Dare la possibilità di prendere la patente B a 100 donne rifugiate: scopri il progetto per favorire l'accoglienza e l'inserimento nel mondo del lavoro
La patente di guida come efficace strumento di integrazione nella vita sociale del nostro Paese e anche come mezzo per trovare più facilmente un lavoro. Si spiega così il progetto “Donne, una patente per l’accoglienza”, promosso e finanziato dalla Direzione Generale Territoriale Sud del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in collaborazione con il Comune di Napoli, l’UNHCR (l’agenzia dell’ONU per i rifugiati) e le associazioni delle scuole guida italiane Confarca e Unasca, per permettere a 100 donne rifugiate residenti a Napoli di conseguire gratuitamente la patente di tipo A1 o B.
PATENTE B A DONNE RIFUGIATE: LO SCOPO DEL PROGETTO
Obiettivo dell’iniziativa è quello di fornire un contributo all’accoglienza in Italia di donne costrette alla fuga dai loro Paesi. Prendere la patente per una più efficace integrazione, attraverso l’apprendimento delle norme di comportamento su strada e l’approfondimento della lingua italiana, mediante l’acquisizione di una nuova terminologia legata al mondo della circolazione stradale. Una patente di guida da conseguire per una categoria di utenti della strada a cui molto spesso è preclusa questa possibilità, per diverse ragioni. E che, invece, grazie a questo progetto può diventare realtà e anche strumento per un eventuale inserimento nel mondo del lavoro. In questo modo si garantisce anche il diritto alla mobilità di queste donne, allo scopo di favorirne la piena integrazione nella vita sociale del nostro Paese.
PATENTE B A DONNE RIFUGIATE: LE DESTINATARIE DELL’INIZIATIVA
In termini pratici il Comune di Napoli metterà a disposizione i locali per le lezioni teoriche, mentre UNHCR segnalerà le donne da destinare ai corsi per la patente di guida. La parte operativa per il conseguimento dei titoli di guida sarà affidata a Confarca e Unasca tramite le autoscuole associate.
Le 100 donne che frequenteranno i corsi per il conseguimento di una patente di categoria A1 o B saranno scelte tra quelle con status di rifugiata o richiedente asilo, in possesso di un regolare permesso di soggiorno o di un permesso di soggiorno per motivi umanitari.
IL PROGETTO PATENTE PER LE DONNE RIFUGIATE: IL RUOLO DELLE AUTOSCUOLE
Il segretario nazionale autoscuole di Unasca, Alfredo Boenzi, intervenendo alla presentazione del progetto ha detto che “il ruolo di Unasca, come associazione di categoria coinvolta, è cruciale per garantire che la formazione sia adeguata e risponda alle particolari e specifiche esigenze delle donne partecipanti“. Mentre il presidente di Confarca, Paolo Colangelo, ha ricordato che con la patente “le persone, in questo caso donne con status di rifugiate, sono più autonome ed emancipate, e possono pertanto pensare di fare scelte diverse da quelle che sono state loro imposte e costruirsi un futuro più libero, in termini lavorativi, sociali e familiari. Questo progetto per noi ha due risvolti fondamentali: possiamo contribuire a ridare la libertà a 100 donne e favorire il loro corretto inserimento nella nostra società”.