
Il pet coke da raffinazione del petrolio, una volta ripulito, può sostituire il grafene nella produzione di accumulatori per veicoli elettrici
La transizione verso una mobilità elettrica ed elettrificata è un percorso non privo di ostacoli. Nonostante i richiami da miliardi di dollari e una rete di ricarica in un ambiente urbano spesso ostaggio di scorrette abitudini, entro il 2050 le raffinazioni di petrolio diminuiranno del 50%, secondo alcune previsioni. Se da un lato si spinge verso il divieto delle auto nuove a benzina anche in Europa, proprio i sottoprodotti della raffinazione del petrolio potranno essere un’alternativa al grafene utilizzato per le batterie delle auto elettriche.
ENTRO IL 2050 LE RAFFINERIE DI PETROLIO SARANNO CONVERTITE
Entro il 2050 l’elettrificazione dovrebbe raggiungere il 90% di copertura globale, secondo quanto dichiarato da Mukesh Sahdev, vicepresidente di Rystad Energy. Come riporta Reuters, Mukesh ipotizza che quando la mobilità sarà quasi completamente elettrificata, l’attività di estrazione del petrolio nel mondo diminuirà del 50%. Le auto elettriche però non manderanno in crisi i petrolieri, visto che ci sono altri ambiti al di fuori di quelli strettamente industriali (già orientati alla neutralità al carbonio), che non sono così semplici da ripulire. “I veicoli elettrici ridurranno il consumo di benzina e gasolio, ma la domanda di altri prodotti di raffinazione nei settori aeronautico, marittimo e petrolchimico potrebbe rimanere elevata a causa dell’urbanizzazione in aumento”, ha affermato Mukesh.
IL PET COKE DAL PETROLIO ALLE BATTERIE PER AUTO ELETTRICHE
Esattamente come per il mondo aftermarket e le società di servizi legate al mondo dell’auto, anche per le raffinerie di petrolio potrebbero cavalcare nuove opportunità. Numerose ricerche infatti si basano sull’utilizzo di pet coke al posto della grafite nei super condensatori su cui si confida per aumentare l’autonomia dei veicoli elettrici. Il pet coke è uno dei sottoprodotti che si ottiene nei coker per la raffinazione del petrolio e che in futuro potrà bilanciare la minore produzione di gasolio. E’ chiaro che il bilancio ambientale avrebbe un senso solo adottando un processo orientato alla massima riduzione dell’impronta di carbonio.
SUPER-CONDENSATORI REALIZZATI DAI SOTTOPRODOTTI DEL PETROLIO
L’India è tra i maggiori Paesi che ha investito in ricerca sull’utilizzo del pet coke per la produzione di accumulatori di energia. L’International Advanced Research Center for Powder Metallurgy and New Materials (ARCI) ha sviluppato un super condensatore da carbone coke con le stesse prestazioni di un condensatore commerciale. Il pet coke è stato utilizzato per sviluppare carbone poroso attivo simile al grafene mediante un processo a basso costo. L’ARCI spiega che “il pet coke è un materiale ricco di carbonio ma contiene una quantità significativa di zolfo che lo rende inadatto come combustibile nelle industrie del cemento e dell’acciaio per le emissioni di ossidi di zolfo. Il suo uso alternativo nei super condensatori può ridurre il problema delle emissioni dandogli un alto valore aggiunto”.