Importante novità sulle sanzioni per gli spostamenti non necessari durante l'emergenza Covid-19: le multe dei DPCM sono legittime grazie alla parlamentarizzazione della crisi sanitaria
Nei mesi scorsi alcuni giudici di pace avevano annullato le multe comminate per gli spostamenti non necessari e altre violazioni delle norme anti-Covid disposte dai vari DPCM, considerandole irregolari. Sembrava che si fosse aperta una crepa importante sul fronte del contrasto al Coronavirus ma una nuova sentenza, che ha respinto il ricorso di due soggetti multati per aver infranto il divieto di circolazione durante il primo lockdown, sembra aver invertito la rotta riconoscendo la piena legittimità delle restrizioni imposte dal Governo tramite Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
LA QUESTIONE DEI DPCM SUGLI SPOSTAMENTI
Il problema delle sanzioni ‘non legittime’ era sorto perché in sede di ricorsi ai giudici di pace erano emersi almeno 3 punti critici nei limiti e nei divieti istituiti dal Governo per fronteggiare la pandemia:
– il Dl n. 2 del 2/1/2018 (Codice della Protezione Civile), richiamato dal Governo nella deliberazione dello stato di emergenza, non contempla come eventi da protezione civile il ‘rischio sanitario derivante da agenti virali trasmissibili’, ma unicamente gli eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo.
– di conseguenza, non essendoci una fonte normativa di rango costituzionale o avente forza di legge ordinaria che consenta di deliberare lo stato di emergenza per rischio sanitario, risulta illegittimo lo stato di emergenza dichiarato lo scorso 31/1/2020 (e poi più volte prorogato). L’unica ipotesi costituzionalmente prevista di attribuzione al Governo di poteri normativi peculiari è quella relativa alla dichiarazione dello stato di guerra.
– a cascata, sono illegittimi tutti gli atti amministrativi emanati con DPCM compreso il divieto di spostamento se non per comprovate necessità. Questo divieto, hanno obiettato alcuni giudici, configura un vero e proprio obbligo di permanenza domiciliare in contrasto con l’articolo 13 della Costituzione, secondo cui le misure restrittive della libertà personale possono essere adottate solo su motivato atto dell’autorità giudiziaria.
SPOSTAMENTI NON NECESSARI E DPCM: LA NUOVA SENTENZA PRO GOVERNO
Questioni di non poco conto che però, come riporta Il Sole 24 Ore, hanno probabilmente trovato una soluzione con la parlamentarizzazione della crisi sanitaria e in particolare dei DPCM con le misure restrittive. Tale parlamentarizzazione è ufficialmente arrivata con il Dl n. 19 del 25 marzo 2020 con cui, di fatto, i DPCM del Governo sono stati traslati dentro il corpo del provvedimento d’urgenza e autorizzati con il voto alle due Camere. Nella recente sentenza depositata il 20 novembre 2020 che ha segnato il cambio di rotta sulla legittimità delle multe per gli spostamenti non necessari, il giudice di pace di Busto Arstizio (VA) ha precisato infatti che “nessun conflitto con norme costituzionali può ravvisarsi nel ricorso ai DPCM, che dunque appaiono pienamente legittimi in quanto espressamente autorizzati dal Parlamento”.
LEGITTIMITÀ DPCM CON LE MISURE SUGLI SPOSTAMENTI: PARTITA ANCORA APERTA?
Peraltro, sottolinea sempre il quotidiano di Confindustria, il giudice di pace lombardo ha fatto risalire l’ok di Camera e Senato già al primo decreto legge emergenziale del 26 febbraio 2020, con cui si autorizzava il Governo ad adottare misure di contenimento dell’epidemia attraverso il ricorso a Decreti del Presidente del Consiglio. È giusto però ricordare che tra il Dl del 26 febbraio e la parlamentarizzazione vera e propria dei DPCM con il Dl del 25 marzo, il Governo ha emanato ben 7 differenti decreti di restrizioni e limitazioni. Per questo e per altri motivi la partita dei ricorsi forse non può dirsi ancora conclusa.