USA, incentivi auto sotto accusa: violano le norme internazionali? Il piano di incentivi auto voluto dagli USA continua ad essere fortemente criticato. Dopo l'Europa

USA, incentivi auto sotto accusa: violano le norme internazionali?

Il piano di incentivi auto voluto dagli USA continua ad essere fortemente criticato. Dopo l'Europa, anche il Giappone presenta le sue perplessità

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12 Settembre 2022 - 06:09

Gli incentivi auto continuano ad essere un elemento fondamentale per sostenere l’elettrificazione del settore delle quattro ruote. Si tratta di uno strumento ampiamente utilizzato su scala globale. In Europa, ad esempio, vari Paesi si sono già mossi da tempo per raggiungere gli obiettivi UE che prevedono uno stop alle vendite di auto benzina e diesel per il 2035. Lo scorso mese di luglio, invece, gli USA hanno varato un nuovo piano di incentivi, come parte dell’Inflation Reduction Act. Si tratta di un pacchetto di misure definite dall’amministrazione Biden per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione sull’economia e, nel contempo, sostenere l’elettrificazione del settore auto. Già nelle scorse settimane, gli incentivi auto degli USA sono stati criticati aspramente. Oggi, un ministro del Governo giapponese ha avanzato l’ipotesi che il piano USA per gli incentivi per le auto elettriche violerebbe le norme internazionali. 

COSA PREVEDONO GLI INCENTIVI AUTO NEGLI USA

Tra le misure previste dall’Inflation Reduction Act, il Governo americano ha fissato anche una serie di interventi legati al sostegno all’elettrificazione. In particolare, il nuovo pacchetto di incentivi è un’evoluzione del precedente con, però, l’aggiunta di una serie di paletti che stanno facendo discutere. Gli incentivi auto USA vengono erogati sotto forma di credito di imposta di 7.500 dollari per ogni auto elettrica venduta. Il piano si estende fino al 2033 e prevede un tetto massimo di 55 mila dollari per le auto e 80 mila dollari per i SUV e i pick-up. Il riferimento sono i prezzi di listino fissati dai produttori (IVA esclusa quando prevista). L’Inflation Reduction Act prevede anche l’eliminazione del vincolo di 200 mila unità all’anno incentivabili con credito di imposta per produttore. Rispetto al passato, il piano prevede una novità normativa che ruota intorno al “vincolo territoriale”. Spinto dall’amministrazione Biden, servirebbe a sostenere la produzione nazionale del settore automotive.

IL VINCOLO TERRITORIALE È AL CENTRO DELLE CRITICHE AGLI INCENTIVI AUTO DEGLI USA

Per poter beneficiare degli incentivi auto, come prevedono le misure definite dal Governo americano, è necessario che la sede di produzione dell’auto sia all’interno degli USA. Anche alcuni componenti delle vetture, come le batterie, devono essere state prodotte in una fabbrica americana o, al massimo, in uno degli Stati con cui gli USA hanno un accordo di libero scambio. Queste limitazioni nascono con l’obiettivo di penalizzare la Cina che punta a diventare un riferimento per le auto elettriche e, in particolare, per tutta la filiera della componentistica. Il “vincolo territoriale” è stato subito visto come una misura troppo protezionistica. Al momento, inoltre, solo 20 modelli possono accedere al credito d’imposta di 7.500 dollari. Circa il 70% dei modelli precedentemente compatibili con gli incentivi sono ora esclusi dall’agevolazione. Tale percentuale crescerà ulteriormente con l’entrata in vigore, dal 1° gennaio del prossimo anno, del vincolo territoriale sulla componentistica (in particolare legata alla produzione delle batterie).

IL GIAPPONE PRENDE POSIZIONE: GLI INCENTIVI AUTO USA POTREBBERO VIOLARE LE NORME INTERNAZIONALI DEL COMMERCIO

Come riportato da quotidiano nipponico Nikkei, per il Ministro dell’Industria del Giappone, Yasutoshi Nishimura, che ha recentemente incontrato esponenti del Governo americano, il piano di incentivi auto degli USA potrebbe violare le norme internazionali sul commercio. La posizione del Governo giapponese è in linea con la posizione già espressa nelle scorse settimane dalla JAMA (Japan Automobile Manufactures Association). L’associazione dei costruttori nipponici ha espresso la sua “preoccupazione” sulla normativa americana, evidenziando però una posizione attendista: “Seguiremo da vicino gli sviluppi futuri e ci consulteremo e valuteremo come rispondere ad essi in collaborazione con il governo”. Per il momento, quindi, JAMA, probabilmente in accordo con il Governo nipponico, ha scelto di non rilasciare ulteriori comunicati pubblici. La lobby nipponica potrebbe essere al lavoro dietro le quinte per trovare una soluzione al problema.

ANCHE L’EUROPA È CONTRO IL PIANO DI INCENTIVI DEGLI USA

L’Europa non ha tardato ad esprimere la sua posizione contraria sul piano di incentivi auto voluto dagli USA. Già lo scorso mese di agosto, infatti, la Commissione europea definì “discriminatorio” il piano per via delle limitazioni introdotte per i produttori stranieri. Secondo l’UE, il piano americano si caratterizzerebbe per una “incompatibilità con quanto definito dall’Organizzazione Mondiale del Commercio”. Da notare che anche ACEA (European Automobile Manufactures’ Association) ha espresso il suo parere negativo sul provvedimento americano. In particolare, in un comunicato, ACEA ha dichiarato che “la portata degli incentivi per i veicoli elettrici deve essere molto più inclusiva per raggiungere il tasso di cambiamento ambientale positivo a cui il nostro settore è impegnato”.

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