie agli ioni di litio che potrebbero aver amplificato in modo estremo le fiamme, tanto da rendere impossibile il loro controllo e persino l’evacuazione della nave con le lance di salvataggio.

COME FINIRA’? LE CAUSE SARANNO MAI SCOPERTE O DIFFUSE?

Le cause dell’incendio saranno mai note? Saranno mai diffusi i numeri ufficiali delle auto rimaste intatte dopo le fiamme? Difficile saperlo. Alcuni esperti di sicurezza antincendio dicono che probabilmente finirà tutto in un “the cause cannot be determined”. Gli interessi in gioco sono altissimi e quindi possiamo solo affidarci al fatto che le autorità Panamensi hanno aperto un’inchiesta che è svolta in cooperazione con le autorità Olandesi. Quanto durerà è difficile prevederlo. Se da un lato la forte lobby delle auto elettriche potrà fare pressioni affinché le loro auto vengano scagionate, dall’altro c’è la lobby delle compagnie d’assicurazione che associano alla diffusione delle batterie al litio un problema di sicurezza in crescita e vogliono vederci chiaro sul reale rischio/vantaggio di assicurare certi carichi (i danni stimati superano i 330 milioni di $, senza contare gli enormi costi di salvataggio).

Noi come sempre monitoreremo a vi terremo aggiornati in modo indipendente, perché come diciamo da tempo: “l’ecologia non si può barattare con la sicurezza”.

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