Auto come macchine del caffè: il vero guadagno si fa sui ricambi

Auto come macchine del caffè: il vero guadagno si fa sui ricambi Aumentano i ricambi e l'indagine DAT scopre che sinistri e manodopera sono diminuiti

Aumentano i ricambi e l'indagine DAT scopre che sinistri e manodopera sono diminuiti, gli indennizzi assicurativi sono rimasti gli stessi

7 Luglio 2017 - 06:07

La competizione è accesa, i margini diminuiscono e allora cosa si fa? Un ritocco ai prezzi dei ricambi può servire allo scopo: l'automobile ha prezzi competitivi ma non appena occorre cambiare qualcosa ecco che il pezzo viene proposto ad un costo che garantisce un margine alto, (leggi che i costruttori fanno pressioni sui fornitori anche a causa del Dieselgate). Parrebbe essere questo il risultato di un'indagine condotta da DAT – Italia, che ha “seguito” in diversi anni i prezzi di vari ricambi per verificarne l'andamento. Questo, sempre secondo la società di ricerche, rischia di vanificare anche eventuali tentativi di ribasso nei premi assicurativi.

4 ANNI AI RAGGI X La ricerca di DAT – Italia ha monitorato per 4 anni, dal 2104 al 2017, i prezzi di vari ricambi, quelli che più di frequente vengono coinvolti nei sinistri e ha pubblicato i risultati, scoprendo che essi sono aumentati quasi indistintamente.

I particolari osservati sono stati paraurti anteriore e posteriore, fari, parabrezza, cofano, portiere anteriori, parafanghi posteriori e anteriori e fanali posteriori. La auto esaminate sono tutte molto diffuse: parliamo infatti di Panda, Clio, Golf, 500X, Fiesta, Yaris, 208, Renegade, Corsa e Giulietta.

TENDENZA PLURIENNALE Gli aumenti sono stati generalizzati anche se molto variabili: La Panda, per esempio, si è rivelata in media molto misurata, con aumenti massimi del 22,4% per i parafanghi posteriori e del 7,51% per le portiere mentre tutti gli altri particolari sono cresciuti del 4,14%. La Clio è stata invece piuttosto “capricciosa”: se il suo cofano è addirittura sceso dell'1,10%, il faro e il parafango posteriore destro sono saliti di più del 30% e altri pezzi hanno registrato incrementi anche del 16%. fra le medie piuttosto “temperata” si sono dimostrate la 500X (tutti gli aumenti sono stati compresi fra il + 4,14 e il 7,84%) e la “cugina” Renegade mentre ben più esosa è stata la Golf, con aumenti tutti a 2 cifre e compresi fra il + 13,96% e il 35,23%. La concorrente Giulietta è abbastanza “piatta”, con aumenti a 2 soli valori: 4,14% e 7,01% ad eccezione del faro anteriore sinistro, salito del 18,45% (sapevi che la filiera automotive italiana è molto importante?).

RIPERCUSSIONI A TUTTO CAMPO La società di ricerche ha poi esaminato i dati dell'ANIA, l'associazione delle Compagnie assicurative (leggi come sono cambiate le cose con il risarcimento diretto), e le conclusioni non sono state molto rassicuranti, come evidenziato da Antonio Coppola, direttore Generale di DAT-Italia. Coppola ha infatti notato che: “negli ultimi 5 anni i sinistri sono diminuiti di circa il 9% e la causa va ricercata nelle percorrenze: il 60% del parco circolante, le auto a benzina, ha consumato il 9% di combustibile in meno e, al netto di una migliore efficienza dei nuovi modelli, la percorrenza media si è in ogni caso abbassata, diminuendo cosi l'esposizione al rischio. Avranno inciso anche le campagne di sicurezza stradale ma in ogni caso il costo dei sinistri della RC Auto per danni materiali è sceso leggermente, dai 3,8 miliardi del 2012 ai 3,7 del 2015”.

DAT – Italia ricorda anche che negli ultimi 5 anni il costo della manodopera pagata dalle assicurazioni si è ridotto del 5%, mentre l'importo pagato per i ricambi è rimasto invariato e pari a circa 1,6 miliardi/anno (leggi quanto costano i ricambi in giro per l'Europa). Sembra quindi che l'aumento del prezzo dei ricambi abbia bilanciato la diminuzione dei sinistri e quindi del fabbisogno dei ricambi stessi. Secondo Coppola “Il buonsenso avrebbe dovuto portare ad incentivare la vendita di auto nuove e a dare un miglior servizio post vendita piuttosto che lucrare sui ricambi. Dato che il prezzo di un ricambio originale è da 3 fino a 20 volte superiore al quello del pezzo montato in fabbrica si può dire che è già 'ben pagato' e non ci sarebbe bisogno di ricarichi ulteriori. Se questa tendenza continuasse assisteremo probabilmente ad un fiorire dei ricambi alternativi e/o equivalenti che abbasseranno i prezzi. Già adesso diverse assicurazioni hanno varato programmi di 'ottimizzazione' dei prezzi dei ricambi per mantenere i propri profitti”. Guerra per il profitto, quindi: qualcuno pensa anche alle tasche e alla sicurezza degli automobilisti?

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