Auto elettriche cinesi: l’UE valuta dazi sull’import

Auto elettriche cinesi: l’UE valuta dazi sull’import

Futuro nebuloso per le auto elettriche cinesi: l'UE valuta dazi sull’import dei veicoli da Pechino per tutelare il mercato comunitario

15 Giugno 2023 - 22:30

La Commissione europea starebbe valutando la possibilità di imporre dei dazi sulle auto elettriche cinesi per contrastare la vasta importazione dalla Cina che minaccia la produzione continentale. Lo riportano fonti comunitarie vicine al dossier. Al vaglio di Bruxelles ci sarebbe l’apertura, già da luglio, di un’indagine antidumping sui sussidi offerti da Pechino al settore, nell’ottica di aprire la strada all’introduzione delle misure commerciali. Secondo quanto risulta alle medesime fonti, il commissario UE per il mercato interno, Thierry Breton, sarebbe ‘molto favorevole’ all’avvio dell’indagine.

PERCHÉ L’UE VUOLE METTERE I DAZI ALL’IMPORT DELLE AUTO ELETTRICHE CINESI

Il nuovo possibile contenzioso economico tra UE e Cina, quello sull’import di auto elettriche cinesi, va ad aggiungersi ad altri già aperti da tempo, come il 5G e gli investimenti diretti, di cui non si vede ancora la soluzione. Il nocciolo del problema sta nel fatto che le BEV prodotte a Pechino usufruirebbero in patria di agevolazioni tali da configurare quanto meno il sospetto di concorrenza sleale se esportate verso i 27 Paesi dell’Unione. Il commissario Breton guarderebbe quindi con particolare favore alla possibilità di aprire in tempi brevissimi una procedura antidumping, al fine di raccogliere tutte le informazioni necessarie per arrivare, se necessario, a imporre dei dazi sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina.

DAZI ALLE AUTO ELETTRICHE CINESI: FRANCIA D’ACCORDO, GERMANIA FORSE NO

A spingere sulla linea dura ci sarebbe la Francia, in difesa della sua industria automobilistica. Viceversa la Germania, da tempo presente sul mercato cinese con impianti produttivi dei suoi costruttori, potrebbe non vedere di buon occhio la mossa della Commissione europea. Si tratta comunque di un nuovo segnale della forma che sta prendendo la nuova strategia per la sicurezza economica UE in corso di elaborazione a Bruxelles. Una strategia che potrebbe essere presentata dalla Commissione già la prossima settimana, ovvero pochi giorni prima della riunione del Consiglio Europeo fissata per il 29 e 30 giugno 2023.

Auto elettriche cinesi

CHE COS’È LA PROCEDURA ANTIDUMPING

In attesa di scoprire gli sviluppi futuri, ricordiamo brevemente in cosa consiste la procedura antidumping. Serve a proteggere il mercato comunitario di un determinato prodotto (in questo specifico caso il mercato automobilistico) dai danni al sistema produttivo derivanti dalle importazioni di beni offerti a prezzi inferiori ai prezzi degli stessi beni venduti sul mercato d’origine. La procedura è regolata dal diritto comunitario ed è condotta dalla Commissione europea, d’ufficio o dietro presentazione di un ricorso da parte dei soggetti interessati. In caso di accertamento dell’esistenza di un comportamento di dumping, la procedura prevede l’applicazione di dazi all’importazione, ossia dazi che sono diretti ad innalzare il prezzo finale del bene importato fino al livello dei prezzi vigente nel mercato d’origine della merce, a meno che non sia possibile concludere con le aziende produttrici dei beni importati un accordo di prezzo minimo che abbia lo stesso effetto.

I dazi antidumping sono applicati se, nel corso del procedimento, vengono accertate quattro condizioni:

  • esistenza della pratica di dumping, cioè quando il prezzo di vendita di un prodotto esportato nel mercato comunitario risulta inferiore al prezzo dello stesso prodotto vigente sul mercato d’origine della merce;
  • l’esistenza di un importante pregiudizio a carico dei produttori comunitari derivante dal dumping;
  • esistenza di un nesso causale tra il pregiudizio e il dumping (ossia il danno dell’industria europea deve essere causato dalle importazioni in dumping);
  • interesse della comunità: i benefici derivanti dall’introduzione del dazio devono essere superiori ai costi che ne deriverebbero (ad esempio a carico dei consumatori).

La procedura antidumping normalmente si chiude entro un anno dal suo inizio, anche se il termine perentorio è di 15 mesi. Dopo 60 giorni dall’avvio della procedura possono essere imposti dazi provvisori, mentre quelli definitivi sono decisi dal Consiglio dei ministri dell’Unione Europea, su proposta della Commissione e dietro consultazione con gli Stati membri. Il regolamento di imposizione dei dazi resta in vigore per 5 anni, a meno che le parti interessate, o la Commissione d’ufficio, non richiedano l’avvio di una procedura di revisione.

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