Svizzera, EV invendute: rischio multe per i concessionari

Svizzera, EV invendute: rischio multe per i concessionari

In Svizzera il mercato delle EV stenta a decollare e non è in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati con alcune conseguenze

 

In Svizzera il mercato delle EV stenta a decollare e non è in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati con alcune conseguenze

21 Gennaio 2025 - 13:33

La Svizzera sta affrontando una fase di stallo nella transizione verso la mobilità elettrica, con il numero di veicoli elettrici venduti ben al di sotto degli obiettivi fissati dal governo federale. Questa situazione sta creando tensioni tra l’industria automobilistica e il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), guidato da Albert Rösti. La situazione, poi, potrebbe avere dei risvolti ancora più nefasti, poiché i concessionari svizzeri rischiano di incorrere in pesanti multe retroattive a causa del mancato raggiungimento del target di vendita delle suddette EV. Questa minaccia ha scatenato un’ondata di proteste da parte dell’industria automobilistica, che si sente ingiustamente penalizzata.

SVIZZERA, AUTO ELETTRICHE: IL PERICOLO MULTE SEMPRE PIU’ PRESENTE

Andreas Grünenfelder, presidente dell’Associazione svizzera dell’industria automobilistica, ha dichiarato che le multe potrebbero raggiungere mezzo miliardo di franchi svizzeri all’anno se la popolazione elvetica non aumenterà significativamente l’acquisto di veicoli elettrici. Per evitare sanzioni, le vendite di auto elettriche dovrebbero raddoppiare nel 2025 rispetto al 2024. Un obiettivo non facile da raggiungere nel corso di questi dodici mesi.

Il CEO del Gruppo Emil Frey, Gerhard Schürmann, ha inviato una lettera al Ministro dei Trasporti Albert Rösti, lamentando la situazione critica del settore e criticando la “mancanza di slancio” da parte del governo federale nella promozione della mobilità elettrica. La lettera invita il Ministro ad agire con urgenza per sostenere il settore. Naturalmente, l’appello che giunge da più parti è quello di dare degli incentivi sostanziosi all’acquisto delle vetture alla spina, altrimenti il settore all’interno del Paese elvetico non spiccherà il volo, e gli obiettivi prefissati resteranno una chimera.

AUTO ELETTRICHE IN SVIZZERA: LE RAGIONI DELLA SCARSA DIFFUSIONE

Diversi fattori contribuiscono alla scarsa diffusione dei veicoli elettrici in Svizzera. Fra questi è facile annoverare.

  • la mancanza di incentivi economici all’acquisto, come abbiamo anticipato, che rende i veicoli a motore termico ancora più convenienti per molte persone a paragone con quelli EV;
  • una rete di stazioni di ricarica ancora troppo frammentaria, che crea disagi e incertezze per gli automobilisti;
  • il costo elevato delle auto elettriche, che rappresenta un ostacolo per molti potenziali acquirenti;
  • una certa resistenza culturale al cambiamento, alimentata dalla maggioranza borghese che ha frenato la transizione ecologica.

Tutte queste ragioni hanno contribuito a rendere la Svizzera un mercato poco fertile alla proliferazione delle vetture elettriche.

SVIZZERA, NON SARA’ FACILE RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI A LUNGA SCADENZA

Nonostante la legge sulla CO2, approvata nel 2023 con l’obiettivo di raggiungere emissioni zero entro il 2050, la realtà sembra essere ben distante dalle aspettative del governo federale. Dopo un iniziale boom, la crescita del mercato delle auto elettriche ha subito un brusco rallentamento, con una diminuzione del 10% delle nuove immatricolazioni nel 2024. Di fronte alle minacce di multe, l’industria automobilistica ha commissionato una perizia legale al professor Peter Hettich dell’Università di San Gallo. Nel suo rapporto, Hettich sostiene che la riscossione retroattiva di multe o tasse sarebbe illegale, in quanto non esiste una base legale per modificare la legge sulla CO2 o l’ordinanza sulla CO2 senza un referendum.

Il DATEC (Dipartimento Federale dell’Ambiente) si è astenuto dal commentare la situazione, limitandosi a dichiarare che il processo di consultazione sulla legge sulla CO2 è ancora in corso e che il Consiglio federale valuterà se e come modificare il progetto di ordinanza in base ai commenti ricevuti. Nel frattempo, Albert Rösti ha ricevuto altre lettere di protesta da parte dell’industria automobilistica, tra cui una dal gruppo Amag, che chiedono al Ministro di intervenire per risolvere la situazione. Tirando le fila, la Svizzera si trova quindi di fronte a una sfida cruciale: conciliare gli obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni con le esigenze del mercato automobilistico e le aspettative dei consumatori. La questione delle multe retroattive ai concessionari rischia di alimentare ulteriormente le tensioni e di rallentare la transizione verso una mobilità più sostenibile.

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