Polveri sottili: 29 su 95 città italiane oltre i limiti nel 2022

Polveri sottili: 29 su 95 città italiane oltre i limiti nel 2022

Inquinamento da polveri sottili: 29 su 95 città italiane oltre i limiti di PM10 nel 2022 e le prospettive per il 20230 sono pessime. Il report di Legambiente

30 Gennaio 2023 - 14:00

Allarme di Legambiente sull’aumento delle polveri sottili: 29 città italiane su 95 hanno superato i limiti giornalieri di PM10 nel 2022. Le situazioni peggiori a Torino, Milano, Modena, Asti, Padova e Venezia che hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti. E Torino, con 98 giorni di sforamento, si è presa la scomodissima maglia nera delle città più inquinate. Il dati sono stati pubblicati nel report “Mal’Aria di città 2023: cambio di passo cercasi”, l’annuale analisi di Legambiente sullo stato dell’inquinamento atmosferico delle città italiane capoluogo di provincia.

POLVERI SOTTILI PM10: TORINO E MILANO LE PEGGIORI DEL 2022

Più dettagliatamente, nel 2022 sono 29 le città, tra quelle di cui si hanno a disposizione i dati, che hanno superato il limite di 35 giorni di sforamento previsti per il PM10: su tutte, come abbiamo purtroppo visto, Torino con 98 sforamenti, seguita da Milano con 84, Asti 79, Modena 75, Padova e Venezia con 70. Queste città hanno di fatto doppiato il numero di sforamenti tollerati dalla normativa (35) e rappresentano per il 2022 la punta dell’iceberg dell’inquinamento atmosferico delle nostre città. In generale il 76% delle città monitorate (ovvero 72 delle 95 di cui si avevano a disposizione i dati) hanno superato i limiti previsti dalla futura direttiva sulla qualità dell’aria che, di fatto, ha dimezzato la concentrazione media annuale ammissibile, passando dagli attuali 40 µg/mc ai 20µg/mc previsti al 2030.

Considerando ciò, le città più lontane dall’obiettivo 2030 sono Torino e Milano (43%), Cremona (42%), Andria (41%) e Alessandria (40%). Tutte dovranno ridurre le concentrazioni di PM10 di oltre il 40% nei prossimi anni per non incorrere in procedure di infrazione.

Polveri sottili 2022

POLVERI SOTTILI: 84,5% DELLE CITTÀ ITALIANE LONTANE DAI NUOVI LIMITI PM2,5 DEL 2030

Anche per il PM2.5 c’è una pesante situazione di criticità. Delle 85 città di cui si aveva a disposizione il dato, nel 2022 ben 71 hanno registrato valori superiori a quelli previsti al 2030 dalla prossima direttiva, ossia l’84%. Monza (25 µg/mc), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (23 µg/mc), Alessandria, Bergamo, Piacenza e Torino (22 µg/mc), Como (21 µg/mc) le città che di fatto ad oggi doppiano quello che sarà il nuovo valore di legge di PM2,5 (10 µg/mc contro i 25 µg/mc).

Vista la nuova soglia Monza (60%), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (57%), Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino (55%), Como (52%), Brescia, Asti e Mantova (50%), dovranno più che dimezzare le concentrazioni attuali in appena 7 anni.

POLVERI SOTTILI IN ITALIA: PESSIME PREVISIONI ANCHE RIGUARDO IL BIOSSIDO DI AZOTO

57 su 94 (il 61%) sono invece le città che, pur non superando il limite legislativo attuale per il biossido di azoto (NO2), nel 2030 saranno fuorilegge viste le concentrazioni registrate nel 2022: infatti il nuovo limite di 20 µg/mc sarebbe stato superato in 57 cittàe, con le situazioni più critiche e distanti dal nuovo obiettivo registrate a Milano (38 µg/mc), Torino (37 µg/mc), Palermo e Como (35 µg/mc), Catania (34 µg/mc) che dovranno ridurre le loro emissioni per più del 40%.

Milano (47%) e Torino (46%), seguite da Palermo (44%), Como (43%), Catania (41%), Roma (39%), Monza, Genova Trento e Bolzano (34%) dovranno pertanto ridurre di oltre un terzo le attuali concentrazioni di NO2 per rispettare i limiti 2030.

Polveri sottili in Italia

POLVERI SOTTILI: NUOVI LIMITI UE 2030, C’È MOLTO DA LAVORARE

Secondo Legambiente alcune città devono lavorare di più per ridurre le loro concentrazioni di polveri sottili e adeguarsi ai nuovi limiti stabiliti dall’Unione Europea, che entreranno ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2030:

  • 20 µg/mc da non superare per il PM10;
  • 10 µg/mc da non superare per il PM2.5
  • 20 µg/mc da non superare per l’NO2.

Limiti che peraltro sono meno rigidi di quelli richiesti dall’OMS. L’attuale tendenza di decrescita dell’inquinamento, certamente positiva, è comunque troppo lenta: a questi ritmi le città italiane potrebbero impiegare mediamente altri 17 anni per raggiungere gli obiettivi, ovvero il 2040 anziché il 2030. Per come sono messe, città come Modena, Treviso, Vercelli potrebbero metterci oltre 30 anni. Per l’NO2 una città come Catania potrebbe metterci più di 40 anni. Altro che 7 anni…

INQUINAMENTO NELLE CITTÀ: LEGAMBIENTE PROPONE 6 INTERVENTI

Alla luce di questi numeri Legambiente chiede quindi al Governo, alle Regioni e ai Comuni investimenti importanti per combattere l’inquinamento nelle città, mettendo in campo azioni coraggiose: “La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso: in Europa l’inquinamento atmosferico è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevati in tutto il continente”. Da parte sua l’associazione ambientalista propone sei interventi per ridurre l’inquinamento urbano:

  1. Passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle Zez (Zone a zero emissioni). Come dimostra soprattutto l’esperienza di Londra con l’ultra Low Emission Zone (Lez), le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti riducono le emissioni da traffico del 30% e del 40%.
  2. Lez anche per il riscaldamento. Servono un grande piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata, e incentivare una drastica riconversione delle abitazioni a emissioni zero grazie alla capillare diffusione di misure strutturali, come il Superbonus, opportunamente corretto dagli errori del passato come gli incentivi alla sostituzione delle caldaie a gas.
  3. Potenziamento del trasporto pubblico e Trasporto rapido di massa (Trm) attraverso la quadruplicazione dell’offerta di linea e la promozione di abbonamenti integrati.
  4. Sharing mobility. Incentivare la mobilità elettrica condivisa (micro, bici, auto, van e cargo bike) e realizzare ulteriori 16.000 km di percorsi ciclabili.
  5. Ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo: ‘città dei 15 minuti’, sicurezza stradale verso la ‘Vision Zero’, ‘città 30’, ecc.
  6. Tutto elettrico in città, anche prima del 2035, grazie alla progressiva estensione delle Zez alla triplicazione dell’immatricolazione di autobus elettrici e l’istituzione dei distretti Zed (Zero Emissions Distribution).

Clicca qui per leggere integralmente il report “Mal’Aria di città 2023” di Legambiente.

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