Auto connesse: i veicoli V2X "parleranno? una lingua universale

Auto connesse: i veicoli V2X "parleranno? una lingua universale Bosch e Veniam hanno sviluppato una tecnologia che fa comunicare tra loro auto diverse. La lingua universale per V2X è candidata al premio CES 2019

Bosch e Veniam hanno sviluppato una tecnologia che fa comunicare tra loro auto diverse. La lingua universale per V2X è candidata al premio CES 2019

10 Dicembre 2018 - 08:12

Il futuro dell'auto è sempre più autonomo e connesso; parola di Bosch. Si prevede che il numero di veicoli connessi sulle strade di Europa, Stati Uniti e Cina supererà i 470 milioni entro il 2025. Il principale leader delle soluzioni automotive spinge sula trasformazione digitale. Bosch investe nella tecnologia V2X che punta sul dialogo tra autovetture ed infrastruttura stradale. Al centro lo scambio di informazioni in tempo reale che può rappresentare un valido ausilio anche in fatto di guida autonoma. La collaborazione con Veniam ha portato all'elaborazione di una piattaforma che, oltre a tenere d'occhio le comunicazioni V2X, monitora da vicino l'eventuale latenza del segnale di trasmissione dati adattando la trasmissione ad ogni situazione di marcia. Vediamo i dettagli del progetto.

LE AUTO PARLANTI Per consentire la guida connessa, che prelude inquivocabilmente a quella autonoma, i veicoli devono essere in grado di comunicare facilmente tra loro e con l'ambiente circostante. Al momento non esiste una base tecnica standardizzata a livello globale per questo scambio di dati che tecnicamente viene definito V2X (Leggi tutti i dettagli su V2V e V2X). Anche in futuro i veicoli comunicheranno, tra loro e con le infrastrutture stradali, utilizzando l'ampia varietà di standard implementati dai paesi e dai costruttori di veicoli in tutto il mondo. “Bosch sta adottando un approccio multi-standard quando si tratta di V2X. Abbiamo sviluppato una modalità di connettività universale in grado di comunicare utilizzando tutti gli standard di trasmissione attualmente implementati nelle automobili connesse “, afferma Dr Dirk Hoheisel, di Bosch. Bosch ha combinato una unità di connettività e una unità telematica per creare la prima un'unità di controllo centralizzata all-in-one per la comunicazione di dati V2X. Le auto potranno, quindi, utilizzare le reti Wi-Fi disponibili nelle città, ed altrove comunicare, ad esempio, tramite le reti cellulari. Il complesso compito di gestire queste diverse opzioni di comunicazione è affidato ad un software sviluppato dalla start-up Veniam che ha sede nella famosa culla del tec, la Silicon Valley.

FUTURO CONNESSO La nuova centralina mantiene una connessione di rete continua e senza interruzioni. Grazie al V2X, ad esempio, le auto possono allertarsi in modo affidabile l'un l'altra nel caso di incidenti o fruire di uno streaming musicale ininterrotto. Si prevede che il numero di veicoli connessi sulle strade di Europa, Stati Uniti e Cina supererà i 470 milioni entro il 2025. Inizialmente, la maggior parte dei veicoli si collegherà direttamente ad cloud centralizzato. Solo in un secondo momento, e grazie al V2X, un numero sempre maggiore di veicoli sarà in grado anche di comunicare direttamente tra loro, nonché, ad sempio, con segnali stradali, cantieri, attraversamenti pedonali. Mentre la Cina utilizza principalmente la tecnologia Cellular-V2X (C-V2X), che si basa sulle comunicazioni mobili, Europa e Stati Uniti hanno in programma di introdurre standard di trasmissione fondati sulle reti Wi-Fi (Leggi a Torino arriva il 5G preludio della smart city). L'unità di connettività universale di Bosch mira ad eliminare eventuali differenze tecniche permettendo l'ottimale funzionamento indipendentemente dalla marca del veicolo o dal paese in cui vengono utilizzati.

SFIDA TECH Il software di Veniam monitora da vicino la latenza di trasmissione dati gestendo anche gli aggiornamenti scaricabili dal cloud come ad esempio le mappe del sistema di navigazione. Ad oggi la comunicazione V2X ha dimostrato la sua idoneità per l'uso quotidiano in fase di test. Bosch, dal febbraio 2017, lavora con Vodafone e Huawei eseguendo prove di comunicazione V2X con i primi moduli 5G disponibili. L'autostrada A9, in Baviera, ha ospita i test sul campo, che si concentrano sui sistemi di allarme in tempo reale durante le manovre di cambio corsia o nel caso in cui un veicolo si freni improvvisamente sulle corsie di marcia. Il V2X sarà anche in grado di rendere più confortevoli le funzioni di assistenza alla guida, come il cruise control adattivo (ACC). Insomma il futuro della mobilità è alle porte ma per avere su strada un'auto veramente connessa dovremmo aspettare che anche i legislatori di tutto il mondo si adeguino a questa nuova sfida tech.

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